Nelle intenzioni dell’Assessore agli enti locali Mattia Gottardi la riforma delle Comunità di Valle doveva essere una delle più importanti di questa legislatura, ma la montagna ha partorito il topolino; e doveva essere una riforma fatta per i Comuni, peccato che proprio i Sindaci siano ora i più critici nei confronti della proposta.
In sintesi la riforma delle Comunità di Valle si dimostra un fallimento su tutta la linea ancora prima di vedere la luce. Annunciata a gran voce nel gennaio del 2019 sull’onda emotiva delle promesse distruttive della campagna elettorale, non se ne è saputo più nulla per quasi tre anni. Per ovviare al vuoto di idee la Giunta provinciale a settembre 2020 ha però deciso di commissariare le Comunità, costringendo così gli enti intermedi ad una gestione straordinaria e precaria dei molti servizi che producono in favore dei cittadini trentini, mettendo in crisi moltissimi Comuni che sul supporto delle Comunità facevano grande affidamento. Distruggere, si sa, è più facile che costruire.
Solo pochi mesi fa l’Assessore Gottardi presenta finalmente la sua proposta di riforma. Chi dopo tre anni di promesse e annunci si aspettava grandi cose è rimasto deluso. Il disegno di legge contiene infatti solo qualche proposta di riforma: il Presidente Sindaco, l’abolizione dell’Assemblea e del Comitato esecutivo, un Dirigente al posto del Segretario. Difficile capire come ci possano volere più di tre anni e il commissariamento di quindici enti per partorire quattro proposte di modifica, ma tant’è.
Ma l’aspetto più avvilente è che la proposta di riforma è stata quasi completamente respinta dal Consiglio delle Autonomie Locali, e in particolare dai Sindaci, a dimostrazione di come la stessa sia stata concepita e scritta senza il benché minimo confronto con gli Amministratori Locali. Nell’ordine i Sindaci hanno bocciato l’idea di un Presidente individuato tra i Sindaci e poi anche la proposta di un Presidente individuato tra i Consiglieri comunali; hanno bocciato la mancata previsione di un Comitato esecutivo, indispensabile visti i molti compiti in capo alle Comunità; hanno bocciato l’idea di un Dirigente al posto del Segretario e pure le proposte di modifica della composizione dell’Assemblea urbanistica e delle Commissioni per il paesaggio.
Nei fatti della famigerata riforma delle Comunità tanto cara all’Assessore Gottardi non resta quasi nulla, e deve ancora essere approvata. Mi chiedo se per arrivare a così poco fosse necessario azzoppare per anni un ente così importante e mi chiedo ora se non varrebbe la pena fermarsi un attimo, fare un bagno di umiltà, cestinare il poco fin qui prodotto e ricominciare da capo, questa volta avviando davvero e seriamente un percorso di confronto e condivisione con gli enti locali.