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MEDIOBANCA * BANCHE E ASSICURAZIONI: « IL 2020 SEGNA IL CAMBIO AL VERTICE NEL BANKING, INTESA SANPAOLO CON 994,3 MLD SUPERA UNICREDIT 929,3 MLD / GENERALI VALE IL 50% DEI PREMI DI TUTTO IL COMPARTO »

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15.28 - mercoledì 3 novembre 2021

Lo studio analizza i bilanci di 3.437aziende, suddivise in base al settore in cui operano. Nel dettaglio: 2.573società industriali e di servizi, 252holding, 27SIM, 29 società di leasing, 39di factoring e credito al consumo, 403banche e 114 assicurazioni.La ricerca contiene inoltre un approfondimento sulle imprese manifatturiere più dinamiche,ovvero le aziende che nel 2020hanno realizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20%rispetto allivellodel 2019, una variazione media annua nel triennio precedente (2019-2017) non al di sotto del 5%, nonchéun’incidenza del risultato sul fatturato 2020 non inferiore al 4%.La presentazioneè disponibile per il download sul sito www.areastudimediobanca.com

 

Le aspettative per il 2021

Dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia da Covid-19 nel 2020, l’economia mondiale è stimata in ripresa del 5,9% nel 2021 e del 4,9% nel 2022. Il PIL italiano crescerebbe più della media dell’area euro: +5,8% nel 2021 (+0,9 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio) e +4,2% nel 20221.

Queste previsioni sono caratterizzate ancora da un elevato grado di incertezza, poiché dipendono da diverse variabili come l’evoluzione della pandemia, il piano vaccinale e la capacità di impiegare efficacemente le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sulle speranze di ripresa economica incombono inoltre le tensioni sui prezzi di energia, gas e petrolio e il rialzo dei prezzi delle materie prime dovuto alla loro scarsa disponibilità. A mancare sono legname, plastica, ferro, acciaio, rame, stagno, alluminio e, di conseguenza, i semiconduttori che reggono l’industria elettronica, delle telecomunicazioni, degli elettrodomestici, dell’automotive e della componentistica. Il nodo delle materie prime è

1 Fonte: Fondo Monetario Europeo (ottobre 2021).

ipotizzato di natura temporanea, ma vi è il rischio che per alcuni settori possa diventare anche strutturale.
Oltre alle potenzialità rappresentate dal già citato PNRR che darà la possibilità di creare un’economia green, digitalizzata e più produttiva, si prevede che il settore manifatturiero possa beneficiare della ripresa della domanda di esportazioni nei mercati chiave.

Così, se nel 2020 l’insieme delle imprese industriali e di servizi ha consuntivato un calo del fatturato pari all’11,7%, per il 2021 l’Area Studi Mediobanca prevede un incremento dell’8% circa e un ulteriore +6,5% nel 2022.

Top 20 fatturato industria, solo sei le manifatturiere

La classifica dell’industria è dominata per fatturato dai grandi gruppi energetico-petroliferi pubblici: Enel (con un fatturato di €62,6mld), Eni (€44mld) e GSE (€26,3mld). Le posizioni successive si aprono ad altri settori, come il manifatturiero che si impone con FCA Italy in quarta posizione e i servizi guidati da Telecom. Nei primi 20 gruppi ne figurano dieci a controllo pubblico, cinque a controllo privato italiano e altrettanti a proprietà estera; sei delle prime venti società appartengono al settore energetico (petrolifero o energia elettrica), otto alla gestione di infrastrutture o ai servizi (commerciali, di telecomunicazioni, di ristorazione, postali, distributivi o di trasporto) e sei alla manifattura.

New entries nella Top20: Italpreziosi (€6,9 mld), Eurospin Italia (€6,3 mld), Fincantieri (€5,8 mld) e Lidl Italia (€5,5 mld).
La società con il maggior numero di dipendenti rimane Poste Italiane, con oltre 124 mila unità, nonostante il calo del 3,5%. Poste precede Ferrovie dello Stato (81.409 unità); seguono, con più di 50mila addetti, Enel (66.717) e Edizione (57.606).

Pur in presenza di una crisi di portata eccezionale, circa il 30% delle aziende che compongono la graduatoria ha realizzato, nel 2020, un incremento di fatturato. In particolare, vi sono alcuni settori che, considerati nel loro insieme, hanno espanso o comunque preservato le vendite poiché le loro attività specifiche sono state sollecitate dall’emergenza pandemica oppure perché al loro interno vi sono state operazioni di acquisizione e incorporazione che ne hanno accresciuto il perimetro di attività. In particolare si sono distinte alcune aziende del comparto alimentare, della distribuzione organizzata (food), del farmaceutico e del settore informatico.

Imprese dinamiche: aziende virtuose per crescita di fatturato e redditività

Le società dinamiche del Quarto capitalismo, ossia quelle della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico italiano, cresciute per fatturato e redditività, nel 2020 sono 10 di cui 5 medie, Monge & C. (Cn), Macron (Bo), Fratelli Ferro – Semolerie Molisane (Cb), Cappellotto (Tv) e Labomar (Tv), e 5 medio-grandi Diasorin (Vc), Stevanato Group (Pd), Pietro Fiorentini (Vi), GVS (Bo) e Copan Italia (Mn).

Tre delle aziende dinamiche hanno sede nel Nord Ovest, sei nel Nord Est e una nel Centro Sud. Si tratta di aziende operanti per lo più nel settore meccanico-elettronico (tre società). Vi sono due aziende dell’alimentare, due del farmaceutico-cosmetico, una dell’abbigliamento, una del chimico e una del vetro.

Banche e assicurazioni

Il 2020 segna il cambio al vertice nel banking con Intesa Sanpaolo che supera UniCredit per totale attivo tangibile (rispettivamente €994,3 e €929,3 miliardi).

A seguire, con ampio scarto, Cassa Depositi e Prestiti (€410,3mld) e Banco BPM (€182,5mld). Circa la qualità del credito, dopo il picco del 2015 (€198mld), a fine 2020 la massa dei crediti deteriorati netti degli istituti ammonta a €49mld, in diminuzione del 23,9% rispetto al 2019 che fa seguito al -25,6% del biennio precedente. Importante aumento del cost/income ratio (da 71% a 77%) per effetto di incentivi all’esodo (5%) e spese Covid (1%).

Per quanto riguarda le assicurazioni, Generali mantiene un dominio assoluto sulla Top10 dei gruppi con premi lordi che ammontano a €67,4mld, grazie alla sua struttura multinazionale. Seguono il gruppo Poste Vita (€16,9mld) e Unipol Gruppo (€11,9mld).

Holding, SIM, leasing, credito al consumo e factoring

Enel è prima anche nella classifica delle holding italiane per investimenti finanziari (€54,1mld) e precede Ferrovie dello Stato (con €48,3mld). Più indietro Atlantia (€17,3mld), terza classificata.
Tra le SIM, a dominare la classifica per margine di intermediazione è Sanpaolo Invest Sim, unica società a superare i €100 milioni (€139,5 milioni), seguìta da Cordusio Sim (€71,2 milioni) e Equita Sim (€57,2 milioni).

UniCredit Leasing guida invece la classifica delle 29 società di leasing per attivi per locazione. Findomestic Banca è in testa alle società di factoring e credito al consumo, con crediti finanziari per €19mld davanti a FCA Bank (€15,7mld).

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