News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA

MEDIASET – ITALIA 1: “ LE IENE “: « IL SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE PIERPAOLO SILERI HA VIOLATO LA LEGGE CON LE SUE PRESTAZIONI IN UNA CLINICA PRIVATA CONVENZIONATA? »

Scritto da
16.59 - martedì 4 maggio 2021

Questa sera, martedì 4 maggio, in prima serata su Italia 1, andrà in onda a “Le Iene” un servizio di Filippo Roma e Marco Occhipinti, relativo al presunto conflitto d’interessi, che riguarderebbe il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri.

Fino al 2018 l’attuale viceministro alla Salute era un medico dipendente di un ospedale pubblico, il Policlinico Tor Vergata. Eletto Senatore per il Movimento 5Stelle, partito politico a cui appartiene, nonostante l’aspettativa, risulta che lavorasse anche per una clinica privata convenzionata. Pierpaolo Sileri ha violato la legge che impedisce a un medico dipendente pubblico di lavorare contemporaneamente a pagamento per una clinica privata convenzionata? Il consigliere regionale Antonello Aurigemma di Fratelli d’Italia aveva dichiarato: “Il Senatore Sileri svolgeva attività privata senza averne diritto”, accuse che erano seguite alla denuncia pubblica dell’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato, con queste parole: “Si fa pagare visite mediche private mentre fa il Senatore”. “Si trattava di insegnamento e tutoraggio”, rispose Sileri, aggiungendo “l’unica cosa che io ho fatto lì, è stata la parte di endoscopia e di chirurgia endoscopica per un totale, se non ricordo male, di 54 procedure fra insegnamento, tutoraggio e quant’altro e a questo ci fu anche un’interrogazione che fu fatta alla Regione Lazio alla quale ha risposto l’assessore D’amato e diciamo ha stabilito perfettamente che non vi era nessun conflitto.” Spiega così, ai microfoni de Le Iene, che avrebbe chiarito, rispondendo a un’interrogazione, che non ci sarebbero stati conflitti d’interesse. “Io, per evitare ulteriori cose, ho lasciato e quello era insegnamento per la scuola di specializzazione”, dice in riferimento a quella dell’Università di Tor Vergata. Il consigliere regionale Antonello Aurigemma di Fratelli d’Italia sostiene invece che si sarebbe trattato di prestazioni a pagamento: “Dalle carte che ci ha fornito l’Asl non c’è nessuna menzione all’attività didattica che il professore ha svolto”.

A testimonianza della sua dichiarazione, Aurigemma ha portato un documento esclusivo che potrebbe smentire la versione dei fatti data dal sottosegretario Sileri: è un cosiddetto redazionale a carattere promozionale di una radio romana, Radio Sei. Nell’audio si sente il prof. Pierpaolo Sileri fare pubblicità alla Nuova Villa Claudia. “Lei è lì perciò per un appuntamento, per un controllo”, gli chiede il giornalista Guido De Angelis. “Sì, sì, io sono qui certo sì”, risponde Sileri. “Allora nuova Villa Claudia si trova in via Flaminia Nuova 280, c’è anche il sito Nuovavillaclaudia.it”, prosegue De Angelis. “Per un appuntamento anche con il professor Pierpaolo Sileri io do il telefono 06…”.

Ma come? Filippo Roma si chiede, non doveva trattarsi di insegnamento e tutoraggio per l’Università? Ne parla al telefono anche con il proprietario della clinica, Gianluigi Rizzo. “Lei mi conferma che Sileri non veniva qua a insegnare ma a fare il medico a fare viste interventi endoscopie”, continua la Iena. “Ma insegnare in che senso? Non è che insegnava”, conclude il proprietario. L’inviato legge anche una dichiarazione fornita all’inviato da Rizzo: “Il sottoscritto Gianluigi Rizzo dichiara che il professor Pierpaolo Sileri ha svolto presso questa casa di cura Nuova Villa Claudia la propria attività professionale consistente in prestazioni di chirurgia generale, l’attività è stata effettuata in regime di prestazione occasionale”. Dichiarazioni che Rizzo conferma anche al telefono.

