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LANCIO D'AGENZIA

MAURO CAGOL * CONCERTO VASCO ROSSI (20/5/2022): « STATISTICHE METEO, A TRENTO NEL MESE DI MAGGIO DEGLI ULTIMI 40 ANNI (1982-2021) HA PIOVUTO UN GIORNO SU TRE »

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07.07 - lunedì 7 marzo 2022

Fin dagli albori l’attività umana è stata legata a doppio filo al susseguirsi degli eventi meteorologici: caccia e pesca, poi l’agricoltura, le guerre, gli spettacoli teatrali negli anfiteatri: qualsiasi evento debba svolgersi all’aria aperta è in misura variabile condizionato da ciò che Madre Natura ha deciso di riservarci.

E se l’uomo inizialmente attribuiva all’estro degli dei qualsiasi fenomeno atmosferico, senza intuirne le modalità di accadimento ed i successivi sviluppi, il cosiddetto progresso ci ha portati a capire quanto siano importanti le leggi fisiche e chimiche per avvicinarci alla comprensione dei fenomeni meteorologici, fino ad arrivare al punto di voler essere in grado di provocarli artificialmente (ma, aggiungo io per fortuna, siamo ben lontani dal poterci riuscire su larga scala). Cerchiamo quindi di non trasformarci in manipolatori della Natura e veniamo al motivo di tale introduzione.

Soffermiamoci sulla capacità dei meteorologi di predire con una buona percentuale di affidabilità l’evolversi del tempo, affidabilità aumentata negli ultimi anni grazie ai super-calcolatori e alla diffusione sempre più capillari delle stazioni meteo di rilevamento, dei satelliti oltre che ovviamente grazie all’affinata conoscenza delle leggi che governano la fisica dell’atmosfera.

Aggiungiamo gli almeno 30 anni di sistematiche osservazioni che sono necessarie per inquadrare dal punto di vista climatico le varie porzioni di territorio ed attribuirne una caratteristica peculiare: ricordiamo che la meteorologia formula una previsione probabilistica del tempo che farà a breve, medio e lungo termine, dove per lungo termine i sette/dieci giorni sono già un traguardo difficile da raggiungere in termici di approssimazione di una corretta previsione meteo; la climatologia si avvale di almeno 30 anni di osservazioni per inquadrare ad esempio temperatura e piovosità caratteristiche di una località o porzione di territorio, cioè il tempo che mediamente ci si può attendere ad esempio in uno dei mesi dell’anno, senza formulare una vera e propria previsione meteo, ma semplicemente indicando ciò che nella norma accade.

 

Veniamo quindi al punto cruciale: 20 maggio 2022, un evento storico per la città di Trento, che ospita uno dei miti della musica italiana, colui che movimenta folle oceaniche ad ogni suo evento live, Vasco Rossi.

Un evento che si svolgerà all’aperto, nella periferia sud del capoluogo trentino, che richiede una mole organizzativa che definire imponente è quasi riduttivo. Tutto potrà essere pianificato, compresi gli interventi tempestivi per qualche inevitabile problema tecnico, soprattutto ovviamente l’assistenza a 360 gradi delle oltre centomila persone presenti, compito immane, così come immane sarà anche la tecnologia costruttiva (il mastodontico palco in primis, compresa la copertura dello stesso) ed impiantistica (audio, luci, effetti speciali …..) che fungerà da sovrastruttura al concerto.

C’è un ma, un imprevisto, una fastidiosa pulce che rimarrà fino all’ultimo quale possibile elemento di disturbo, piccolo, medio o grande, che nessun organizzatore di eventi all’aperto potrà controllare a priori (pur adottando qualche misura che possa contenerlo, abbiamo ad esempio citato la copertura del palco, senza ora dimenticare una perfetta, maniacale protezione dei vari impianti elettrici).

Avete ormai capito dove andiamo a parare: il tempo atmosferico, vero incubo delle piccole/grandi manifestazioni. Mi viene in mente, a titolo di esempio, l’Arena di Verona, ove un team di esperti è a stretto contatto con i responsabili della città scaligera, visto che bastano poche gocce di pioggia per inficiare il regolare svolgimento di uno spettacolo d’opera lirica.

Restando in Trentino rimarrà memorabile la prima edizione della Color Run, 6 giugno 2015, che, pur svolgendosi regolarmente (sotto un diluvio) nella parte agonistica (la corsa “spruzzata di colori”), dovette rinunciare a buona parte dell’atteso contorno (in particolare la parte musicale all’aperto) a causa di un temporale auto-rigenerante che colpì buona parte di Trento e dintorni.

