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OPENPOLIS * CAMBIAMENTI CLIMATICI IN EUROPA: « LE ATTIVITÀ UMANE SONO LE PRINCIPALI RESPONSABILI DEGLI EVENTI ESTREMI, NEL 2020 PERDITE ECONOMICHE PER 12,14 MLD »

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09.27 - venerdì 20 gennaio 2023

I cambiamenti climatici causano anche perdite economiche. I fenomeni ambientali estremi non sono in calo. Oltre a incidere sugli ecosistemi e sulle società causano danni alle economie. Una quantificazione di tali danni è fondamentale per misurare gli effetti del riscaldamento globale.

Stimare le perdite economiche è un aspetto centrale per la commissione europea nella strategia di contrasto ai cambiamenti climatici.
Nel 2020 ci sono stati 12,14 miliardi di euro di perdite economiche.
Nel 2017 il 57,5% delle perdite economiche per fenomeni ambientali derivava da eventi climatici.
In Grecia le perdite più elevate d’Europa (90,6 euro pro capite).
È necessario essere preparati a un aumento dei fenomeni estremi.

Le attività umane sono le principali responsabili degli eventi estremi causati dal cambiamento climatico. I disastri naturali in aumento, sia per intensità che per frequenza, come viene rilevato dall’agenzia europea dell’ambiente (in inglese european environment agency, abbreviato Eea). Nonostante le differenze regionali all’interno dell’Europa, si registrano generalmente aumenti della temperatura e cali delle precipitazioni, con fenomeni pericolosi come le notti tropicali sempre più presenti. Tutto ciò rappresenta una perdita, sia in termini ambientali che economici. Abbiamo approfondito come i disastri naturali siano la ragione principale per cui nel mondo si richiede soccorso umanitario. Nel 2021 il 65% è legato a eventi di natura climatica. Oltre alle conseguenze sul piano sociale e ecologico, questi fenomeni impattano anche sul sistema economico, causando danni fisici alle infrastrutture e agli edifici di proprietà privata.

Quantificare le perdite da eventi ambientali pericolosi. La stima delle perdite economiche e umane dovute al cambiamento climatico è un elemento centrale identificato nel green deal europeo e nella strategia europea di adattamento. È importante sia per avere un’idea di quanto incidono i cambiamenti climatici che per capire se le soluzioni politiche adottate per l’adattamento e la mitigazione di questi eventi stanno funzionando. I dati non vengono misurati dai singoli stati.

Al momento non esiste una metodologia condivisa per ogni stato membro su come misurare i danni economici dovuti al cambiamento climatico. Sono però stati fatti dei passi avanti dall’Eea per poter avere dei dati storici confrontabili tra i paesi europei.

L’indicatore è utilizzato anche nella misurazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile per l’agenda 2030. Viene considerato per le rilevazioni legate all’obiettivo relativo al contrasto al cambiamento climatico.
12,14 miliardi € le perdite economiche rilevate da Eea nel 2020 in Europa.

 

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Si tratta però di un numero che va contestualizzato. Ci possono infatti essere più cause degli eventi ambientali catastrofici. Per questo indicatore ne sono state considerate tre:

eventi meteorologici legati agli eventi atmosferici come le tempeste;
eventi idrologici connessi al ciclo dell’acqua, tra i quali rientrano ad esempio le inondazioni;
eventi climatici più correlati alle temperature come le ondate di calore.
Nel 2020, quasi il 60% delle perdite economiche per motivi ambientali è causato da fenomeni meteorologici, a cui seguono quelli idrologici (poco meno del 28%) e quelli climatologici (circa il 13%).

Nel 2017 le perdite economiche ammontavano a quasi 28 miliardi di euro
Perdite economiche derivate da eventi ambientali pericolosi (2010-2020)
Il dato rappresenta le perdite economiche derivate da eventi ambientali pericolosi. La pericolosità è definita dall’Ippc come un evento oppure una serie di eventi che possono causare perdite in termini di vite umane, feriti o altri impatti sulla salute ma anche danni e perdite a infrastrutture, proprietà private, risorse ambientali ed economiche, proprietà ed ecosistemi.

 

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Tra 2010 e 2020 si sono registrati tre picchi: uno proprio nel 2010 con perdite pari a 16,95 miliardi di euro, uno nel 2013 (22,4) e un altro nel 2017 (27,87). Risulta però importante da evidenziare che questi danni economici sono causati da eventi diversi nel corso di questi tre anni. Nel 2010 e nel 2013 le perdite più ingenti sono legate a eventi idrologici (rispettivamente 11,01 e 11,31 miliardi di euro).

Nel 2017 gli effetti del cambiamento climatico sono stati particolarmente evidenti. Nel 2017 invece sono i fenomeni legati al clima quelli più disastrosi: si parla di circa 16 miliardi di euro, il 57,5% delle perdite. Questo è stato infatti un anno particolare, come evidenziato dall’organizzazione meteorologica mondiale. È stato uno degli anni più caldi, con temperature marine alte e elevati impatti ambientali e sociali a livello mondiale.

All’interno dell’Unione europea il cambiamento climatico non impatta nello stesso modo tra le regioni. Ci sono infatti aree più colpite di altre.
In Grecia si registrano le perdite maggiori derivate da eventi ambientali anomali
Perdite economiche pro capite derivate da eventi ambientali pericolosi per gli stati europei (2020)

Il dato rappresenta le perdite economiche derivate da eventi ambientali pericolosi. La pericolosità è definita dall’Ippc come un evento oppure una serie di eventi che possono causare perdite in termini di vite umane, feriti o altri impatti sulla salute ma anche danni e perdite a infrastrutture, proprietà private, risorse ambientali ed economiche, proprietà ed ecosistemi.

 

 

Sono considerati in aggregato tre tipi di eventi ambientali:

eventi meteorologici legati agli eventi atmosferici come le tempeste;
eventi idrologici connessi al ciclo dell’acqua, tra i quali rientrano ad esempio le inondazioni;
eventi climatici più correlati alle temperature come le ondate di calore.
Non sono disponibili i dati per Estonia, Lettonia, Lituania, Cipro, Ungheria e Malta.

Tra i paesi europei, quello che registra le perdite maggiori è la Grecia con 90,6 euro pro capite. Seguono Francia (62,05), Irlanda (42,16), Italia (41,45) e Belgio (32,68). Questi sono gli stati che registrano valori superiori alla media europea, pari a 27,13 euro pro capite. I paesi che riportano perdite economiche minori sono la Slovacchia (4,1 euro pro capite), la Slovenia (3,65) e la Bulgaria (0,69). Il fatto che non tutte le regioni siano esposte a eventi della stessa natura con la medesima entità rende necessario un approccio locale, come evidenziato da Eea. A prescindere dall’area in cui su vive, la raccomandazione di Eea è quella di prepararsi a temperature più elevate e a fenomeni di precipitazioni intense più frequenti.

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