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LANCIO D'AGENZIA

MANICA (PD) – INTERROGAZIONE * MONTE BONDONE: « A CHE PUNTO È LA RIQUALIFICAZIONE DELLE EX CASERME DELLE VIOTE ED IL RILANCIO DELLE TERME DI GARNIGA? »

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13.12 - martedì 18 gennaio 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

COMUNICATO – CONS. ALESSIO MANICA, GRUPPO PD DEL TRENTINO: a che punto è la riqualificazione delle ex Caserme delle Viote e il rilancio delle Terme di Garniga?

 

Da molti anni si discute della rigenerazione e del rilancio di due importanti poli a vocazione turistica, le Terme di Garniga le ex Caserme austroungariche delle Viote in Bondone.
Le Terme di Garniga risultano chiuse ormai da un decennio, e nonostante vari tentativi non si è mai riusciti ad individuare un gestore e a rilanciare lo stabilimento. Ad oggi pare non esserci nessuna ipotesi in merito alla riapertura e al rilancio, come ha ribadito nel giugno 2021 dal Sindaco Valerio Rinaldi in occasione di una visita da parte della Giunta provinciale.

Il compendio immobiliare che ospita le ex caserme austro-ungariche alle Viote, invece, versa ormai da anni in uno stato di quasi completo abbandono, al netto di alcuni recenti ma sporadici utilizzi. Fino al 2008 nelle ex caserme era ospitato il Centro di ecologia alpina della FEM; nella stessa struttura venne poi organizzata l’accoglienza ai richiedenti asilo. Negli anni sono stati prodotti anche progetti per una riconversione a resort di lusso, e infine sono state utilizzate come alloggio d’emergenza. La proposta di un resort di lusso venne esplorata da Patrimonio del Trentino, ma non diede esito.

Per storia, conformazione e localizzazione le terme di Garniga e le ex caserme delle Viote rappresentano in potenza una risorsa importantissima, la cui valorizzazione potrebbe rappresentare un volano di sviluppo per il Bondone e per il turismo sia invernale che non. Da qualche anno a questa parte però tutto sembra fermo e in molti cresce quindi la convinzione che i due compendi siano ormai stati definitivamente abbandonati e siano usciti dagli interessi della Provincia.

Per questo il Cons. Manica ha depositato due interrogazioni (qui allegate) allo scopo di sapere dalla Giunta provinciale se e in che modo intenda agire per rilanciare questi due importanti poli.

 

 

*

Ill.mo Signor
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio provinciale
SEDE

Trento, 17 gennaio 2022

Interrogazione a risposta scritta n.
Quale futuro per le Terme di Garniga?

