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MOUNTAIN WILDERNESS * TERZO RADUNO DEI QUAD: ” ORA I COMUNI FACCIANO RIPRISTINARE OGNI TRATTO DI TERRENO COINVOLTO “

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15.19 - martedì 12 giugno 2018

Si è concluso nell’alto agordino il terzo raduno dei quad. Anche quest’anno, nonostante la dura opposizione sostenuta lo scorso anno da Mw, le Amministrazioni comunali di Falcade, Cencenighe, San Tommaso Agordino e Canale d’Agordo e la Regione Veneto – Area Tutela e Sviluppo del Territorio – Direzione Operativa Unità Organizzativa Forestale Est – Sede di Belluno, hanno autorizzato illegittimamente la manifestazione.

I Comuni hanno ritardato la trasmissione di ogni informazione alla associazione; le autorizzazioni richieste ci sono pervenute il giorno prima dell’evento, venerdì 8 giugno, tutte assieme, solo dopo la nostra diffida di denuncia alle amministrazioni pubbliche per omissione di accesso ad atti pubblici. Un passaggio significativo.

Ad oggi non abbiamo nessun tipo di comunicazione dalla Procura della Repubblica di Belluno riguardo gli esposti presentati lo scorso anno, in tempi più che utili per evitare la manifestazione. Comunicazioni esplicitamente richieste. Forse che questa inerzia non sia dovuta a conflitti di interesse?

La manifestazione di quest’anno è stata impedita in Trentino, ma ugualmente i rambo delle montagne hanno potuto scorrazzare su sentieri, piste boscate, piste di sci, strade forestali, comunali e provinciali per 100 chilometri. Le foto dimostrano gli evidenti danni apportati al cotico erboso, alla viabilità pubblica, perfino nel cuore di una vasta torbiera dove i Quad hanno distrutto i formicai, rappresentano un prezioso indice della qualità ambientale del luogo.

Con la nostra presenza discreta lungo il percorso abbiamo anche appurato come questo appuntamento non sia bene accetto dalla popolazione. Tantissimi soggetti, specialmente quelli che lavorano veramente la montagna, quindi allevatori o boscaioli, ma non solo, hanno sopportato malvolentieri l’evento.

Ci hanno fornito descrizioni degli organizzatori molto negative, come gente che pretende l’utilizzo del territorio, senza mai scendere dal mezzo per pulire una canaletta o per ripristinare un danno fatto Abbiamo anche rilevato come buona parte della viabilità forestale di tutti i comuni versi in uno stato pietoso: non si curano i drenaggi dell’acqua, le canalette sono distrutte, verso Flora alpina si sono asfaltati 300 metri di viabilità, su pendenze sempre superiori al 18%, senza canalette.

I boschi versano in uno stato di quasi abbandono: le cure selvicolturali sembrano assenti tanto sono evidenti gli attacchi di parassiti alle conifere. Riteniamo che la cura della viabilità e delle superfici boscate sia la vera emergenza che queste amministrazioni devono affrontare, non certo dare il via libera a iniziative che verso la montagna mostrano solo aggressione.

Un’ultima osservazione riguarda la società impiantistica che gestisce gli impianti del Col Margherita, che si è dimostrata solerte a offrire le autorizzazioni per l’assalto alle alte quote, attraversano proprietà pubbliche e private, delle quali posseggono solo la concessione d’uso per l’attività sciistica.

Se la società impiantistica investisse in un minimo di etica precludendo il passaggio del raduno ogni problema sarebbe risolto. Visto che impianti e piste vengono annualmente rinnovate con un forte sostegno finanziario pubblico (Trentino Sviluppo, fondi di confine), sarebbe utile che la società si dimostrasse più rispettosa dei tanti soggetti che vedono nella iniziativa solo una volgare aggressione alla montagna.

Ora ci aspettiamo che le Pubbliche Amministrazioni che hanno rilasciato le autorizzazioni subordinate al rispetto di specifiche prescrizioni, siano attive nel pretendere dagli organizzatori, in tempi rapidissimi, il ripristino della viabilità, della cotica erbosa gravemente danneggiata (come documentato dalle immagini allegate) e possibilmente anche qualche lavoro di miglioria della viabilità, ad esempio sostituendo le decine e decine di canalette ormai inservibili al drenaggio delle acque.

 

 

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