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OPENPOLIS * PNRR * INVESTIMENTI INFRASTRUTTURE MOBILITÀ: « SICILIA AL PRIMO POSTO – ULTIMO IL TRENTINO ALTO ADIGE / 10,5 MILIARDI PER LE FERROVIE »

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10.59 - lunedì 31 gennaio 2022

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Le ricadute sui territori degli investimenti in infrastrutture e mobilità – Pnrr.
Alla fine del 2021 il Mims ha annunciato di aver già assegnato il 98% delle risorse di sua competenza. Questo ci permette di avere un quadro esaustivo dell’impatto che gli investimenti in infrastrutture e mobilità, ma non solo, avranno nelle diverse aree del paese.

Una delle priorità trasversali del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) riguarda la riduzione dei divari territoriali che caratterizzano il nostro paese. Non solo tra nord e sud ma anche tra i centri maggiori e le zone periferiche. In questo senso gli investimenti in infrastrutture e mobilità rappresentano un elemento fondamentale. Questi interventi infatti possono rivelarsi decisivi non solo per migliorare la vita dei cittadini ma anche come volano per l’economia e per rilanciare alcune aree depresse.

Lo scorso 21 dicembre il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) ha annunciato la definizione di tutti gli atti finalizzati all’assegnazione del 98% delle risorse del Pnrr di sua competenza. Parliamo di una cifra che si attesta oltre i 60 miliardi. Il 42% circa di queste risorse sono classificate dal ministero come “territorializzate”. Ossia assegnate a regioni, enti locali o altri soggetti attuatori per interventi che ricadono su specifiche aree del paese.

 

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Chi sono i soggetti attuatori
Gli investimenti in infrastrutture e mobilità sono considerati evidentemente un settore strategico dal governo. Infatti al ministero preposto è stata affidata la parte più consistente delle risorse europee assegnate al nostro paese. Ma l’amministrazione centrale si occuperà direttamente solo di una porzione degli investimenti in questo ambito. Un ruolo di primo piano infatti sarà svolto anche da altri enti che già operano sui territori. Tali enti sono definiti come “soggetti attuatori”. Si tratta di organismi di varia natura a cui è affidata la gestione di una parte dei fondi e a cui competerà la realizzazione pratica dei progetti previsti dal Pnrr.

Anche se le risorse saranno distribuite tra i territori non necessariamente i gestori saranno regioni, province, città metropolitane e comuni. A questi enti infatti saranno assegnati complessivamente 13,4 miliardi di euro (circa il 21,9% delle risorse totali). Ma ci saranno anche altri soggetti coinvolti nella realizzazione delle opere nelle diverse aree del paese. Su tutti Rete ferroviaria italiana (Rfi) a cui andranno circa 35 miliardi di euro (il 57%).

 

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Pnrr e infrastrutture, a Rfi oltre 35 miliardi
I soggetti attuatori chiamati a gestire le risorse del Pnrr di competenza del Mims

Altri enti coinvolti saranno poi alcuni concessionari e società di gestione, cui competono interventi per 7 miliardi (11,4%) e le autorità di sistema portuale, responsabili di 3 miliardi (4,9%). A questi si aggiungono infine le imprese e altri soggetti economici (1,6 miliardi, pari al 2,5%) e i provveditorati per le opere pubbliche del ministero (1,4 miliardi, pari al 2,3%).

 

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Il quadro delle risorse “territorializzate”.
Attraverso le informazioni messe a disposizione dal ministero guidato da Enrico Giovannini possiamo avere un quadro sufficientemente esaustivo dell’impatto che le risorse del Pnrr di competenza del Mims avranno sui diversi territori alla data del 21 dicembre 2021.

Un primo elemento interessante da sottolineare riguarda il fatto che gli investimenti di competenza del Mims non riguardano esclusivamente la missione 3 del Pnrr (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) ma sono trasversali a buona parte del piano. Sono previsti infatti investimenti anche relativamente alle missioni 1, 2 e 5. Le uniche a non essere interessate in questo caso sono le missioni 4 (Istruzione e ricerca) e 6 (Salute).

