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NURSING UP TRENTO * INFEZIONE DA CORONAVIRUS: « AI CALCIATORI ED AI POLITICI I TAMPONI SI FANNO, AGLI INFERMIERI ED AI PROFESSIONISTI SANITARI IN TRINCEA NO »

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09.10 - martedì 17 marzo 2020

Infezione da Coronavirus: ai calciatori ed ai politici i tamponi si fanno, agli infermieri ed ai professionisti sanitari in trincea no!

Sempre più infermieri ed operatori sanitari sono stati contagiati dal coronavirus, i dati forniti globalmente dall’Isitituto superiore di sanità parlano già di oltre 2200 operatori, noi vogliamo sapere da questo governo i dati del personale interessato divisi per qualifica e pertanto quanti infermieri e professionisti sanitari delle varie qualifiche sono stati colpiti dal virus, stesso dato l’abbiamo chiesto alla nostra Provincia di Trento.

Presumiamo che siano la stragrande maggioranza, noi siamo la categoria che passa più tempo a diretto contatto con il paziente! A questo punto però vogliamo che il personale venuto in contatto con pazienti positivi, indipendentemente che abbia avuto o meno i dispositivi di protezione, sia sottoposto immediatamente al tampone. Lo chiediamo anche per il personale che, seppur in assenza di contatto diretto con pazienti positivi, manifesti determinati sintomi che potrebbero essere riconducibili alla malattia. Pretendiamo che ci sia una risposta rapida al tampone, a Pavia fanno un prelievo di sangue ed i dipendenti hanno l’esito in tempi brevissimi. In questo momento i nostri professionisti sono un vettore significativo di diffusione della malattia e pertanto vanno attuate misure straordinarie a tutela degli stessi operatori, dei loro familiari e degli utenti.

A tutto questo, se già non fosse troppo, si aggiunge anche la previsione, contestata dal ns sindacato, contenuta nell’ articolo 7 del D.L. 9 marzo 2020 n. 14 , con la quale viene previsto che i dipendenti soggetti alla sorveglianza sanitaria debbano continuare a lavorare come nulla fosse, anche se potenzialmente infetti, con il potenziale pericolo di essere loro stessi vettori di infezione verso le famiglie ed il resto del mondo . Tale previsione è pericolosa e deve essere cancellata senza indugio in sede di conversione.

Ci giungono continue segnalazioni dai nostri colleghi che lamentano una distribuzione razionata di materiale e sono preoccupati di non avere una idonea quantità di Dispositivi di protezione, chiediamo alla Provincia di impegnarsi nel reperire sul mercato mondiale ogni tipo di Dispositivo di protezione Individuale per gli infermieri che svolgono la loro attività professionale in condizioni di rischio da coronavirus come indicato dall’ OMS ( camici, calzari, tute contenitive, caschi, guanti, ecc.) , ma anche mascherine di tipologia FFP2 e/o FFP3, un adeguato numero di tute 3 classe tipo 4, da utilizzare a seconda dei casi. Gli infermieri ed i professionisti sanitari sono esposti costantemente al contagio e ormai, trattandosi di pandemia, non è più possibile discernere chi tra i pazienti potrebbe essere positivo o meno, tutti devono essere trattati con la massima cautela, dotando il professionista della massima protezione possibile.

Insomma , non si può certo pensare di affrontare quest’ emergenza globale a danno della salute degli infermieri e dei professionisti sanitari, perché in un momento come questo chi mette a rischio gli infermieri danneggia anche i cittadini e ciò vale anche per coloro i quali , investiti delle proprie responsabilità istituzionali, ancora non si rendono conto che un infermiere non protetto è un soggetto che, più di chiunque altro rischia di far ammalare gli altri, e che se si ammala viene messo fuori gioco. Certo è che un infermiere fuori gioco , in questo momento di emergenza , equivale ad una garanzia assistenziale in meno per il cittadino.

 

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Cesare Hoffer

Coordinatore Nursing up Trento

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