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ONLIT * AUTOSTRADE – ATLANTIA: BALOTTA, « LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO CAMBIA PADRONE, MA GLI AUTOMOBILISTI RESTERANNO TARTASSATI »

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10.11 - mercoledì 21 ottobre 2020

Siamo al rush finale per il passaggio di mano della “gallina dalle uova d’oro”. L’88% di Autostrade per l’Italia sta per essere ceduto da Atlantia a Cassa Depositi e Prestiti, in cordata con Blackstone e Macquarie. L’uscita di scena dei Benetton sarà agevolata da una ricca “buonuscita” che va dai 7 agli 8 miliardi di euro, comprensiva di uno sconto sul prezzo – previsto inizialmente tra 8 e 10 miliardi – proprio per i potenziali danni e le eventuali cause risarcitorie legate al crollo del ponte Morandi.

Con la recente delibera dell’autorità dei trasporti che doveva essere successiva alla vendita, Due fattori he aumentano il valore dell’asset in corso di vendita il compratore beneficerà anche di un aumento tariffario dell’1% annuo, con possibilità di arrivare all’1,7% fino al 2038, e un ristoro-Covid di 332,8 milioni di euro. che doveva essere successiva alla vendita, Due fattori questi che aumentano il valore dell’asset in corso di vendita.

Il passaggio di proprietà è comunque in perfetta continuità con la gestione precedente: ci saranno tanti profitti, scarsi investimenti, poca manutenzione e automobilisti “spennati”. La musica, ovvero le regole contrattuali della concessione, resterà infatti la stessa.

A cambiare saranno solo i suonatori. Da questa vicenda lo Stato ne esce da padrone, seppure a metà. Aa sarà un padrone perdente visto che i meccanismi regolatori tutelano prima l’interesse privato e poi (forse) il bene pubblico. La rendita di Aspi verrà trasferita da una holding privata a una finanziaria pubblica, la CDP, che – va ricordato – ha la missione di fare profitti (visto che deve restituire con gli interessi i risparmi postali), e che sta gestendo l’acquisizione con fondi d’investimento e finanziarie internazionali . Che tutto debba essere come prima, cioè che i profitti e le rendite debbano restare immutati, lo sostiene pure la Filt Cgil, secondo la quale “se si restringono i margini di guadagno per le concessionarie, gli effetti si possono scaricare sui lavoratori”.

 

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Dario Balotta – presidente ONLIT

(Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Trasporti e Infrastrutture)

 

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Autostrade: Filt Cgil, accelerare su revisione delle concessioni. Salvaguardare occupazione

“Sulle concessioni autostradali finora il sistema non ha funzionato”. Ad affermarlo la segretaria nazionale della Filt Cristina Settimelli nella tavola rotonda sulla viabilità, organizzata per i 40 anni della Federazione, spiegando che “serve un’accelerazione e occorre un nuovo quadro di riferimento con regole chiare, condivise e codificate, uguali per tutti i concessionari nell’interesse del Paese”.

“Il Governo – ha evidenziato la segretaria nazionale della Filt Cgil – deve costruire una cabina di regia su investimenti e manutenzioni su strade e autostrade. Va definito qual è il quadro normativo e va rivisto il sistema dei controlli che non ha funzionato. Serve inoltre definire le regole sulla durata della concessione e sulla lunghezza delle tratte in concessione che devono valere per tutti, a garanzia del settore. Bisogna inoltre tenere conto dell’innovazione, in un’ottica di miglioramento del servizio per gli utenti ed a garanzia del lavoro”.

“In questo quadro va salvaguardata l’occupazione e rimaniamo preoccupati – afferma infine Settimelli – perché, in assenza di regole uniformi, si corre il rischio, vista anche la fase attuale con meno circolazione a causa del Covid, che, se si restringono i margini di guadagno per le aziende concessionarie, si possano scaricare sui lavoratori sia sul loro salario che sui loro diritti, i mancati introiti, con un costo del lavoro che incide solo il 10% sui costi totali”.

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