547 milioni pagati dall’Italia in sanzioni pecuniarie per procedure d’infrazione dal 2012 ad oggi.
Le 644 nuove procedure avviate nel 2018 hanno portato il totale delle infrazioni ancora pendenti alla fine del 2018 a 1.571. Negli ultimi anni lo stock di procedure ancora aperte al 31 dicembre è costantemente in crescita. Tra il 2014 e il 2015 il dato era sui 1.350 casi, dal 2016 invece i numeri sono stabilmente sopra la soglia delle 1.500 infrazioni pendenti. Questo vuole che se da un lato se ne stanno aprendo sempre di meno, dall’altro gli Stati membri stanno avendo difficoltà a “smaltire” quanto avviato negli anni precedenti.
L’ambiente ha storicamente rappresentato l’area più problematica per i paesi dell’Unione. A fine 2018 circa il 19% delle infrazioni pendenti riguardavano l’ambiente, ambito più coinvolto. Il dato è in calo, considerando che nel 2014 il valore raggiungeva il 24%. Il resto delle percentuali per area tematica risulta essere relativamente stabile: mobilità e trasporti (~15% del totale), mercato interno (~10%), migrazione e affari interni (~9%), tasse e affari doganali (~6%) e l’energia (~5%).
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