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OPENPOLIS * I COSTI DELLA POLITICA: « LA SFIDA DELLA TRASPARENZA DEI FINANZIAMENTI, CALANO LE DONAZIONI PRIVATE AI PARTITI E PIÙ CHE DIMEZZATE LE ENTRATE »

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11.37 - lunedì 22 luglio 2019

Diminuisce il ruolo dei partiti, ma cresce il numero di attori coinvolti. Il tema, e il quadro, è complesso: caratterizzato da leggi che ancora non riescono ad intercettare le nuove dinamiche ed una frammentazione dei soggetti in campo.

 

 

L’abolizione del finanziamento pubblico diretto alla politica ha contribuito a rivoluzionare completamente la materia. A farne i danni è stata soprattutto la comprensione del sistema, e quindi la sua trasparenza. Se da un lato infatti lo stato spende meno, dall’altro l’attuale sistema è talmente complesso da renderne il monitoraggio molto più complicato.

 

 

Fare politica ha un costo, e mentre prima i movimenti politici si organizzavano, economicamente e logisticamente, unicamente attraverso i partiti, ora il numero di soggetti coinvolti si è moltiplicato. Dalle fondazioni politiche, alle associazioni, passando per gruppi parlamentari e think tank, la galassia di strutture che svolgono attività politiche sono aumentate.

Ma aumentando la complessità, le leggi del nostro paese stanno avendo difficoltà ad intervenire in maniera appropriata con regole chiare e dirette. Quando negli ultimi anni si è intervenuto per richiedere maggiori e migliori informazioni, spesso ci si è dimenticati di mettere in piedi un giusto sistema per il monitoraggio del rispetto delle regole. I problemi sono tanti, e riguardano sia le entrate, chi finanzia la politica, che le uscite, come la politica spende i soldi.

Con la riforma del 2013 sotto il governo Letta in Italia è stato progressivamente eliminato il finanziamento pubblico diretto ai partiti. Questo consisteva principalmente nei cosiddetti rimborsi elettorali, che sono stati definitivamente aboliti nel 2017. Una forma di finanziamento, collegata alle tornate elettorali, in cui lo stato versava ai singoli partiti una somma di denaro calcolata, tra le altre cose, in base al risultato elettorale raggiunto. La graduale abolizione dei rimborsi elettorali è figlia sia della crisi economica che ha colpito il paese, ma anche di un forte sentimento di anti-politica, causato da numerosi scandali di corruzione e malaffare.

Questa transizione, durata dal 2013 al 2017, ha fatto sì che le entrate dei partiti più che dimezzassero nel giro di pochi anni.

 

 

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Andamento delle entrate dei partiti registrati (2013-17)

Sono conteggiate le entrate da gestione caratteristica dei partiti e del M5s come riportate nei bilanci depositati. Per il 2017 al momento della raccolta dati (luglio 2018) non sono stati rintracciati i bilanci di Stella Alpina, M5s (associazione), Idv, Cor, Mov. Puglia in più, Fare!

Questo sistema è stato poi sostituito da meccanismi diversi, rimessi alla scelta volontaria del contribuente in sede di dichiarazione dei redditi (il 2×1000) o all’incentivo fiscale delle donazioni private verso i partiti (detrazione del 26% sulle erogazioni liberali). In sintesi un sistema basato sul finanziamento pubblico diretto è stato sostituito da uno basato sul finanziamento indiretto. Queste due forme di finanziamento però stentano a decollare, e mentre per il 2×1000 questo può essere considerato normale, trattandosi di una novità, quello che colpisce è il calo delle donazioni private ai partiti.

 

 

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Andamento delle donazioni alle forze politiche (2013-17)

Per persone fisiche si intendono i comuni cittadini. Per persone giuridiche si intendono aziende e altri enti di diritto privato. Dal 2014 è stato inserito un tetto di 100mila euro all’anno per le donazioni ai partiti.

Il problema per il 2×1000 poi, oltre ad essere poco utilizzato dai contribuenti, è che parliamo di cifre basse rispetto a quelle che possono essere le esigenze dei partiti. La differenza tra il quanto stanziato dallo stato, e quanto raccolto dai partiti è sempre considerevole, prova del fatto che i cittadini non utilizzano questa tipologia di finanziamento. Nel 2018 l’ammontare di soldi ricevuti dai partiti italiani tramite il 2×1000 è persino calato, passando dai 15,3 milioni del 2017 a 14,1 milioni di euro.

 

Per approfondimenti LINK Openpolis

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