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ORDINE GIORNALISTI TRENTINO ALTO ADIGE * ASSEMBLEA ISCRITTI/E: PRESIDENTE ELISABETH MAIR « RICHIAMO ALLA LIBERTÀ DI STAMPA ED AL PLURALISMO »

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13.20 - venerdì 25 marzo 2022

L’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige-Südtirol ha tenuto oggi in modalità telematica l’Assemblea annuale degli iscritti e delle iscritte all’albo regionale. Un’Assemblea dal forte significato simbolico perché si tiene in un momento di guerra e di grave minaccia per la libertà di stampa e per l’incolumità di chi svolge questa professione sul campo. Ma anche perché nel 2022 ricorrono i 50 anni dalla costituzione dell’Ordine regionale. La ricorrenza è stata infatti più volte sottolineata nei vari interventi della mattinata, rimandando a un evento di celebrazione che si terrà in autunno in collaborazione con il sindacato regionale.

L’Assemblea si è aperta, come di consueto, con la relazione della presidente Elisabeth Mair che è intervenuta, per la prima volta in questa occasione collegiale, presentando il nuovo Consiglio. La sua relazione si è aperta con il ricordo di Oksana Paolina, giornalista russa che documentava i bombardamenti in Ucraina e i tanti giornalisti e giornaliste vittime di guerra – sei uccisi solo nelle ultime settimane e oltre una trentina di feriti – che si sono sacrificati per il loro lavoro. Un dato ancor più allarmante se accostato a quello dei colleghi e delle colleghe uccise nel corso dell’ultimo anno in tante altre situazioni. Le limitazioni alla libertà di stampa vedono il triste posizionamento del nostro Paese al 41 posto nella graduatoria italiana. La presidente ha fatto suo il richiamo a ricordarsi che dietro le notizie ci sono uomini e donne. A loro va anche la nostra attenzione.

La presidente ha annunciato la visita in regione del presidente nazionale Carlo Bartoli il prossimo 3 maggio. Un’occasione che darà modo di riflettere su tenti temi aperti: la libertà di stampa, i discorsi d’odio, il precariato, i trattamenti economici poco dignitosi, la distinzione tra propaganda e informazione, la pirateria di contenuti giornalistici, le intercettazioni. «Abbiamo bisogno di più etica in diversi settori» ha detto la presidente. «Agli editori va ricordato la grande responsabilità che hanno. Ogni giornale chiuso è uno strappo alla democrazia. Ogni informazione sottratta al lettore e alla lettrice è un pugno nella dignità di ogni cittadino. Il buon giornalismo non è solo informazione ma anche formazione. Formazione di una lettrice che sta crescendo, che cerca di capire il mondo, che cerca di capire cosa sta succedendo».
Di precariato e libertà di stampa si è parlato molto in questa Assemblea. A fine seduta, il Consiglio ha espresso a questo proposito una presa di posizione che è stata letta e accolta dall’Assemblea (il testo è di seguito, a fondo pagina).

Il vicepresidente Maurizio Panizza è intervenuto ricordando i colleghi e le colleghe scomparsi nell’ultimo anno. Ha ribadito l’importanza dell’apertura del nostro ordine alle componenti finora meno rappresentate. A cominciare dalle donne, che in questa consiliatura sono in maggioranza. «La strada è però ancora lunga – ha detto Panizza – se consideriamo che Elisabeth Mair è l’unica donna attualmente in carica come presidente tra tutti gli ordini dei giornalisti regionali in Italia». Tra le novità avviate in questa prima fase di consiliatura, la presidente ha annunciato l’aggiornamento del sito dell’Ordine regionale per renderlo più chiaro e accessibile. La sezione delle notizie è stata arricchita. Quella dedicata alle “attività” riporta ora un breve resoconto dei lavori di ciascuna seduta e una sezione sugli appuntamenti formativi specifici promossi dall’Ordine regionale.

Per quanto riguarda la composizione dell’Albo regionale, i dati aggiornati contano 697 professionisti (di cui 250 donne e 153 pensionati/e); 1.017 pubblicisti (di cui 315 donne e 255 pensionati); 106 iscritti/e all’elenco speciale (di cui 12 donne); 29 praticanti (di cui 18 donne); 10 iscritti/e all’elenco stranieri (di cui 4 donne). Il Consiglio nel corso dell’anno 2021 ha tenuto 14 sedute: 12 del Consiglio precedente e 2 del Consiglio attuale insediato il 23 novembre 2021. Nel corso del 2021 sono state deliberate 54 nuove iscrizioni (di cui 13 praticanti, 5 professionisti, 26 pubblicisti, 10 elenco speciale), 56 cancellazioni (di cui 7 praticanti, 11 professionisti, 35 pubblicisti, 3 elenco speciale).

Alla seduta di oggi hanno partecipato anche i consiglieri nazionali. Per Fabrizio Franchi, la situazione di crisi a cui stiamo assistendo si sta rapidamente aggravando. Ma paradossalmente abbiamo più informazione, più evoluta e ce n’è bisogno. Serve un’informazione precisa e puntuale. Franchi ha poi annunciato che l’ordine nazionale sta lavorando a una riforma e ha richiamato all’unità di intenti della categoria e al rispetto costante della deontologia. Enrico Paissan, con un plauso agli interventi precedenti sulla situazione del precariato nel giornalismo, ha sottolineato che l’informazione è un bene collettivo da cui le istituzioni culturali del territorio non possono chiamarsi fuori. Markus Perwanger, in rappresentanza delle minoranze linguistiche, ha richiamato invece all’importanza di aprire un dibattito sul precariato e sulla gestione dell’informazione in regione con un richiamo alla compattezza della categoria in manifesta difficoltà. E ha poi puntato l’attenzione sulla formazione e sul tema dell’equo compenso.

