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MART ROVERETO (TN) * “ CANOVA TRA INNOCENZA E PECCATO “: « PRESENTATA ALLA STAMPA LA GRANDE MOSTRA, OGGI PRIMO GIORNO PER IL PUBBLICO »

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14.32 - venerdì 17 dicembre 2021

Presentata ieri alla stampa e alle autorità. Canova tra innocenza e peccato. Oggi primo giorno per il pubblico. Trasmessa in diretta Facebook dal Teatro Zandonai di Rovereto la conferenza stampa è online sul profilo del museo.

Sono intervenuti
Francesco Valduga, Sindaco di Rovereto
Beatrice Avanzi e Denis Isaia, Curatori della mostra
Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart

Ha condotto: Susanna Sara Mandice, Ufficio stampa e comunicazione Mart.

Erano inoltre presenti gli assessori alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, Mirko Bisesti, e del Comune di Rovereto, Micol Cossali.

 

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CANOVA TRA INNOCENZA E PECCATO

Il Mart di Rovereto inaugura le celebrazioni nazionali per il bicentenario della morte di Antonio Canova.

Con oltre 200 opere,
Canova tra innocenza e peccato indaga come l’opera di Canova abbia influenzato i linguaggi contemporanei.

Ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, la mostra muove da 14 capolavori provenienti dalla Gypsotheca di Possagno tra cui Amore e Psiche, Ninfa dormiente, Endimione dormiente, Le Grazie, Venere italica, Maddalena penitente, Creugante.

Intorno a queste figure si sviluppano le intenzioni dei curatori del Mart: rivelare il canone canoviano nell’opera di scultori e fotografi del XX e del XXI secolo.
In mostra i grandi fotografi di nudo del ’900: Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Irving Penn; noti scultori contemporanei come Igor Mitoraj, Elena Mutinelli e Fabio Viale, i fotografi che hanno immortalato il corpo imperfetto o fragile come Miroslav Tichý; Jan Saudek, Joel-Peter Witkin, Dino Pedriali e quelli che hanno mitizzato l’opera stessa di Canova, dagli Alinari a Luigi Spina, fino a Mustafa Sabbagh.

In un allestimento nel quale predominano il bianco e il nero, il vero protagonista è il corpo. Se alcuni artisti scelgono di idealizzarlo o estetizzarlo, altri descrivono una bellezza anti-canonica e “anti-canoviana” che contempla e contiene il suo contrario.
In entrambi i casi, il corpo è icona.

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