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LANCIO D'AGENZIA

ORDINE GIORNALISTI TN-AA/SÜDTIROL * 50 ANNI ATTIVITÀ: « GIORNALISMO, GRANDE PASSIONE NON PIÙ RIPAGATA / INAUGURATA A TRENTO LA “PANCHINA BIANCA” PER LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE »

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15.08 - venerdì 11 novembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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GIORNALISMO: UNA GRANDE PASSIONE NON PIÙ RIPAGATA
Nell’indagine promossa dall’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol la fotografia di una professione che sconta le conseguenze di una crisi economica e di una graduale perdita di autorevolezza e prestigio sociale. L’allarme lanciato nei commenti di chi è precario: di solo giornalismo non si vive più. Un mestiere che però è ancora capace di attirare i giovani e di appassionare chi lo esercita.

Prime anticipazioni sui dati che saranno presentati domani in occasione del convegno per i 50 dell’Ordine regionale dalle 9 al Palazzo della Regione. La presidente Mair: «C’è un grande bisogno di informazione attendibile e non superficiale. Una società si misura anche sullo spazio e la protezione della pluralità delle voci dell’informazione».

Inaugurata oggi in Piazza Dante una panchina bianca sulla libertà di informazione. Nel pomeriggio il corso su fake news e deontologia professionale. Tutto il programma del convegno di domani che sarà trasmesso in diretta su: https://odgtaa.it/

È un grido d’allarme per la professione quello che emerge dall’indagine promossa dall’Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol sullo stato della professione in occasione dei 50 anni dall’istituzione dell’Ordine regionale. La professione giornalistica svolge ancora un forte valore sociale di cassa di risonanza delle istanze delle comunità locali ed è presidio democratico. Ma chi opera nel settore giornalistico trova difficoltà crescenti, sia dal punto di vista della remunerazione e della carriera, sia per quanto riguarda il riconoscimento della professione, la sua autorevolezza nel dibattito pubblico e nella società di oggi.

«C’è un grande bisogno di informazione attendibile e non superficiale» ha commentato la presidente dell’Ordine regionale Elisabeth Anna Mair nel dare alcune oggi alcune anticipazioni sui dati. «Come ci ricordano i commenti emersi nell’indagine da parte di colleghi e colleghe, per svolgere il mestiere di giornalista servono passione e capacità professionali ma anche il rispetto della deontologia che è garanzia per lettori, lettrici e pubblico. La nostra professione è sempre più mortificata da condizioni di lavoro stressanti e precariato. Ma una società si misura anche sullo spazio e la protezione della pluralità delle voci dell’informazione».

L’indagine – che sarà presentata nel dettaglio e discussa durante il convegno di domani – è stata condotta dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento con il coordinamento scientifico del professor Giuseppe Veltri. Il questionario con 40 domande è stato somministrato nell’arco di due mesi – a fine marzo a fine maggio 2022 – a circa 1700 giornalisti e giornaliste, tra cui 695 professionisti e 1020 pubblicisti. Poteva essere compilato in italiano o in tedesco.
Le risposte pervenute sono state 708. Tra chi ha risposto, i giornalisti sono il 64%, le giornaliste il 35%. I professionisti sono stati il 48%, i pubblicisti il 52%, i praticanti l’1%. La media di servizio è di 23 anni. La metà di chi ha risposto è in possesso del titolo di laurea, il 29% ha il diploma, il 6% il dottorato e l’1% la licenza media.

 

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Fotografia della condizione lavorativa

Per quanto riguarda l’inquadramento, il 42% di chi ha risposto ha un contratto da dipendente a tempo indeterminato, mentre solo il 4% a tempo determinato. Ampia la platea dei freelance: sono il 54% di cui il 35% con partita iva e il 19% con rapporti di prestazione occasionale.
Sul livello di retribuzione, solo 187 giornalisti e giornaliste hanno accettato di rispondere: la retribuzione oraria media è di 22 euro, mentre in quella mensile netta c’è molta varietà, con qualche maggiore incidenza nella fascia tra i 2mila e i 2500 euro (il 27%) e tra 3mila e 4 mila euro (il 19%).