L’attività termale a Garniga ha una lunga storia ed era rinomata fino dalla fine dell’800 soprattutto per i bagni di fieno, pratica divenuta terapia medica e chiamata fitobalneoterapia, diffusa soprattutto in Trentino e Sudtirolo. Più recente ma comunque lunga è la vicenda legata alla chiusura della stazione termale e ai molti tentativi di riapertura e rilancio, finora falliti.
Le terme risultano chiuse ormai da dieci anni. Nel 2012 il consigliere Anderle interrogava in merito la Giunta provinciale. Rispondeva in data 22 ottobre 2012 l’Assessore Tiziano Mellarini dicendo che “il 10 dicembre 2011 la Garniga Terme S.p.A. ha pubblicato un bando europeo, con scadenza al 31 gennaio 2012, per l’affidamento della gestione delle Terme per gli anni dal 2012 al 2020.” Nessuno rispose al bando.
Nel 2014 la Provincia rese nota l’intenzione di acquistare le terme per il tramite di Patrimonio del Trentino, e di procedere alla ricapitalizzazione per un importo massimo di 3.300.000,00 euro, al fine di poter provvedere alla riqualificazione del complesso immobiliare.
Ad un nuova interrogazione sul tema, questa volta a firma del Consigliere Borga, veniva risposto dalla Giunta il 9 febbraio 2015 che “nel giugno 2014 la società Trento Facility S.p.A. ha presentato una proposta di rilancio della gestione delle Terme che prevede sia una valorizzazione della tradizione fitobalneoterapica delle Terme di Garniga sia un ampliamento dell’offerta terapeutica.”
Anche questo progetto non è andato però a buon fine. Così nel 2016 è seguita una nuova interrogazione con cui l’allora consigliere Maurizio Fugatti chiedeva perché nonostante una gara bandita nel 2011 per l’affidamento della gestione delle Terme, andata deserta, e nonostante la Garniga Terme SpA fosse poi entrata in contatto con diversi soggetti potenzialmente interessati alla gestione, non si fosse ancora concretizzato nessun progetto di rilancio e gestione.
A questa interrogazione rispondeva l’assessore Mauro Gilmozzi, ribadendo che “in data 10 dicembre 2014 è stato sottoscritto il contratto definitivo di comodato e locazione tra Garniga Terme S.p.A. e Trento Facility S.p.A. per la gestione della struttura. Il comodato decorrerà dalla data di fine lavori di riqualificazione dell’immobile, e comunque al più tardi dal 01 gennaio 2017 e avrà durata inderogabile dei tre anni previsti per la sperimentazione clinica svolta in collaborazione con la Fondazione E. Mach. La locazione decorrerà dalla data di fine del rapporto di comodato e avrà durata di nove anni, rinnovabili per un ulteriore periodo di pari durata.”
Nel luglio del 2017 è stato il consigliere Claudio Civettini a depositare una nuova interrogazione, nella quale si legge che “risulta che effettivamente, Trento Facility Spa sia l’aggiudicataria della nuova gestione del complesso termale, con la ristrutturazione – a cura di Garniga Terme Spa – che prevede il restyling completo della zona terme, del ristorante e dell’albergo, con particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità energetica. La riapertura delle Terme sarebbe conseguentemente prevista per l’autunno del 2017, ma alcuni cittadini sono tuttavia a segnalarci, non senza preoccupazione, come in verità le Terme in questione verserebbero – attualmente – in uno stato, se non di completo e totale abbandono, comunque tale da rendere assai improbabile la succitata apertura dello stabilimento nell’autunno di quest’anno.”
Di nuovo ha risposto l’Assessore Mauro Gilmozzi, dicendo che “l’iter di progettazione dell’intervento di riqualificazione delle Terme di Garniga è concluso e sono in fase di definizione i criteri di gara, che devono essere sottoposti al Comitato Tecnico
Amministrativo (CTA) della Provincia autonoma di Trento nel corso di questo mese.
Una volta concluso tale passaggio sarà possibile bandire la gara per il lavori di ristrutturazione.
Per arrivare all’aggiudicazione, fatti salvi eventuali ricorsi, si contano almeno sette mesi. I lavori poi, rispettate le tempistiche di gara, potranno essere conclusi indicativamente per la fine del 2019.”
Ad oggi però le terme sono ancora chiuse e pare non esserci nessuna ipotesi in merito alla riapertura e al rilancio, come ha ribadito nel giugno 2021 dal Sindaco Valerio Rinaldi in occasione di una visita da parte della Giunta provinciale.
Ciò premesso,
si interroga la Giunta provinciale per sapere

1. se rispetto alla vicenda su descritta ci sono delle novità recenti;
2. se sono stati adottati atti recenti finalizzati alla riapertura delle terme di Garniga;
3. se e quali azioni intende intraprendere allo scopo di addivenire alla riapertura e al rilancio delle terme di Garniga.

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

cons. Alessio Manica

 

 

/

 

Ill.mo Signor

Walter Kaswalder

Presidente del Consiglio provinciale

SEDE

Trento, 17 gennaio 2022

Interrogazione a risposta scritta n.

Quale futuro per le ex caserme austroungariche alle Viotte del Bondone?