Non potendosi ovviamente formulare una previsione puntuale che inquadri la situazione meteo nel momento clou dell’attesissimo concerto, possiamo almeno indicare quello che ci indicano le statistiche almeno trentennali, vale a dire il clima mediamente riscontrato nei giorni e nel luogo dell’evento. Non si tratta di uno stucchevole “gioco”! Basti pensare che le date nelle quali si organizzano ad esempio le Olimpiadi e i Mondiali di Calcio, pur costrette in un certo intervallo cronologico, sono studiate a tavolino dai climatologi che indicano quali siano sommariamente i giorni e/o le settimane statisticamente propizi allo svolgimento di tali eventi.

Così come le nostre ferie non possono essere spesso liberamente scelte a nostro piacimento, così anche il Concerto di Vasco Rossi è inquadrato in un calendario che ha regalato il Blasco a Trento il 20 maggio 2022. Così come le nostre ferie, una volta fissate, sono inesorabilmente condizionate dal tempo atmosferico che Madre Natura ci riserverà nel periodo che abbiamo scelto mesi o settimane prima, anche il 20 maggio rimane fissato quale data “appesa” al tempo che farà.

Cosa dice la statistica per il mese di maggio a Trento e dintorni?

Non potendo contare sulla mia stazione meteo posta su di un manto erboso all’interno del Collegio Arcivescovile in via Endrici (non dispone di una serie storica sufficiente essendo stata inaugurata poco più di 6 anni fa), analizzeremo i dati di due postazioni meteorologiche storiche, quella di Trento Laste appartenente al “circuito” osservativo di Meteotrentino (organo ufficiale della Provincia di Trento per monitorare gli eventi meteo a tutto tondo in Trentino, struttura che infatti si occupa anche di nivologia e glaciologia e fa parte dell’organizzazione di Protezione Civile), e la stazione meteo di Flavio Toni, sita nella zona sud di Trento (quindi prossima all’area del concerto), inserita in un nutrito gruppo di siti di osservazione meteorologica, posti in Trentino e in Alto Adige, parte integrante dell’Associazione di Promozione Sociale “Meteo Trentino Alto Adige”, comunità di meteo appassionati che, pur definendosi “meteoamatori”, sono in possesso di stazioni meteo validate dall’Organizzazione Meteorologia Mondiale (OMM) e cercano di trasmettere con la loro passione i fondamenti che stanno alla base della scienza meteorologica.

Trento Laste si trova in linea d’aria a circa 5 chilometri dalla zona ove si terrà l’evento; quindi, pur bastando due/tre chilometri per trovare differenti condizioni meteo (soprattutto quando si verificano i temporali), riteniamo che sui grandi numeri le statistiche abbiano significato (avendo successivamente come termine di confronto anche i dati della già citata stazione meteo di “Trento sud” a disposizione).

I numeri trentennali (1981-2010) ci dicono che nei mesi di maggio e giugno si ha annualmente il maggior numero di giorni di pioggia rispetto agli altri mesi dell’anno, esattamente (mediamente) 9,5 (per definirsi “giorno di pioggia” deve caderne la quantità di almeno 1 mm.), il che vuol dire, facendo una semplice divisione fra i 31 giorni di maggio e i 9,5 potenzialmente piovosi, abbiamo una giornata di pioggia ogni 3 giorni e 6 ore (infatti il risultato è circa 3,25, dove lo 0,25 indica un quarto di giorno, 6 ore appunto). Dobbiamo sottolineare che si considera “giorno di pioggia” se nelle 24 ore (da mezzanotte a mezzanotte) precipita almeno 1 millimetro, ossia un litro per metro quadrato (equivale ad un brevissimo acquazzone di 4-5 minuti al massimo o ad un’ora di pioggia continua, ma molto leggera, al limite della pioviggine).

Per quanto concerne la quantità, invece, sono in testa novembre ed ottobre (entrambi poco oltre i 110 mm.), quando le grandi perturbazioni autunnali, spesso legate ad una depressione centrata sul mar Ligure, provocano spesso piogge diffuse e persistenti (basti pensare al disastroso evento che abbiamo vissuto all’inizio di novembre 1966 ed al più recente, classificato come “Tempesta Vaia”, a fine ottobre 2018).

