In questi giorni è in atto in Trentino come in tutta Europa, una delle più importanti operazioni di sanità pubblica degli ultimi decenni e nella prima fase la priorità definita a livello nazionale è offrire il vaccino a operatori sanitari e ospiti delle RSA.
Vaccinarsi per noi infermieri e per tutti gli altri operatori sanitari è un dovere verso i cittadini, verso i colleghi, verso i propri familiari. É senza dubbio un atto di responsabilità verso la collettività. La professione infermieristica, come le altre professioni intellettuali nel campo sanitario, agisce secondo principi etici e deontologici, assumendo decisioni in scienza e coscienza che rispondono al principio inderogabile di tutela della salute delle persone.
Gli infermieri sanno bene quali effetti ha il CoViD-19: lo vedono ogni giorno, quando h24 sono accanto ai pazienti di cui spesso sono l’unico contatto col mondo esterno. Lo vedono ogni giorno, considerando che oltre 40mila professionisti (il 47% del totale) a livello nazionale si sono contagiati dall’inizio della pandemia di cui circa 12mila solo nell’ultimo mese.
Ciò premesso, oggi sul quotidiano l’Adige, in prima pagina, è apparso il titolo “Vaccini, si dei medici al 98%. Disponibilità al massimo. Ma un terzo degli infermieri dice no”. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia Autonoma di Trento, a tutela dell’immagine degli infermieri trentini che rappresenta e di tutta la comunità trentina che deve potersi fidare degli operatori sanitari, ritiene di evidenziare che nell’articolo non essendo dichiarata la fonte, non è possibile valutare l’attendibilità del dato. Tuttavia, da quanto riportato emerge che, ad oggi, circa il 70% degli infermieri ha aderito alla vaccinazione, percentuale che sul piano metodologico e sostanziale non è corretto considerare un’affermazione definitiva e al negativo, ma è da ritenersi un dato soggetto a continuo aggiornamento e quindi miglioramento in quanto la rilevazione sull’adesione al vaccino è in fase iniziale e tuttora in corso.
Solo una raccolta dati sistematica in tutti i contesti sanitari e socio-sanitari della nostra Provincia può garantire precisione sulla percentuale di aderenza utile a fare delle analisi approfondite, ad esempio sulla stratificazione per categoria professionale e mettere in atto eventuali strategie. Pertanto ad oggi non è possibile fare affermazioni definitive e ancor meno generalizzazioni. Non è accettabile la contrapposizione indotta nel titolo dell’articolo fra professione medica ed infermieristica, che contrariamente stanno lavorando al letto dei pazienti in sinergia e con grande spirito di squadra e solidarietà per garantire le migliori cure ai cittadini in situazioni spesso difficili.
Dalle fonti a disposizione ad oggi dell’Ordine, seppur non vi siano dati oggettivi, perché la rilevazione come soprariportato è ancora in progress, l’adesione è alta e sta aumentando di giorno in giorno in base alle dosi di vaccino disponibili da somministrare al personale sanitario rispetto al quale si ricorda che solo gli infermieri, in Provincia, sono oltre 4.500. L’infermiere, professionista intellettuale, si pone domande, trova le risposte e questo processo permette un’adesione informata, consapevole e convinta alla vaccinazione trovando riscontro di dati scientifici solidi su sicurezza ed efficacia del vaccino.
L’Ordine sta sostenendo e facilitando i colleghi mettendo a loro disposizione una selezione di informazioni valide sui vaccini e sta monitorando anche i canali social, per intercettare eventuali posizioni no vax fra gli iscritti. Ad oggi molti infermieri stanno pubblicando con entusiasmo ed orgoglio messaggi convinti di sostegno a vaccinarsi, di buon esempio mettendoci la faccia con la propria immagine durante la vaccinazione, di informazioni valide sui vaccini.
L’Ordine, dal suo osservatorio, sta riscontrando un’alta adesione (o intenzione in quanto la campagna è appena iniziata) alla vaccinazione da parte delle infermiere e degli infermieri iscritti. Molti infermieri stanno aspettando di vaccinarsi. Ora è importante accelerare ancora di più, sia per quanto riguarda i quantitativi degli approvvigionamenti di vaccino, sia per quanto riguarda le forze in campo per sostenere la campagna vaccinale. Gli infermieri ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre per tutelare la salute dei cittadini.
Servono impegno e responsabilità di tutti per trasformare una straordinaria conquista della scienza in concreti risultati di salute pubblica.
Si ricorda che è responsabilità delle Istituzioni e di tutti noi professionisti della salute, che ne siamo la competenza sanitaria e scientifica, dare il buon esempio, vaccinandoci, e promuovere un’importante azione di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini attraverso informazioni corrette, valide e provenienti da fonti autorevoli. Ma è altrettanto importante un’etica dell’informazione anche da parte dei media.
È necessario fare squadra per raggiungere quel risultato atteso ovvero la massiva adesione consapevole e convinta al vaccino.
Solo così il 2021 potrà essere l’anno in cui scriveremo la parola fine a una pandemia che ci ha colpito sotto ogni aspetto.
L’OPI della Provincia Autonoma di Trento in questo senso è pronto a dare la massima collaborazione in termini di attività professionale e progettuale alle istituzioni e assicura ai cittadini e alla comunità scientifica la presenza attiva degli infermieri, come sempre finora dimostrato nonostante le pesanti carenze di organici, per far fronte ai bisogni degli assistiti.
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Il Presidente
DOTT. DANIEL PEDROTTI
Per il Consiglio Direttivo
dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia Autonoma di Trento