Il compendio immobiliare che ospita le ex caserme austro-ungariche alle Viote versa ormai da anni in uno stato di quasi completo abbandono, al netto di alcuni recenti ma sporadici utilizzi. Su questo importante patrimonio immobiliare si discute da anni di possibili progetti di valorizzazione, rilancio e riconversione, ma nonostante numerose azioni volte a raggiungere tale scopo non si sono ottenuti risultati concreti. Però per storia, conformazione e localizzazione  le ex caserme austro-ungariche delle Viote rappresentano una risorsa importantissima, la cui valorizzazione potrebbe rappresentare un volano di sviluppo per tutto il Bondone e per il turismo sia invernale che non.

Il compendio immobiliare che ospita le ex caserme austro-ungariche alle Viote è composto da due corpi di fabbrica, il primo composto da 5 edifici di cui tre allineati mentre gli altri due sono disposti parallelamente ai primi e separati dagli stessi da un piazzale sterrato, il secondo corpo si trova in una posizione leggermente più dislocata rispetto al primo, dove un tempo era localizzata la sede del corpo ufficiali dell’esercito austro – ungarico.

Fino al 2008 nelle ex caserme era ospitato il Centro di ecologia alpina dell’Istituto di San Michele all’Adige, poi trasferito a San Michele a/A. Nella stessa struttura venne poi organizzata l’accoglienza ai richiedenti asilo. Negli anni sono stati prodotti anche progetti per una riconversione a resort di lusso, rimasti su carta, e infine sono state utilizzate come alloggio d’emergenza. La proposta di un resort di lusso venne esplorata da Patrimonio del Trentino dopo la chiusura del Centro di ecologia alpina. L’idea era quella di pubblicare un bando rivolto ad investitori internazionali per creare un resort di lusso, ma il bando non fu mai pubblicato.

Ad un’interrogazione del Cons. Bombarda del 03 agosto 2006 in merito al presunto spostamento del Centro di Ecologia Alpina rispondeva l’Ass. Salvadori dicendo che “il trasferimento delle attività attualmente facenti capo al centro di ecologia alpina alla Fondazione Mach, previsto dalla legge 2 agosto 2005 n. 14, avverrà non prima della seconda metà del 2007. Fino ad oggi la situazione patrimoniale dei beni di proprietà o in uso al Cea e in particolare in riferimento ad un eventuale trasferimento della sede ubicata in località Viote del Monte Bondone non è stata oggetto di alcune decisione da parte della Giunta provinciale.”

Successivamente in un’interrogazione del 2010 il Cons. Panetta scriveva che “da tempo ormai l’ex complesso militare austroungarico situato in località Viotte del Monte Bondone sembra lasciato in uno stato di progressivo abbandono. I ruderi denunciano, non solo un elevato grado di incuria, ma anche – e forse soprattutto – la mancata definizione di un organico progetto di ristrutturazione e riuso del manufatto, peraltro dentro una più vasta debolezza progettuale complessiva dell’intera realtà delle Viotte. Certamente, una parte del vasto sistema di caserme venne adibita, nei decorsi anni, a sede del Centro di Ecologia Alpina, ma i restanti immobili sono stati avvolti da un progressivo, quanto apparentemente irreversibile, abbandono. Persa, come è ovvio, la sua originaria funzione di anello della più ampia catena di fortificazioni dell’imperial-regio esercito austroungarico a difesa della città di Trento, le caserme delle Viotte hanno subito nel tempo più di una destinazione d’uso, ma da anni ormai anche le residue attività civili che vi si esercitavano sono state trasferite altrove ed oggi siamo purtroppo costretti ad assistere al triste spettacolo di una lenta”autodemolizione” della struttura, peraltro massiccia, di quegli immobili. Negli anni i progetti di riuso si sono accavallati . Molte e disparate sono state – a quanto consta – le ipotesi. È adesso giunto però il tempo di decidere, ovvero di operare una scelta chiara e netta: il giudizio sulla permanenza di tali edifici è negativo? Vengano abbattuti. Oppure si ritiene di poterli riutilizzare con qualche modalità particolare? Lo si dica e si agisca di conseguenza, senza delegare ogni scelta allo scorrere dei mesi e degli anni.”