Maggio e giugno seguono nella classifica dei mesi mediamente più piovosi (quantità) dell’anno (entrambi circa 95 mm.), con le piogge che sono più che altro legate a rovesci più o meno intensi, talvolta temporaleschi, legati all’attività convettiva (nubi in sviluppo verticale) dovuta all’ormai intenso riscaldamento, con le correnti calde in ascesa e successiva condensazione in nubi (goccioline d’acqua e addirittura cristalli di ghiaccio alle quote più alte), ascesa favorita anche dall’ostacolo orizzontale posto dai nostri rilievi.

Veniamo alla stazione meteo di Flavio Toni (denominata “Trento sud”), sita a pochi passi dal luogo designato per il concerto di Vasco Rossi. Come mi ha segnalato lo stesso Flavio, i dati storici scaturiti dal periodo 1982-2002 provengono da un sito non distante della rete meteo Iasma della Fondazione Mach dell’Istituto Agrario di san Michele all’Adige, integrati successivamente con la recente serie numerica della stazione “Trento sud” nel periodo 2003-2021.

Estrapolati quindi dai numeri quarantennali (1982-2021), i dati ci dicono che nei mesi di maggio e giugno si ha annualmente il maggior numero di giorni di pioggia rispetto agli altri mesi dell’anno, precisamente 11 in maggio e 10 a giugno, quindi, in maggio abbiamo una giornata di pioggia ogni circa 2 giorni e 20 ore (infatti il risultato è circa 2,82). Per quanto concerne la quantità, invece, sono sempre in testa novembre ed ottobre (oscillano entrambi intorno ai 125 mm.), maggio segue nella classifica dei mesi mediamente più piovosi (quantità della precipitazione, non frequenza quindi) dell’anno (poco meno di 110 mm.), preceduto in questo caso per pochi millimetri dal mese di luglio.

Dal confronto fra le stazioni di Trento Laste e Trento sud, tenendo conto della differente lunghezza della serie storica, della diversa collocazione geografica delle stazioni e di possibili, pur piccoli errori di misurazione nell’arco degli anni, notiamo che complessivamente i numeri non divergono molto, registrando solo un leggero incremento nel numero medio di giorni di pioggia e nella quantità di precipitazioni mensili nel sito di Trento sud, quello più vicino al luogo dell’evento.

In pratica possiamo in conclusione affermare che piove mediamente in maggio 1 giorno su 3 (ribadiamo, almeno con 1 mm. di precipitazioni), per una quantità media mensile totale di poco superiore ai 100 mm.

Cosa si può estrapolare da queste statistiche? Tenendo conto che il periodo critico dell’evento sarà costituito da almeno un paio di giorni prima del 20 maggio per ultimare palco ed impianti elettrici, oltre che per l’arrivo degli avamposti “umani”, dal giorno clou dell’evento (pomeriggio, sera e prima nottata in particolare) e dal giorno successivo (smantellamento delle strutture e termine dell’esodo degli spettatori), per un totale di 4 giorni, si può affermare che vi è un’alta probabilità statistica che almeno in uno dei 4 giorni possa piovere (minimo il famoso millimetro, senza ovviamente escludere quantità superiori).

Impossibile determinare il giorno, il momento del giorno o della notte in cui pioverà e, come si può immaginare, nemmeno la durata e la consistenza della precipitazione. E, aggiungiamo noi, non è detto che la fortuna non possa assistere l’evento regalando 4 giorni consecutivi di tempo asciutto, in barba alla media statistica; come potrebbe ovviamente accadere anche il contrario, ovvero due o o tre giorni consecutivi con qualche acquazzone o temporale …..).

Ovviamente solo 3 o 4 giorni prima dell’evento si potrà avere una previsione puntuale, sufficientemente valida su quello che ci riserverà concretamente la Natura (pur sempre con l’inevitabile margine di incertezza).

Quindi a cosa serve la serie storica, a cosa serve la statistica sopra illustrata? Qualsiasi organizzatore di eventi all’aperto deve valutare le possibili condizioni meteo classiche del periodo in esame per non farsi trovare impreparato di fronte al fenomeno meteo che normalmente permea i giorni che “circondano” l’evento, al di là di ogni ironia od insinuazione che sicuramente scaturiranno dopo aver ascoltato le considerazioni dei climatologi di turno.