Molti intervistati, in generale, concordano sul fatto che la professione stia perdendo consenso sociale e che l’informazione stia vivendo una stagione difficile in cui la fretta, la concorrenza dei social network e la fatica ad adeguarsi al cambiamento abbia portato a uno svilimento della professione.
Forte il segnale arrivato nei commenti da chi è precario per le retribuzioni sempre più basse e l’impossibilità di costruirsi un futuro economico stabile attraverso la professione. Tra i problemi segnalati nelle risposte aperte, il crollo dei compensi legato alla crisi, il crescente abusivismo nella professione, la tendenza nelle redazioni a ricorrere a giornalisti in pensione a scapito di investimenti nei/nelle giovani.

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Come si sta in redazione
L’indagine ha cercato quindi di analizzare il livello di soddisfazione lavorativa dei giornalisti. La maggior parte di chi ha risposto si dice soddisfatto (45%) o molto soddisfatto (18%). Emerge dai commenti una forte passione per il mestiere, per la possibilità di espressione, creatività e autonomia che la professione consente e per il valore che ancora il giornalismo riveste come strumento di ascolto delle comunità e presidio di democrazia.

Non mancano però le criticità, non soltanto per quell’11% di chi si sente insoddisfatto. Riguardano soprattutto l’incertezza lavorativa, il mancato riconoscimento professionale e le scarse opportunità di carriera. Secondo gli intervistati, a peggiorare è anche il clima in redazione con disparità di trattamento, tensioni tra chi è contrattualizzato e chi non lo è, forte competitività, carichi di lavoro e stress in aumento.
Tra gli elementi emersi anche la persistenza di un divario di genere nella remunerazione, nella distribuzione degli incarichi o nelle opportunità di carriera. Il problema esiste secondo per il 69% di chi ha risposto (e per il 36% sempre o spesso).
Una parte dell’indagine è stata dedicata all’analisi delle discriminazioni in redazione. Secondo il 14% di chi ha risposto (96 persone) le discriminazioni esistono e riguardano soprattutto idee politiche, genere, età e condizione professionale. Il 9% di chi ha risposto (67 persone) si dichiara vittima di mobbing in redazione.

La seconda parte dell’indagine, dedicata al futuro della professione si apre con un’analisi dei tempi di lavoro e dello smartworking nelle redazioni. Secondo il 38% si lavora sempre di più rispetto a quanto previsto dal contratto (per il 35% solo a volte di più). Va meglio per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro: le decisioni vengono prese in piena autonomia (per il 41%) o condivise e discusse (39%). Anche la libertà di espressione è percepita come molto (33%) o abbastanza (33%) presente. Scarsa (per il 37%) l’ingerenza di poteri esterni alla redazione nelle decisioni, ma un 10% la ritiene invece molto presente.
L’indagine prosegue con uno sguardo al futuro della professione, partendo da come è stata vissuta nelle redazioni la transizione verso lo smartworking e come ancora si attua il lavoro agile. Infine una parte è dedicata alle prospettive della professione con un’analisi sulle competenze che saranno necessarie per chi farà giornalismo domani e sull’accesso alla professione. Un focus sarà dedicato ai media che avranno – secondo i giornalisti e le giornaliste intervistate – più possibilità di resistere alla competizione.

Le iniziative per i 50 anni dell’ordine regionale dei giornalisti
Il primo atto della due giorni si è tenuto oggi alle 10 a Palazzo Geremia con la presentazione ufficiale delle iniziative per i 50 anni dall’istituzione dell’Ordine regionale e la premiazione degli iscritti e delle iscritte all’Ordine regionale da 40 anni davanti a giornaliste e giornalisti. Oltre alla presidente Elisabeth Anna Mair era presente il vicesindaco di Trento Roberto Stanchina, per testimoniare la vicinanza della comunità e delle istituzioni.

Per l’occasione hanno partecipato alcuni tra i più giovani e i più anziani iscritti all’Ordine regionale: Ettore Frangipane, iscritto con maggiore anzianità di iscrizione (nel 1959), Andrea Dalla Serra, studente e pubblicista, il più giovane iscritto (20 anni) e Arianna Burato, la più giovane di iscrizione (30 marzo 2022). Un saluto di Mario Antolini, iscritto più anziano (102 anni) è stato letto da Alberto Folgheraiter, iscritto da 50 anni e già presidente del Consiglio di disciplina.
In occasione della due giorni sarà presente a Trento anche una rappresentanza di presidenti e vicepresidenti dei vari ordini delle altre regioni italiane, oltre al presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli.