A questa rispondeva il Presidente Dellai dicendo che “La Provincia autonoma di Trento e il Comune di Trento sono entrambi proprietari dell’ex complesso militare austroungarico delle Viotte del Bondone; in particolare la Provincia autonoma di Trento delle strutture utilizzate per circa 20 anni dal Centro di ecologia alpina e il Comune di Trento degli edifici che ospitano le caserme. Considerato che il Centro di ecologia alpina si sta trasferendo presso la sede della Fondazione Mach e che il tetto e la struttura delle ex caserme è stato gravemente lesionato dalle abbondanti nevicate del 2009, Provincia e Comune di Trento hanno incaricato la società Patrimonio del Trentino di predisporre un piano di fattibilità per l’eventuale riutilizzo delle strutture. Allo stato attuale, la Patrimonio del Trentino sta elaborando tale piano di fattibilità.”

Nel 2013, con delibera del 25 maggio n. 960 la Provincia ha autorizzato Patrimonio del Trentino a sostenere con risorse proprie (300.000€), le spese di progettazione preliminare per il recupero dell’area. 

In data 13 ottobre 2014 veniva depositata dal Cons. Borga una nuova interrogazione in cui si legge che “recentemente si è appreso che la Provincia è intenzionata a procedere anche al rilancio dell’area dell’ex caserma alle Viote. Patrimonio del Trentino, che è proprietaria degli immobili, ha presentato il progetto ed è alla ricerca di finanziatori in grado di investire circa 36 milioni di euro per realizzare un complesso immobiliare, destinato ad articolarsi in un comparto termale e alberghiero, in un comparto residenziale ed in un comparto finalizzato alla promozione territoriale.”

A questa dava risposta in data 9 febbraio 2015 l’Ass. Dallapiccola dicendo che “in merito al progetto di valorizzazione del compendio immobiliare delle ex caserme imperiali alle Viote, la recente variante al PRG adottata dal Comune di Garniga Terme prevede una divisione in tre lotti: strutture ricettive di residenza turistica-alberghiera nell’area delle caserme della Provincia (ex Centro di Ecologia Alpina), case e appartamenti per vacanza alle ex caserme del Comune di Trento e, infine, una destinazione sempre in ambito turistico per quanto riguarda la palazzina degli ufficiali. L’ipotesi progettuale studiata da Patrimonio del Trentino si concentra sull’area dell’ex Centro di ecologia alpina e prevede la realizzazione di un health resort attraverso la riqualificazione e conversione di alcune caserme e la realizzazione di nuovi volumi. La struttura realizzata avrà una vocazione turistica e si collocherà, quindi, nel mercato dell’hotellerie. L’offerta turistica individuata – health resort – si basa sullo studio delle tendenze del turismo per i prossimi 15-20 anni associato ad un’analisi dei punti di forza della località delle Viote sul Monte Bondone, con il chiaro obiettivo di individuare una proposta innovativa e complementare all’offerta turistica già esistente sul Monte Bondone. L’health resort si posizionerà come hotel “luxury” e andrà ad attrarre quell’importante segmento di turismo che associa alla vacanza un periodo di remise en forme, attraverso trattamenti volti al riequilibrio e rigenerazione delle forze in strutture di alto livello dotate di tutti i comfort e poste in contesti ambientali pregiati. L’ipotesi progettuale è stata elaborata con il supporto di professionisti di settore e approfondita anche attraverso un’indagine di mercato al fine verificarne la corrispondenza con le esigenze del mercato. Per la realizzazione dell’health resort è previsto un investimento di circa 36 milioni di euro di cui dovrà farsi carico l’operatore economico privato individuato mediate gara pubblica. Lo stesso operatore potrà eventualmente accedere ai contributi previsti per il settore di appartenenza dalla normativa vigente al momento di effettuazione dell’investimento.”

