La Giunta provinciale ha scelto di affrontare il tema della semplificazione nel modo sbagliato. Con una proposta di legge nella quale c’è un po’ di tutto, un insieme scomposto di modifiche e spot e qualche “contentino”, che in realtà nel suo insieme produce l’esatto contrario di quanto annunciato: più confusione. Semplificare non vuol dire derogare ed introdurre una serie di eccezioni alla regola. Facendo così si premiano i furbi.
La semplificazione, quella vera, è un obiettivo necessario, una sfida che riguarda in primis la pubblica amministrazione, ma che va perseguita con coraggio. Non dunque smontando quello che c’è per tornare indietro, ma innovando.
Un nodo cruciale è quello che riguarda gli appalti. In questo senso, reintrodurre la regola prevalente del massimo ribasso, significa mortificare le competenze di un sistema integrato come il nostro, nel quale l’impresa, le parti sociali e l’amministrazione concorrono – ciascuna per le proprie prerogative – allo sviluppo di un modello in cui la domanda pubblica di beni e servizi crea una filiera di valore sia economico che sociale.
Limitarsi ad affermare che chi fa il prezzo più basso vince, vuol dire in un sol colpo abbassare la qualità dei servizi, svilire le competenze, disinvestire sul lavoro.
Altro che innovazione, questo è un rattoppo ed una scorciatoia nel segno di una omologazione del Trentino allo standard nazionale.
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Consigliere Alessandro Olivi