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LANCIO D'AGENZIA

MOUNTAIN WILDERNESS* PROGETTO NUOVI IMPIANTI E PISTE DA SCI IN COMUNE DI COMELICO SUPERIORE

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18.00 - mercoledì 8 novembre 2017

Ieri una delegazione di Mountain Wilderness ha incontrato il Sopraintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le Province di Belluno, Padova e Treviso. Durante l’incontro MW ha espresso le proprie perplessità relativamente alla realizzazione del collegamento sciistico tra i comprensori di Padola, in Comune di Comelico Superiore, e quello di Croda Rossa-Monte Elmo, in provincia di Bolzano.

La discussione si è basata sulla versione del progetto di gennaio 2017, redatto dallo studio Plan Team di Bolzano, per il quale è stata stanziata una parte del Fondo comuni confinanti (ex Fondo Odi). Il progetto prevede due nuovi impianti di risalita in territorio bellunese: la cabinovia Popera, che sale da Campotrondo in Valgrande (1306 m s.l.m.) fino alla Cima dei Colesei (1972 m s.l.m.) e la seggiovia Valgrande, che da Campotrondo sale verso il Col d’la Tendla (1600 m s.l.m.); tre nuove piste che collegano la Cima dei Colesi al Passo di Monte Croce Comelico (Popera I), la pista Popera II, che dal Passo di Monte Croce Comelico scende a Campotrondo, e la pista Valgrande che scende sotto l’omonimo impianto. Inoltre è previsto un bacino per l’innevamento artificiale nei pressi di Bagni di Valgrande, in prossimità delle sorgenti sulfuree.

Si osserva inoltre che nello stesso Rapporto Ambientale (Parte V, pag. 29) l’area A.05.1 Padola viene definita come “Ambito di medio-basso pregio sciistico” e pertanto l’utilizzo di fondi pubblici per la realizzazione del progetto pone una questione in tema di razionalizzazione dell’utilizzo di denaro pubblico, a fronte di un impatto paesaggisitco e ambientale di notevolissima entità (si pensi all’impatto visivo dell’arroccamento e strutture annese sulla cima dei Colesei, priva di copertura arborea).

Il Rapporto Ambientale evidenzia come la realizzazione di questo progetto comporti un’incremento della cementificazione, per esempio in Valgrande, e una ulteriore pressione sulle risorse idriche già fortemente impattate dagli impianti idroelettrici presenti (centrali di Sopalù, Campolongo e Pelos) a causa della costruzione del bacino per l’innevamento artificiale.

(Protocollo Turismo, articoli 12, 14 e 15). Risulta di difficile comprensione l’utilità reale di un collegamento tra due comprensori attaverso un tracciato a quote basse (1300 m s.l.m.) il cui innevamento risulterà inevitabilemente precario (dato il cambiamento cliamtico in corso e il conseguente aumento delle temperature) nella seconda parte della stagione sciistica, rendendo di fatto i due comprensori ancora scollegati. Una volta realizzato il progetto, ci si chiederà se i fondi pubblici saranno stati spesi in maniera lungimirante, a fronte di un impatto paesaggistico e ambientale di portata enorme.

Infine MW, in qualità di socio sostenitori della fondazione Dolomiti UNESCO, rileva che i tracciati degli impianti a fune e delle piste da sci in oggetto intersecano la zona buffer Dolomiti UNESCO. Questo comporta il NON rispetto della Strategia Complessiva di Gestione che integra la Strategia per il Turismo, elaborata nell’ambito del processo partecipativo DOLOMITI 2040, pilastro su cui si basa l’iscrizione dei 9 Sistemi Dolomitici (tra cui quello in oggetto – Sitema delle Dolomiti settentrionali) nel Patrimonio Mondiale Dolomiti UNESCO.

L’iscrizione delle aree citate a Patrimonio Mondiale Dolomiti UNESCO si basa sulla stesura di una Strategia di Gestione che garantisca la tutela e la salvaguardia dell’integrità del territorio, in modo particolare viene richiamato il divieto di intensificare le infrastrutture e la necessità di gestire in modo sostenibile il maggior flusso turistico derivante dal riconoscimento stesso.

Il rapporto del International Union for Conservation of Nature (IUCN Mission Report 08.10.2011) stabilitsce che: “il riconoscimento (dei 9 sistemi Dolomitici a Patrimonio Mondiale Dolomiti UNESCO, ndr) è confermato a condizione che non si permetta lo sviluppo di nuovi caroselli sciistici all’interno del Patrimonio Mondiale e delle aree buffer, e che le Amministrazioni locali promuovano politiche per uno sviluppo ecologicamente sostenibile del turismo.

In sintesi Mountain Wilderness auspica che le Amministrazioni competenti promuovano con forza e coraggio strategie per uno sviluppo turistico ecosostenibile, in armonia con la Strategia Complessiva di Gestione e la integrata Strategia per il Turismo, pilastro fondamentale del riconoscimento a Patrimonio Mondiale Dolomiti UNESCO, che valorizzino le risorse storiche, culturali, paesaggistiche e naturalistiche dell’area.

 

 

 

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