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MOUNTAIN WILDERNESS – TRENTINO * COMELICO « I NUOVI IMPIANTI E LA POSIZIONE SCONCERTANTE DEL CAI »

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07.59 - sabato 25 maggio 2019

Apprendiamo con preoccupazione la posizione del CAI in merito al collegamento tra Comelico e Val Pusteria e, attraverso le pagine del nostro sito (VEDI), chiediamo un chiarimento al CAI centrale attraverso il comunicato che di seguito riportiamo.

Ha destato forte imbarazzo e incredulità all’interno di Mountain Wilderness e di tutte le altre maggiori associazioni ambientaliste italiane, la presa di posizione del CAI a livello regionale e centrale relativa ai progettati impianti di risalita del Comelico, almeno così come è stata divulgata dagli organi di stampa stamane.

Se quanto si è letto corrisponde davvero al pensiero del Club Alpino Italiano e non è il frutto di una iper-semplificazione giornalistica, viene spontaneo chiedersi quali siano le ragioni di un simile voltafaccia. Usiamo il termine voltafaccia perché la difesa del progetto rinnega posizioni del CAI legate alla tutela dell’integrità ecologica e paesaggistica delle montagne di cui da molti anni si dava per acquisita la piena accettazione.

Posizioni che sono state ufficialmente ribadite, senza sbavature e possibilità di equivoci, da quel documento ufficiale del Sodalizio che ha preso il nome di Bidecalogo. Chi lo conosce ha difficoltà ad accettare che sia quello stesso Club Alpino a sposare ora, senza la minima ombra di critica, le tesi discutibilissime anche a livello economico e occupazionale, di chi continua a progettare interventi altamente invasivi all’interno di aree ZPS o dentro i confini delle zone Buffer delle Dolomiti monumento del mondo.

Va aggiunto che il Club Alpino Italiano ha creduto opportuno veicolare questa posizione ( che alcuni hanno voluto paragonare a un assist nel l’imminenza dell’appuntamento elettorale) senza sentire il bisogno di attivare un confronto preliminare con il fronte ambientalista di cui pure pretende di fare parte. Se il testo pubblicato dovesse venire confermato, esso oggettivamente rappresenterebbe inoltre una vera e non troppo nobile sconfessione della Soprintendenza del Veneto, la quale ripetutamente e con gran coraggio ha negato l’assenso al progetto, malgrado gli attacchi asfissianti e non sempre di livello civile che a lei sono giunti da ogni parte in questi ultimi mesi. Attendiamo un chiarimento.

 

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Nicola Pech

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