Fatta questa premessa possiamo osservare che, a livello regionale, il territorio che beneficerà maggiormente degli investimenti del Mims sarà la Sicilia. Qui infatti arriveranno circa 3,5 miliardi di euro. Al secondo posto troviamo la Campania (2,9 miliardi), al terzo la Puglia (2,8). Al quarto posto troviamo la prima regione del centro-nord che è la Lombardia con 2,5 miliardi.

La Sicilia principale beneficiaria delle risorse del Mims – L’impatto a livello regionale delle risorse del Pnrr di competenza del Mims, suddivise per missione

Il fatto che ai primi tre posti di questa classifica si trovino 3 grandi regioni del sud non deve stupire. Infatti una delle regole previste dal Pnrr impone una riserva del 40% a favore delle aree meridionali. In base ai dati disponibili possiamo osservare che – in questo caso – tale disposizione è stata rispettata. Al mezzogiorno (isole comprese) infatti è stata assegnata addirittura più della metà delle risorse già territorializzate.

 

 

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L’impatto sui territori delle risorse “territorializzate” dal Mims – Il quadro delle risorse del Pnrr assegnate dal Mims, regione per regione.

In generale gli interventi “territorializzati” si riassumono in 12 voci. Tra queste gli investimenti più rilevanti riguarderanno le ferrovie (5,5 miliardi) e il trasporto rapido di massa (4,4 miliardi). Seguono gli interventi nelle aree portuali e per ridurre le emissioni delle navi (3,5 miliardi) e quelli per i progetti relativi alla qualità dell’abitare (Pinqua, 2,8 miliardi).

 

 

 

 

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Risorse Mims territorializzate, oltre 10,5 miliardi per le ferrovie – Le risorse Pnrr di competenza del Mims territorialiazzate, suddivise per tipo di intervento.

Più in generale comunque gli investimenti legati all’infrastruttura ferroviaria avranno un ruolo preponderante. Complessivamente infatti le risorse “territorializzate” che, a vario titolo, fanno riferimento a questo settore ammontano a circa 10,5 miliardi.

Le risorse ancora da assegnare e quelle “non territorializzabili”
Esaurita la panoramica sulle risorse già territorializzate, dobbiamo tenere comunque presente che il quadro al 21 dicembre non era ancora completo al 100%. Nonostante il dicastero avesse già predisposto tutti i bandi e gli avvisi infatti a quella data ancora risultavano da assegnare oltre 10 miliardi di euro.

Anche in questo caso gli investimenti più rilevanti riguarderanno le ferrovie. La voce di spesa più consistente tra queste è rappresentata infatti dagli interventi sui sistemi di controllo delle linee ferroviarie, sui nodi e le direttrici e sulle stazioni del sud (6,3 miliardi). Seguono gli investimenti per interventi sulle reti idriche (1,2 miliardi) e quelli per l’implementazione dei sistemi di monitoraggio delle autostrade A24 e A25.

 

 

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Devono ancora essere assegnati oltre 10 miliardi di risorse del Mims – Le risorse di competenza del Mims “territorializzabili” ma ancora in attesa di assegnazione.

La gran parte degli investimenti in infrastrutture riguarderanno le ferrovie.
C’è poi un’altra quota di risorse afferenti al piano d’azione del Mims che non possono essere territorializzate. Parliamo di una cifra superiore ai 27 miliardi che non sarà affidata alla diretta gestione di soggetti territoriali. La maggior parte di questi fondi riguardano investimenti nella rete dell’alta velocità. Altri 450 milioni saranno investiti sempre nel comparto ferroviario e più precisamente per il rinnovo dei treni intercity al sud.

Una quota delle risorse non territorializzabili potrà infine essere erogata anche a soggetti privati. In particolare anche le imprese potranno usufruire di oltre un miliardo e mezzo di euro sotto forma di contributi per investimenti nel medio-lungo periodo.

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