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MEDIASET – RETEQUATTRO * “FUORI DAL CORO”: « ESPLOSIONE GASDOTTO NORD STREAM, IN ESCLUSIVA IL PREMIO PULITZER SEYMOUR HERSH » (IN ONDA MARTEDÌ 28/2)

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18.15 - sabato 25 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Il giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh ai microfoni “Fuori dal Coro” spiega la sua ipotesi sui responsabili dell’esplosione nei gasdotti sottomarini Nord Stream nel Mar Baltico. Di seguito alcuni passaggi dell’intervista che andrà in onda martedì 28 febbraio, in prima serata su Retequattro.

 

Perché e sulla base di quali fonti ha scritto nel suo articolo che gli Stati Uniti e la Norvegia hanno fatto saltate la pipeline North Stream2?
«L’idea iniziale della Casa Bianca era la richiesta di opzioni, che è arrivata nel 2021, a dicembre, prima di Natale quando i russi, o meglio quando Putin si stava chiaramente e seriamente preparando a invadere la Bielorussia e quindi a quel punto un gruppo di esperti militari e di intelligence, la CIA, etc., si sono riuniti su richiesta del capo del National Security Council Jake Sullivan. A questo gruppo di esperti è stato detto, per citare le parole esatte “abbiamo bisogno di opzioni reversibili o irreversibili”.

Opzioni reversibili sarebbero le sanzioni, le opzioni irreversibili invece corrisponderebbero a qualcosa di cinetico, qualcosa di esplosivo ed è così che si è giunti all’idea del gasdotto. Ma a quel tempo, penso che le persone inizialmente coinvolte, gli operatori, volessero illustrare al Presidente i rischi, cosicché magari iniziasse a preoccuparsi. Certo, non ha funzionato. Più tardi, in estate non è stato molto difficile fare esplodere il gasdotto nel Mar Baltico perché devi fare appello ai sommozzatori e non c’era petrolio lì. Quindi lo hanno fatto, hanno fatto quello che dovevano fare a giugno, fine maggio. E poi a settembre, quattro mesi dopo, il presidente ha preso la decisione. Ora la domanda è: perché a settembre? La guerra c’era già da sette mesi, perché a settembre il Presidente ha deciso di far esplodere? Questa è la domanda».

 

Le fonti sono segrete, ma quali prove ha che le sue fonti sono affidabili?
«Al di là dell’esplosione del gasdotto, non voglio entrare nel merito di cosa ha fatto la Russia e quale fosse il loro obiettivo. Mi occupo di queste cose da cinquant’anni. Quando ho lavorato per il New York Times ho scritto moltissimo sulla CIA, ho lavorato molto sulla CIA in Cile, sulla CIA che spiava un cittadino americano. Le persone con le quali mi rapporto, persone che lavorano nell’intelligence, servizi segreti, politici, quando fanno il loro giuramento d’ufficio, non giurano al loro capo, al generale, all’ammiraglio o al presidente, giurano sulla Costituzione e quando ritengono che questa venga violata, credono di essere le guide alle quali le persone si rivolgeranno. Quindi ho alle spalle una lunga esperienza nello scrivere senza nominare le persone e c’è sempre stato molto scetticismo riguardo a molti miei scritti, ma poi si sono sempre rivelati veri».

 

In queste settimane sono emersi diversi casi di corruzione all’interno del governo ucraino, cosa le dicono le sue fonti visto e considerato che molti soldi sono arrivati in Ucraina dai paesi Nato?
«Zelensky ne ha licenziati 15 dopo essere stato avvertito dal nostro governo, dai servizi di intelligence, che alcuni generali erano arrabbiati con lui. Non sto scherzando, quindi la corruzione è semplicemente scandalosa. Alcuni generali stavano rivendendo alcune delle nostre armi avanzate sul mercato nero a dei gruppi in Romania, in Ossezia e in quelle zone, dove ci sono persone specializzate nella compravendita di armi. E in questo modo potevamo avere armi in grado di abbattere un aereo di linea a 9km di quota nelle mani di persone che non vorremmo le avessero. Quindi ci sono molte preoccupazioni in America al riguardo, e la cosa non viene resa pubblica».

 

Se dovesse essere eletto un Presidente repubblicano ci sarà un approccio diverso sull’Ucraina?
«No, è rielezione! I presidenti che fanno guerre hanno maggiore gradimento! Penso che capisca – il presidente Biden ndr – che ci sono molte persone all’interno del Partito Democratico che pensano sia troppo vecchio. Ci sono molte persone che pensano che con il repubblicano giusto potremmo avere un altro repubblicano e questo spaventa molto tutti dopo Trump».

 

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