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MUSE TRENTO * “ IL POPOLO DELLE ROCCE “: « I CAMOSCI I PROTAGONISTI DEL PROSSIMO APPUNTAMENTO ON-LINE DI “ INCONTRI AL MUSEO PER PARLARE DI FAUNA ” (3 MARZO ORE 20.45) »

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17.14 - lunedì 1 marzo 2021

Saranno i camosci i protagonisti del prossimo appuntamento online di “Incontri al Museo per parlare di fauna”: mercoledì 3 marzo 2021 alle 20.45, Luca Pedrotti e Luca Corlatti del Parco Nazionale dello Stelvio parleranno di passato, presente e futuro del popolo delle rocce.

Con circa 137 mila esemplari presenti in tutto l’arco alpino, il camoscio (Rupicapra rupicapra) è uno dei protagonisti delle nostre valli. Una presenza gradita e costante nel paesaggio trentino che mercoledì 3 marzo 2021 alle 20.45, in diretta Facebook sulla pagina del MUSE (qui il link per seguirla), sarà al centro dell’appuntamento marzolino di “Incontri al Museo per parlare di fauna”, le tradizionali occasioni che a cadenza mensile permettono di avvicinarsi con prospettive sempre nuove alle ricerche e agli studi sulla fauna, alla biodiversità animale e vegetale, alla conoscenza e conservazione della natura.

Il camoscio è un animale che già dall’aspetto, robusto e compatto, dal portamento fiero e dalle zampe lunghe e forti, rivela la sua natura perfettamente adattata ai terreni più scoscesi e impervi. Da qui l’appellativo di “popolo delle rocce”, a sottolineare l’amore di questa specie per le balze rocciose e i pendii più inclinati.
Il titolo dell’incontro è “Passato, presente e futuro del popolo delle rocce. Un racconto sull’evoluzione e l’ecologia del camoscio delle Alpi”; i relatori due dei massimi esperti italiani ed europei di questa specie, Luca Pedrotti, coordinatore scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio, e Luca Corlatti, ricercatore senior del Parco e postdoc presso l’Università di Friburgo, in Germania.

“L’idea – anticipano Pedrotti e Corlatti – sarebbe quella di cercare di fornire gli strumenti per comprendere in chiave adattativa le caratteristiche attuali (morfologiche, comportamentali: il presente) del camoscio attraverso uno sguardo alla sua storia evolutiva in relazione a quella dei parenti più stretti (il passato), cioè gli altri ungulati di montagna, cercando di capire il ruolo di queste caratteristiche nell’evoluzione spaziale e demografica (il futuro)”.

L’evento sarà moderato da Paolo Pedrini, responsabile della Sezione Zoologia dei Vertebrati del museo. Al termine della presentazione, è previsto – sempre in modalità virtuale attraverso le domande che potranno essere inviate nella chat di Facebook – un momento di dibattito.

 

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I relatori:

Luca Pedrotti è coordinatore scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio. Esperto nel campo dell’ecologia e conservazione dei grandi mammiferi. Dal 1996 al 2001 ha lavorato presso l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale occupandosi di pianificazione ambientale e gestione faunistica. Da anni lavora per il Parco coordinando progetti di ricerca e monitoraggio delle risorse naturali con particolare riferimento alle popolazioni di ungulati e grandi carnivori.

Luca Corlatti è ricercatore senior presso il Parco Nazionale dello Stelvio (Italia) e postdoc presso l’Università di Friburgo (Germania), con interessi per il comportamento, l’ecologia e la gestione della fauna di montagna. Ha pubblicato più di 20 articoli scientifici sulla biologia, l’ecologia e la gestione del camoscio. É editore associato di Mammalian Biology and Wildlife Biology e membro del Caprinae Specialist Group of the International Union for the Conservation of Nature. Insieme al professor Sandro Lovari sta lavorando a una monografia su biologia, ecologia e gestione del camoscio per Springer Nature.

 

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I prossimi appuntamenti:

Mercoledì 7 aprile 2021
“Coltivare il prato per tutelare la biodiversità: il legame tra avifauna e gestione dei prati in Trentino” con Mattia Brambilla, Francesco Gubert e Paolo Pedrini, MUSE.

Mercoledì 12 maggio 2021
“Studiare la fauna selvatica nell’Antropocene: racconti di foto-trappolaggio dal mondo, con un caso studio nei monti Altai della Mongolia”, Francesco Rovero, Università di Firenze, e Valentina Oberosler, MUSE.

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