Abbiamo trascurato le temperature medie che si registrano intorno al 20 maggio, ma è chiaro che il disturbo maggiore potrebbero arrecarlo valori sopra la norma, il che vorrebbe dire giornate dal sapore estivo, con un conseguente obbligo per gli organizzatori di garantire un’adeguata idratazione al pubblico presente, tenendo ovviamente conto del calore emanato dal suolo, soprattutto nei punti cementificati, della calca e quindi in pratica dello stesso calore umano da contatto ravvicinato multiplo. Il tutto esacerbato da eventuali elevati tassi di umidità.

Anche il vento, che in questo inverno ci ha spesso “tartassato”, può essere un elemento di disturbo. Tuttavia le eventuali raffiche in maggio sono generalmente associate ad un acquazzone o fenomeno temporalesco; pertanto entrerebbero in gioco il semplice scroscio di pioggia o l’eventuale temporale che abbiamo considerato nelle statistiche già citate. Se invece diamo peso alle classiche folate di vento, anche intense, dovute alle brezze lungo l’asta dell’Adige (in un regime di alta pressione e con temperatura dal sapore estivo o quasi), esse tendono tuttavia a quietarsi nel corso della sera, quindi nelle ore clou del concerto.

Non si può nemmeno escludere, come la serie storica della stazione di Flavio Toni suggerisce (lo vedremo tra poco), l’esatto contrario, ovvero una serata/nottata del concerto ben più fredda della norma, anche se proprio la calca umana di cui abbiamo già parlato può fungere da protezione contro i colpi di freddo.

Chiudiamo le statistiche di maggio estrapolando quindi alcune curiosità meteorologiche (ne ha gentilmente fornite un’impressionante documentazione) che Flavio Toni ha trascritto nel corso degli anni in modo certosino ed indicano i fenomeni che in una recente, ma lunga serie storica hanno caratterizzato in maniera più o meno particolare il quinto mese dell’anno.

Ci siamo soffermati in particolare sugli episodi di neve tardiva a bassa quota (1000 metri o meno) accaduti nel mese di maggio (quindi il classico “freddo fuori stagione”), non trascurando un paio di episodi extra degni di menzione:

1979: 3 maggio, neve fino a 900 m., 5 maggio neve a 700 m.

1981: 4 maggio, neve fino al limite dei 1000 m. (tarda notte + mattina).

1983: il 23 maggio forti piogge, con molte frane cadute soprattutto nella zona di “confine” fra Trentino Alto Adige e Valtellina.

1987: 3 e 4 maggio neve in calo da 1300 a 900 m., in valle temporali con vento da N, poi pioggia e temperatura massima di soli +7°.

1997: il 9 maggio minima attorno a 0° a Trento.

1998: il 14 maggio forti temporali, con grandinate in alcune zone della Provincia.

2004: tra il 5 ed il 9 maggio profondo minimo di pressione fra Gran Bretagna e Nord Italia con molta neve sui monti: fin sui 1200 m. il 5, a 700 m. il 6, a 900 m. il 7 e l’8 e a 1000 m. il 9 maggio.

2006: il 31 maggio minima di 3,5° con lieve brinata in campagna.

2007: il 15 maggio forte grandinata.

2012: irruzione fredda verso metà mese; il 15 e il 16 maggio neve fin sui 1000 m.

2013: fra il 23 e il 25 maggio crollo della quota neve fin sui 700-800 m.

2019: irruzione fredda, con quota neve in crollo fra il 4 e il 5 maggio da 1800 a 4-500 m., con qualche fiocco fino a Trento; 50 cm in Vezzena, 42 a Folgaria, 40 a Vason, 28 a Piné, 23 a Predazzo, 15 a Centa San Nicolò.

Speriamo di aver dato un quadro sufficientemente comprensibile della possibile situazione meteo il 20 maggio e dintorni, consci che solo lo scorrere reale del tempo cronologico negli istanti prima, durante e dopo il concerto potrà decretare se la Natura avrà deciso di assecondare le statistiche pluri-decennali, le previsioni puntuali in prossimità dell’evento e se avrà “fatto i capricci” (vedi i fenomeni “fuori scala” elencati). Ricordiamoci che la Natura non asseconda i climatologi o i meteorologi, sono costoro che devono tentare di carpirne le leggi con lo studio empirico, ma ci si può solo avvicinare nel comprenderla.

*

Mauro Cagol
(educatore presso la Residenza Universitaria del Collegio Arcivescovile di Trento, all’interno del quale è sita la stazione meteo di Trento Centro, facente parte del sistema di rilevamento dell’Associazione di Promozione Sociale “Meteo Trentino Alto Adige”, www.meteotrentinoaltoadige.it)

 

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