In merito all’articolo apparso sul quotidiano l’Adige in data domenica 30 dicembre 2018 dal titolo “Telecamere in asili e case di riposo” nel quale viene descritta la proposta del consigliere provinciale Leonardi di introdurre sistemi di videosorveglianza nelle Rsa come deterrente contro eventuali maltrattamenti, il Presidente Daniel Pedrotti e il Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento (Opi) ritengono che non sia attraverso l’uso delle telecamere che i pazienti vengono tutelati ed assistiti al meglio.
L’installazione della videosorveglianza serve davvero a garantire una maggiore sicurezza agli anziani e come deterrente ai maltrattamenti? O va semplicemente a ledere il rapporto di fiducia che ci deve essere tra i pazienti ricoverati e chi se ne prende cura?
Condividiamo che il problema dei maltrattamenti sia significativo, anche se fosse isolato ad un unico episodio, ma riteniamo che la videosorveglianza negli ambienti di cura e di vita degli ospiti, in particolare quelli più intimi quali le stanze e i bagni, sia una modalità tecnologica che viola i diritti fondamentali quali la dignità, la libertà, l’autonomia e la riservatezza della persona e dei famigliari e dei professionisti e operatori.
Come già evidenziato in documenti di posizionamento di questo Ordine, oltre ad interventi formativi e organizzativo-gestionali, riteniamo che una strategia di cui dovrebbe farsi promotrice la politica è garantire dotazioni organiche sicure con particolare riferimento alle Rsa e Strutture Sanitarie Private convenzionate con il Ssp al fine di migliorare la sorveglianza e la qualità delle cure dei pazienti.
A livello italiano e provinciale emerge che il rapporto infermiere/paziente-ospite è significativamente sottodimensionato rispetto alle evidenze della letteratura internazionale e i dati più preoccupanti sono relativi ai contesti di Rsa con possibili conseguenze in termini di sicurezza degli ospiti, dignità e valorizzazione della professione infermieristica.
La letteratura internazionale è ormai concorde dell’associazione positiva fra “dose” infermieristica e esiti assistenziali. E’ evidente che un rapporto infermiere/paziente allineato con gli standard internazionali oltre a migliorare gli esiti assistenziali quali ad esempio la disabilità – autonomia, lesioni da decubito, infezioni, cadute, sicurezza e mortalità, offre maggiori opportunità di vigilanza infermieristica ai pazienti.
Come Ordine delle Professioni Infermieristiche vigileremo a tutela della sicurezza dei pazienti e a tutela dei professionisti infermieri, rinnovando la nostra disponibilità e collaborazione.
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Daniel Pedrotti
Presidente Ordine professioni infermieristiche di Trento