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MEDIASET * ITALIA 1: “LE IENE”: INTERVISTA A ​VITO PETROCELLI (PRESIDENTE COMMISSIONE AFFARI ESTERI – SENATO): « PERCHÉ NON DEVO RIMANERE SE RAPPRESENTO IL PENSIERO DI BUONA PARTE DEGLI ITALIANI? »

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18.06 - mercoledì 4 maggio 2022

“Perché non devo rimanere alla presidenza della Commissione Esteri se rappresento il pensiero sul tema specifico di buona parte degli italiani?”.

Giuseppe Conte: “Petrocelli deve avere la bontà di dimettersi perché, come sapete dai regolamenti, l’espulsione dal gruppo non è sufficiente per rimuoverlo dalla presidenza”.

Stasera in prima serata su Italia 1, nel nuovo appuntamento con “Le Iene”, condotto da Belén Rodriguez e Teo Mammucari, il servizio di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti con l’intervista al presidente della Commissione Affari Esteri al Senato Vito Petrocelli.

Il senatore grillino aveva suscitato numerose polemiche all’interno del Movimento 5 Stelle con cui è stato eletto per aver disertato la seduta congiunta con il premier ucraino Volodymyr Zelenskij e per aver votato contro al decreto sull’invio di aiuti militari al paese invaso dalla Russia. In questi giorni è balzato di nuovo agli onori delle cronache per aver scritto, alla vigilia del 25 Aprile, sulla sua pagina Twitter: “Per domani buona festa della LiberaZione…”. Parola scritta con la Z maiuscola all’interno della parola liberazione, che ricorda a tutti quella impressa sui carri armati dell’esercito russo, che starebbe per “za pobedu” e che significa “per la vittoria”. Al suo tweet ha risposto duramente il presidente del M5S Giuseppe Conte, con queste parole: “Il suo ultimo tweet è semplicemente vergognoso. Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle”. La decisione di Conte di espellerlo dal Movimento è stata poi condivisa sia dal ministro degli Esteri Luigi di Maio, che ha chiesto anche le sue dimissioni dal ruolo di presidente della commissione, che da tutti gli altri partiti politici. Nel servizio anche le dichiarazioni dell’ex premier Giuseppe Conte.

Conte: Petrocelli deve avere la bontà di dimettersi perché, come sapete dai regolamenti, l’espulsione dal gruppo non è sufficiente per rimuoverlo dalla presidenza. Io lo invito a dimettersi perché chiaramente in questo momento, lui non è in condizione di poter garantire il buon funzionamento della Commissione, a prescindere dalle sue convinzioni.

Monteleone: Anche l’immagine di indipendenza, secondo lei, quindi?
Conte: Diciamo che le ultime uscite hanno compromesso, ecco, quel ruolo di quella funzione che aveva il presidente di autorevolezza, imparzialità e, ripeto, garanzia del buon funzionamento dei lavori della Commissione.

 

***

Questi alcuni stralci dell’intervista a Vito Petrocelli:

 

Monteleone: La liberazione, dalla A alla Z.
Petrocelli: Che domanda è? È ironica?

 

Monteleone: No, il tweet è il suo.
Petrocelli: Io ho sempre festeggiato il 25 aprile come la Festa della Liberazione, e ho deciso di scrivere un tweet per lanciare una provocazione.

 

Monteleone: Però, la z maiuscola, considerato che i russi la mettono sui carri armati che vanno a invadere un paese sovrano…
Petrocelli: E, ripeto, è una provocazione. Avrei potuto mettere la bandiera della Nato.

 

Monteleone: Perché non lo cancella?
Petrocelli: No, non si cancella, era necessario e discutibile.

 

Monteleone: Lei non fa il capo ultras. Lei fa il presidente della commissione Esteri del Senato della Repubblica.
Petrocelli: Certo, il momento è difficile. C’è un governo che sta portando il Paese sull’orlo di una guerra. Allora è necessaria una provocazione.

 

Monteleone: Ma, per fare una provocazione, è necessario solidarizzare con degli invasori secondo lei?
Petrocelli: È necessario solidarizzare.

 

Monteleone: Se lei mette la Z maiuscola dentro la parola liberazione qualcuno potrebbe offendersi. Qualcuno a cui sono morti familiari, magari…
Petrocelli: Io credo che una provocazione debba essere forte, altrimenti non ha senso. Altrimenti non è una provocazione.