L’Assemblea è proseguita con la relazione del Consiglio di disciplina tenuta dal presidente Giuseppe G. De Cesare (disponibile a breve sul sito dell’Ordine). Tra i vari punti il presidente ha biasimato il ricorso improprio alla segnalazione al Consiglio: prassi che potrebbe essere sostituita da una normale richiesta di rettifica. Ha poi toccato il tema della pubblicità delle sanzioni decise dal Consiglio di disciplina: una questione delicata perché tocca aspetti relativi alla privacy delle persone. De Cesare ha poi proposto, a dieci anni dalla riforma degli Ordini, di dotarsi di un Regolamento del Consiglio di disciplina territoriale dell’Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol sul modello di quello elaborato, ad esempio, dall’Ordine della Toscana. Una prima bozza verrà esaminata prossimamente.
In occasione della lettura della relazione è stato ricordato il ruolo del precedente presidente del Consiglio di disciplina (e uno degli iscritti del 1972), Alberto Folgheraiter, che è intervenuto con un ricordo sui passaggi che hanno portato alla costituzione e all’avvio dell’Ordine. È stata data lettura anche di un ricordo di Mauro Lando sempre rispetto alla nascita dell’Ordine regionale.

Durante i lavori ha preso la parola anche la presidente di Assostampa Trento, Patrizia Belli, che ha auspicato, in questi tempi difficili per il giornalismo, qualche spiraglio positivo che possa ridare fiducia alla professione. A seguire, il segretario regionale del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige Giuseppe Marzano ha fatto il punto sul passaggio, tra luci e ombre, dell’ente previdenziale dall’Inpgi all’Inps. Peter Malfertheiner, fiduciario del Trentino-Alto Adige di Casagit, si è detto convinto che attraverso la dedizione al buon giornalismo si possa uscire dalla crisi. Ha poi citato la necessità di allargare la platea per Casagit con il sostegno di tutti. Giuseppe Sgambellone, in rappresentanza del gruppo pensionati, ha sottolineato il valore aggiunto che questa categoria può portare, anche attraverso il coinvolgimento diretto nelle varie realtà rappresentative della categoria.

Si è tenuta, come da ordine del giorno anche la relazione del tesoriere Hannes Senfter e del Collegio dei revisori dei conti, presieduto da Giuliano Tecilla. La situazione finanziaria dell’ordine appare stabile e in equilibrio, nonostante il calo degli iscritti, con un avanzo che permette di garantire la continuità del lavoro. L’Assemblea ha poi approvato all’unanimità il conto consuntivo 2021 e il bilancio preventivo 2022. I documenti integrali sono disponibili sul sito dell’Ordine.

 

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Presa di posizione dell’Assemblea
«La nostra professione ha subito in pochi anni enormi cambiamenti. Mentre cresce l’offerta di informazioni di tutti i tipi, il nostro lavoro è sempre più “dis-prezzato”, cioè privato di valore, in tutti i sensi. La nostra categoria è ormai fatta in prevalenza di colleghe e colleghi sottopagati, precari, facilmente sostituibili. Fare giornalismo è oggi sempre più solo mettere insieme dati raccolti al volo, riempire al più presto spazi fra pubblicità e passare subito ad altro. Eppure proprio il dramma più attuale, la guerra in Ucraina sta mostrando che l’informazione si fa con persone in carne ed ossa, che sul posto – fino a rischio della vita – attraversano gli avvenimenti, li raccontano e danno voce ai protagonisti. (E anche loro sono troppo spesso free lance senza protezione) Nessuno si sentirebbe informato solo da dispacci ufficiali o voci del web.

E se ciò non bastasse, a mettere in crisi la libertà di informazione e l’indipendenza del giornalismo, nel corso degli anni si è aggiunta l’arroganza di ogni tipo di potere .Mentre veniamo schiacciati dalla presenza della pubblicità, poteri più forti usano il ricatto della denuncia minacciata a raffica o forme più sottili di manipolazione della verità, di cui spesso i colleghi non hanno modo di essere consapevoli. A tutto questo fa sfondo la crisi generale dell’editoria che ne ha prodotto l’accentramento in poche mani. Sono 8 i grandi gruppi editoriali che in Italia si dividono tutto: giornali, televisioni, radio e web. È una concentrazione subita quasi sempre da Cdr e sindacato davanti alla prospettiva minacciata della perdita di posti di lavoro (che poi immancabilmente andavano comunque perduti).

Una storia che non ci è estranea: anche nella nostra regione il pluralismo dell’informazione è stato drasticamente ridotto e un editore-imprenditore controlla gran parte dell’informazione e della raccolta pubblicitaria. Noi chiamiamo tutta la categoria a vigilare in difesa del lavoro di tutti noi e della nostra dignità: con l’impegno di tutti, al di là della concorrenza fra testate o le ricadute nelle redazioni degli scontri di potere in atto nella società, potremo tutelare il lavoro dei singoli insieme a quello di tutta la categoria.
Un ulteriore impegno è quello di dare corso alla Carta di Firenze, cioè lavorare per ridurre il precariato e per l’affermazione del giusto compenso».

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