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OPENPOLIS * FINANZIAMENTO ALLA POLITICA: ” DOPO L’ABOLIZIONE DEI RIMBORSI ELETTORALI, IL 2×1000 È DIVENTATO DECISIVO PER LA SOPRAVVIVENZA DELLE FORZE POLITICHE “

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16.58 - lunedì 23 aprile 2018

Finita la campagna elettorale, c’è una nuova sfida che impegnerà le forze politiche nelle prossime settimane, quella della raccolta del 2×1000. Alcuni partiti hanno già avviato campagne specifiche per convincere i propri iscritti e simpatizzanti a sceglierli nella dichiarazione dei redditi. Vediamo di cosa si tratta, qual’è la posta in palio e perché è così importante.
Che cos’è il 2×1000 e come funziona

Aboliti i rimborsi elettorali, che erano automatici e commisurati ai voti raccolti dalla lista alle elezioni, il finanziamento pubblico è diventato un’opzione lasciata ai contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi. Se vogliono, possono scegliere una forza politica cui destinare il 2×1000 della propria irpef. Se non scelgono nessuno, quella quota dell’imposta resta allo stato.

Con la dichiarazione dei redditi, i contribuenti possono decidere di destinare una quota della loro irpef (lo 0,2%, cioè il cosiddetto 2×1000) a un partito anziché allo stato. Questa forma di finanziamento non va confusa con il 5×1000 (destinato ad associazioni) e con l’8×1000 (destinato alle confessioni religiose). Vai a “Che cos’è il 2×1000 ai partiti”

La novità è che si tratta di una forma di finanziamento volontaria ed è quindi imprevedibile. C’è un tetto annuo stabilito dalla legge: 45,1 milioni di euro. Ma quanti soldi varrà davvero dipende da quanti contribuenti fanno la loro opzione.

Questo aspetto della riforma è quello decisivo. Con la progressiva abolizione dei rimborsi elettorali e la drastica riduzione delle donazioni private, il 2×1000 è diventato una fonte di finanziamento sempre più importante per i partiti politici.

Perché è così importante

Da un punto di vista economico gli ultimi anni hanno visto una forte crisi delle forze politiche. Il finanziamento privato sotto forma di donazioni da aziende o persone (nonostante le agevolazioni fiscali previste) non è decollato. I rimborsi elettorali sono stati progressivamente eliminati. La conseguenza è stata un forte ridimensionamento delle entrate annuali su cui i partiti possono fare affidamento.
Più che dimezzate le entrate dei partiti

Andamento delle entrate dei partiti registrati (2013-16)

In uno scenario simile, i fondi del 2×1000 – che dal 2017 valgono oltre 45 milioni di euro – sono diventati una risorsa strategica per la sopravvivenza dei partiti.

Per questa ragione quasi tutte le forze politiche hanno avviato delle campagne sempre più incisive per convincere i propri elettori a versare il 2×1000 in dichiarazione dei redditi. Hanno predisposto specifiche iniziative di comunicazione, dal Partito democratico a Rifondazione comunista, da Forza Italia alla Lega, che ha anche lanciato un sito dedicato (al momento in manutenzione).

Tra i maggiori partiti solo il M5s non riceve il 2×1000, per mancanza dei requisiti previsti dalla legge.

Sforzi che in parte sono stati premiati. Da quando la legge è in vigore il numero di persone che hanno scelto di destinare il proprio 2×1000 è cresciuto in modo significativo.

Nel 2014 appena 16mila persone avevano scelto un partito, ma era il primo anno di applicazione e la procedura era diversa. Dal 2015 il numero di contribuenti che hanno versato il 2×1000 a una forza politica ha superato il milione, per poi scendere a 972mila l’anno successivo. Il 2017 ha segnato il nuovo record: 1,2 milioni di opzioni.

Andamento del numero di scelte tra il 2014 e il 2017

FONTE: Ministero dell’economia e delle finanze
(ultimo aggiornamento: giovedì 11 gennaio 2018)

D’altra parte, nonostante l’aumento del numero di contribuenti, gran parte dei fondi stanziati resta ad oggi non optato. L’anno scorso oltre due terzi dei 45 milioni in palio sono rimasti allo stato, mentre i partiti hanno raccolto solo il restante terzo (pari a 15 milioni).

Due terzi del 2×1000 restano allo stato
Ripartizione dei fondi nel 2017 in base alle opzioni

Significa che i margini di miglioramento sono ancora molto ampi per gli anni a venire, e che la competizione tra i partiti sarà sempre più forte. Ma quali e quante sono le forze politiche che possono accedere al 2×1000? E sulla base di quali criteri vengono scelte?
Quali requisiti per riceverlo

Solo i partiti registrati possono chiedere di essere ammessi alla competizione del 2×1000. Ciò comporta principalmente due requisiti. Per prima cosa, in base all’articolo 3 del decreto 149/2013, devono depositare uno statuto pubblico che sia conforme a principi minimi di democrazia interna.

Questa condizione ha finora escluso il Movimento 5 stelle dalla ripartizione dei fondi. Il secondo requisito è che il partito registrato ogni anno ne faccia richiesta formale, e che possa vantare una presenza nelle istituzioni.

27 il numero di forze politiche ammesse al riparto del 2×1000 nel 2018

Il punto fondamentale è che il titolare del finanziamento non è più la lista, come avveniva con i rimborsi elettorali, ma il partito politico registrato. Questo ha delle conseguenze interessanti. Formazioni come Liberi e uguali, Noi con l’Italia e Civica popolare, ad esempio, non essendo costituiti come partito non possono chiedere il 2×1000. Possono farlo (in aperta competizione tra loro) i singoli contraenti del cartello elettorale, se sono registrati come partiti.

Nel caso di Leu, per il contribuente sarà possibile versare il 2×1000 alternativamente ad Articolo 1 – Mdp, a Sinistra italiana oppure a Possibile. Allo stesso modo non si potrà dare la propria quota di irpef a Noi con l’Italia e a Civica popolare, ma solo ai partiti che ne fanno parte, ad esempio Alternativa Popolare e Unione di Centro.

Tutti soggetti che, per quanto alle ultime elezioni siano confluiti in liste uniche, restano (per adesso) partiti politici diversi, quindi in concorrenza tra loro per il sostegno economico dei propri simpatizzanti. Una competizione che, visto lo stato delle casse dei partiti, si annuncia particolarmente aspra.

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