Ma per una visita con Sileri si pagava? E, se sì, quanto? Si domanda Filippo Roma. Dal centralino della clinica Nuova Villa Claudia dicono che il professore al momento non ha le liste aperte, ma confermano che prima fosse possibile prenotare una visita con lui al prezzo di “200 euro la prima visita e 150 euro la visita di controllo”.

Siamo sicuri che questa attività, per lui, medico dipendente pubblico, fosse consentita dalla legge? E ancora, nel momento in cui è diventato un Senatore, si è messo in aspettativa? A queste ultime domande risponde il giudice Pasquale Landi, ex Consigliere di Stato ed ex consulente giuridico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, spiegando: “Un medico dipendente di una struttura pubblica ha diritti e doveri, nell’ambito dei doveri ci sono le incompatibilità. L’aspettativa è fatta per consentire al parlamentare di dedicarsi alla propria attività di soggetto che ha un mandato politico parlamentare, non per fargli fare delle cose che altrimenti non potrebbe fare.”. Alla domanda “Un medico dipendente di un ospedale pubblico collocato in regime di extramoenia può svolgere attività professionale presso una clinica privata convenzionata con la regione, quindi al di fuori della struttura ospedaliera nella quale è incardinato?” Risponde: “Nel momento in cui la struttura è convenzionata l’attività extramoenia non può essere svolta”. “Ok. E se in quel momento si trova in aspettativa perché eletto parlamentare?”, gli chiede l’inviato. “No, assolutamente no – afferma Landi – perché nel momento in cui la struttura è convenzionata l’incompatibilità deriva non solo dal suo status originale di medico dipendente di una struttura pubblica ma l’incompatibilità viene confermata anche dalla legislazione propria dei Senatori e dei Deputati, che impedisce di sommare l’indennità a quella propria del Senatore e del Deputato derivante da enti che sono convenzionati con lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni.”.

Qualche giorno fa, in tv, il viceministro ha dichiarato “Io sono mesi che ho chiesto di rispondere alle interrogazioni sulla faccenda di mia moglie alle Iene dello scorso anno, perché io ci tengo a spiegare quello che è successo e a dare risposte, non riesco a rispondere per dare chiarezza su mia moglie, non è una cosa normale”.

Già un anno fa, un’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti, aveva raccontato il presunto conflitto d’interessi tra la moglie dell’attuale sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e la fornitura di mascherine per la ventilazione a vari ospedali pubblici. Giada Nurry, sua moglie, era agente rappresentante di dispositivi medici di un’azienda che fornì mascherine al Policlinico Umberto I di Roma, grazie a un appalto che sarebbe stato confermato pochi giorni dopo che Sileri venne nominato viceministro del dicastero alla guida di Roberto Speranza. Filippo Roma andò a chiedergli chiarimenti e lui dichiarò: “Mia moglie non fa la rappresentante, fa la segretaria, è un’amministrativa, diciamo, è proprio l’ultima della catena di quella ditta, proprio, cioè, potere decisionale zero”, negando di sapere che la moglie si fosse occupata della vendita di mascherine per la ventilazione al Policlinico. Ma nell’inchiesta, una serie di elementi e alcune testimonianze – tra cui quella di Aldo Segante, datore di lavoro della Nurry – avevano dimostrato che le cose non sarebbero state come le aveva raccontate il sottosegretario. Sileri diceva che la moglie fosse solo una segretaria, mentre il datore di lavoro sosteneva che fosse un’addetta alle vendite e che fosse tutto riportato anche nelle carte ufficiali dell’appalto di mascherine che indicavano il suo ruolo e le sue mansioni, nero su bianco. Segante disse alla Iena: “Alla signora Nurry, per evitare il conflitto d’interessi, se la moglie di un viceministro ha un ruolo, ho detto «guarda, se vuoi ti metti in aspettativa e aspettiamo fino a quando questo ruolo verrà a finire e tu potrai tornare al lavoro»”. Queste dichiarazioni suscitarono un’ulteriore domanda da parte dell’inviato della trasmissione: “Se la moglie percepisce altri soldi in base a quanti più prodotti riesce a piazzare negli ospedali pubblici, si potrebbe parlare di un conflitto di interessi?”. Immediata la risposta di Sileri che negò questa circostanza.

Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.