 

Monteleone: In politica estera quando c’è un’aggressione bisogna scegliere da che parte stare.
Petrocelli: No, non necessariamente. Bisogna scegliere di stare dalla parte della legalità della Costituzione italiana che dice che l’Italia non deve partecipare ai conflitti. A me non sembra che la Russia stia minacciando la sicurezza nazionale.

 

Monteleone: L’ultima volta che ha fatto una previsione così è andata male, lei diceva che la Russia non ha mai attaccato nessuno nel corso della sua storia.

Petrocelli: Era vero fino a quel momento, io credevo che la Russia non sarebbe entrata in guerra. Mi sono sbagliato.

 

Monteleone: Però lei si fida un po’ troppo della Russia e un po’ meno degli alleati occidentali. Come facciamo cessare l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina?

Petrocelli: Di sicuro noi non dobbiamo partecipare a un conflitto che non ci riguarda, quindi dovremmo smettere.

 

Monteleone: Lasciare l’Ucraina indifesa?

Petrocelli: Dovremmo smettere di inviare armi.Petrocelli: Lei ricorda che quella Z significa anche denazificazione di un Paese.

 

Monteleone: Ma che cosa vuol dire per la vittoria?

Petrocelli: Lei ricorda che il 2 maggio è anche l’anniversario dell’eccidio a Odessa perpetrato nella Casa del Lavoro di circa 50 persone da parte di coloro i quali oggi siedono nelle istituzioni ucraine. È un conflitto cominciato otto anni fa. Noi non dobbiamo averci a che fare. Questo è il senso del mio tweet. Dovremmo aver a che fare con una guerra?

[…]

Monteleone: Dice Giuseppe Conte: «Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle. Stiamo completando la procedura di espulsione».
Petrocelli: Non mi è stata ancora notificata.

 

Monteleone: Ma lei perché rimane presidente della commissione Esteri, visto che adesso ci sono i suoi colleghi che non vogliono più partecipare ai lavori?
Petrocelli: Io rimango presidente perché credo di dover rappresentare un pezzo di paese che nel Parlamento italiano non è rappresentato. Perché non devo rimanere alla presidenza della Commissione Esteri se rappresento il pensiero sul tema specifico di buona parte degli italiani?
[…]

 

Monteleone: Lei cosa pensa della Nato?
Petrocelli: Io penso della Nato quello che pensava il Movimento 5 Stelle quando ha fatto il programma del 2018.

 

Monteleone: Cioè?
Petrocelli: Il ruolo dell’Italia nella Nato andrebbe riformato. Significa che bisogna stare in un’associazione come è l’Alleanza atlantica da pari e non da sottomessi. In questo momento…

 

Monteleone: Noi saremmo sottomessi?
Petrocelli: È evidente

 

Monteleone: A chi?
Petrocelli: Agli Stati Uniti, soprattutto.

 

Monteleone: Le pare bello quello che ha detto Lavrov che Zaleski è ebreo come Hitler? Le sembravano farneticazioni inaccettabili da un ministro degli Esteri di un Paese?
Petrocelli: Avrà avuto le sue ragioni. Io non lo so se Hitler era ebreo, nel senso di quello intende Lavrov.

 

Monteleone: Ma a lei sembra che stiano denazificando l’Ucraina i russi?
Petrocelli: Mi sembra di sì.

 

Monteleone: E come la stanno denazificando? Ammazzando donne e bambini civili, bombardando teatri, infrastrutture civili?
Petrocelli: No, eliminando questa presenza.

 

Monteleone: Ma le ha viste le bombe sulle case? Quello è denazificare?
Petrocelli: Lei le ha viste le bombe sulle case del Donbass?
[…]

 

Monteleone: Beppe Grillo l’ha chiamata per esprimere solidarietà?
Petrocelli: No.

 

Monteleone: È un silenzio vergognoso quello di Grillo?
Petrocelli: È un silenzio vergognoso quello di Grillo sì, su questa vicenda, non perché non mi ha chiamato.
[…]

 

Monteleone: È vero che lei è marxista, giusto?
Petrocelli: Sì.

 

Monteleone: Lo è ancora?
Petrocelli: Sì.

 

Monteleone: Si dimette?
Petrocelli: No, non mi dimetto.

 

Monteleone: Nemmeno se glielo chiede il suo partito?
Petrocelli: Me l’ha già chiesto il mio partito, tra l’altro, me l’ha chiesto il ministro degli Esteri. Piccolo l’errore.

 

Monteleone: Diciamo, lo sbaglio è nel 2018.
Petrocelli: È da vedere.

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