Su una possibile competizione tra questo progetto e quello di rilancio delle terme di Garniga allora prospettato da Trento Facility Spa, l’Ass. Dallapiccola diceva che “da quanto sopra descritto, si può desumere che l’health resort non si pone come proposta turistica in competizione né con le strutture esistenti, in quanto va a interessare un target differente da quello tradizionale del Monte Bondone, né con il centro termale di Garniga in quanto quest’ultimo rimane nel circuito dei centri termali della provincia con una proposta principalmente terapeutica. Non sono escluse, invece, potenziali sinergie con lo stesso centro termale di Garniga Terme.”

Ad una nuova interrogazione del Cons. Cia del 2015 sui costi di manutenzione e sul futuro delle ex Caserme rispondeva in data 12 febbraio 2016 il Presidente Rossi, elencando i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura e dicendo che “il Centro di ecologia Alpina è stato soppresso il 1° gennaio 2008 (delibera Giunta provinciale n. 3147 di data 28 dicembre 2007). Da allora e fino alla fine del 2012 l’immobile è stato nella disponibilità della Fondazione Mach che lo ha poi restituito alla Provincia autonoma di Trento a partire dal mese di gennaio 2013.” E che “con verbale di consegna di data 1 luglio 2015 parte del complesso denominato “Ex Centro di Ecologia alpina” è stato consegnato al Servizio Politiche sociali che lo ha dato in concessione a titolo gratuito all’Associazione Provinciale per i Minori Onlus di Trento, per il periodo dal 1° luglio 2015 al 9 settembre 2015. Successivamente a tale data il complesso è stato messo a disposizione per accogliere profughi.

Alla domanda se risultino progetti riguardanti il recupero di tale complesso depositati presso Trentino Sviluppo ed eventualmente quali il Pres. Rossi rispondeva dicendo che “non si è a conoscenza della esistenza di tali tipi di progetti.”

Attualmente tutte le caserme delle Viote sono di proprietà della Provincia. Anche quelle che erano del Comune di Trento sono state cedute a piazza Dante tra il 2013 e il 2014. Di recente il Presidente della Pro Loco del Monte Bondone ha dichiarato che le ex caserme “sono state aperte per circa 15 anni come Centro di ecologia alpina, un prestigioso apporto alla comunità scientifica e alla località stessa con le sue ricerche sull’ambiente. Poi tutto è stato dimenticato dopo il trasferimento del Centro nel 2008 alla casa madre, la Fondazione Mach a San Michele all’Adige. Sono state riattivate nel 2015 per due mesi tramite il Servizio politiche sociali per poi essere messe a disposizione per l’accoglienza dei richiedenti asilo e richiuse nella primavera 2019.” Aggiungendo che il compendio è strategico e andrebbe riqualificato, “magari attraverso un concorso di idee”, perché è “fondamentale evitare che questi edifici crollino definitivamente per l’incuria, come già accaduto ai vicini alloggi della truppa.”

Tutto ciò premesso,

si interroga la Giunta provinciale per sapere

  1. se ci sono novità sul compendio delle ex caserme rispetto a quanto su descritto;
  2. se ha mai discusso di questo tema con il Comune di Trento;
  3. se ha mai discusso di questo tema con Trentino Sviluppo e Patrimonio del Trentino;
  4. se ha fatto qualcosa negli ultimi anni per il recupero e il rilancio del compendio e se si, cosa;
  5. se no, se ha interesse e intenzione di promuovere qualche azione finalizzata al recupero del compendio;
  6. in tal caso, quale destinazione immagina per le ex caserme delle Viotte

A norma di regolamento si chiede risposta scritta.

cons. Alessio Manica

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