Al termine della cerimonia in Comune, l’attenzione si è spostata su Piazza Dante, dove alle 11 è stata inaugurata la panchina bianca per la libertà di informazione, proprio di fronte al Palazzo della Regione e a quello della Provincia autonoma di Trento. Realizzata con la collaborazione dell’Ufficio parchi e giardini del Comune di Trento e con il contributo artistico dell’associazione culturale Studio d’arte Andromeda di Trento, la panchina riporta l’incipit dell’articolo 21, uno dei passi fondamentali della carta costitutiva che rivendicano la libertà della professione giornalistica. Il colore bianco è stato scelto per rappresentare idealmente lo spazio aperto e libero di una pagina che ancora deve essere scritta. Un invito alla libertà di espressione che non deve subire censure e vincoli. Il colore blu con cui è riportata la Costituzione – oltre a richiamare il colore dell’Ordine – ricorda l’inchiostro, strumento del mestiere dei giornalisti ma anche simbolo di intelletto, verità, fedeltà, costanza, profondità: principi che animano la professione giornalistica.

Nel pomeriggio alle 15, spazio alla formazione professionale con il corso di formazione e aggiornamento di carattere deontologico rivolto a giornaliste e giornalisti dal titolo “Tra fake news e lotta alla disinformazione: come cambiano le notizie” che si terrà nell’Aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale (via Verdi 6). Interverranno al corso Markus Perwanger, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Giuseppe Alessandro Veltri, professore di Sociologia generale al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento; Walter Quattrociocchi, professore di Data Science and Complexity al Dipartimento di informatica di Sapienza Università di Roma; Giulia Boato, professoressa di Telecomunicazioni al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento.

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Il programma di sabato
Domani, sabato 12 novembre i lavori riprenderanno al mattino, dalle 9 nella Sala di Rappresentanza della Regione in via Gazzoletti 2 con il convegno “1972>2022. Chi eravamo. Chi siamo. Chi saremo”. Cuore delle celebrazioni dei 50 anni dell’Ordine regionale, il convegno proporrà una riflessione sul passato, il presente e il futuro della professione in Trentino-Alto Adige/Südtirol con dati, testimonianze, protagonisti.
La scelta della sede del convegno – il Palazzo della Regione – così come la possibilità per i relatori e per il pubblico di seguire i lavori in italiano o in tedesco con traduzione simultanea sono intese per rafforzare simbolicamente il legame tra le giornaliste e i giornalisti trentini e quelli altoatesini/sudtirolesi in questa occasione attraverso l’Ordine.
Il convegno si aprirà con il saluto introduttivo della, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol, Elisabeth Anna Mair, del vicepresidente vicario del Consiglio regionale Roberto Paccher, del vicesegretario del Sindacato regionale Trentino-Alto Adige/Südtirol, Patrick Rina, del presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, e del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

La prima sessione alle 9.30 sarà dedicata a “Chi eravamo. Una storia di autonomia” con un breve ricordo di come è stato istituito l’Ordine regionale e della storia dei primi anni, affidato ai giornalisti Giacomo Santini, Hansjörg Kucera e alla giornalista Margherita Detomas. A seguire, si terrà la premiazione delle giornaliste e dei giornalisti iscritti da 50 anni.
Alle 10 si entrerà poi nel vivo dell’oggi, con l’analisi della condizione in cui giornaliste e giornalisti si trovano a lavorare nelle redazioni. La seconda sessione “Chi siamo. Una fotografia di oggi” si aprirà con i risultati dell’indagine sullo stato della professione giornalistica promossa dall’Ordine regionale e a cura del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento. I dati e gli spunti emersi saranno commentati poi in una tavola rotonda moderata da Fabrizio Franchi, consigliere Ordine nazionale dei giornalisti.

Alle 11 la riflessione si sposterà invece sulle prospettive della professione con la sessione “Chi saremo. L’informazione cambia: cambiamo il lavoro”. Anche in questo caso la sessione sarà introdotta dalla presentazione della seconda parte dell’indagine dedicata al futuro del lavoro giornalistico e dei media. La tavola rotonda di discussione dei dati sarà condotta da Mauro Keller, consigliere regionale e già presidente dell’Ordine regionale. La discussione sarà quindi allargata al pubblico presente in sala e si concluderà poi con l’intervento finale della presidente Elisabeth Anna Mair.

I lavori del convegno potranno essere seguiti in diretta video sul sito dell’ordine regionale all’indirizzo: https://odgtaa.it/
Dal 15 novembre sarà disponibile la registrazione dell’evento in lingua italiana e tedesca.

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