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LORENZO DELLAI * ARTICOLO GABANELLI (CORRIERE.IT) / AUTONOMIE: “ MANTENIAMOCI IN STRETTA SINERGIA CON BOLZANO, RIVENDICHIAMO LA NATURA STRETTAMENTE BILATERALE DEI RAPPORTI CON LO STATO »

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19.30 - lunedì 27 marzo 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

puntuale come i monsoni (prima del cambiamento climatico) e stimolata – come era evidente – dalla partita aperta sulla Autonomia Differenziata per le Regioni Ordinarie, ecco riemergere la polemica contro i “privilegi” delle Autonomie Speciali.
Nulla di nuovo sotto il sole. Comprese le semplificazioni prive di senso.
Ne vedo, al solito, sopratutto due.
La prima: adottare un unico metro di misura per tutte le Regioni a Statuto Speciale, quando invece ognuna di esse ha regimi istituzionali e finanziari del tutto diversi.
La seconda: paragonare patate con carote. Vale a dire: leggere i dati della spesa pubblica locale senza tenere conto delle competenze esercitate da ciascun territorio e senza valutare in nessuna maniera le intese finanziarie sottoscritte con lo Stato da ciascuna Regione/Provincia Autonoma.
Per esempio.
Leggo nelle tabelle citate che il Trentino trattiene il 90 per cento di quasi tutti i tributi statali riscossi sul territorio. Vero, sulla carta. Ma, tenendo conto delle intese sottoscritte nel tempo con lo Stato, di fatto questa percentuale arriva oggi al massimo a sfiorare il 70 per cento. Il resto va allo Stato, quale concorso alla finanza pubblica statale.
Leggo poi le cifre riferite alla spesa pubblica pro capite nelle varie Regioni Ordinarie e Speciali.
Noto che spesso non si tiene conto del fatto che in Trentino la spesa pro capite “locale” (Provincia più comuni) è naturalmente più alta, poiché incorpora anche quella riferita a tantissime funzioni che altrove sono a carico del bilancio dello Stato (ad esempio: scuola, sanità, enti locali, assistenza e via dicendo).
Anche quando si citano le statistiche riferite alla “spesa territoriale globale” (cioè Stato più Provincia Autonoma e Comuni) i conti non tornano.
Non si possono paragonare le spese per i servizi pubblici di realtà di pianura a base metropolitana con quelle di territori di montagna.
Infatti, se si introduce questo banale e scontato paramento di valutazione, si vede che la spesa pubblica globale da noi (cioè Stato, Provincia Autonoma e Comuni) non è molto superiore a quella di altri territori italiani con le nostre stesse caratteristiche orografiche e insediative. Naturalmente, da noi, la quota maggiore della spesa è riferita al Bilancio della Provincia Autonoma e non dello Stato: ovvio, perché da noi le relative funzioni sono provinciali e non statali.
Credo peraltro che negli stessi dati riportati ci siano delle inesattezze anche rilevanti. Non risulta affatto, ad esempio, che in Trentino lo Stato spenda “direttamente” più di quanto spenda la Provincia Autonoma.
Nulla di nuovo dunque sotto il sole (malato) della discussione nazionale in tema di Autonomie.
Nulla se non un punto, sul quale dobbiamo riflettere bene.
Il modo disordinato e non statutariamente conforme con il quale anche noi accediamo a fondi nazionali che si aggiungono alla gestione delle quote a noi spettanti del gettito statale riscosso sul territorio.
Si pone qui una questione che ho già avuto modo di sollevare.
Giusto che anche noi possiamo beneficiare di stanziamenti straordinari per specifiche emergenze, come quelli connessi con il Pnrr, magari con meccanismi concertati, come da un emendamento che ho visto presentato dal Gruppo per le Autonomie del Senato.
Ma attenzione ad accedere alla pratica ormai diffusa che vede Comuni e Pubbliche Amministrazioni trentine fare richiesta di finanziamento statale anche nelle materie di stretta competenza della Provincia Autonoma.
Questo non è coerente con le regole statutarie e – oltretutto – indebolisce ogni linea credibile di difesa del nostro peculiare ordinamento finanziario.
Credo che questo punto debba far parte di una ulteriore fase di intesa con lo Stato.
Per il resto, non spaventiamoci di queste polemiche. La cosa importante è che siamo coscienti della natura peculiare forma di Autonomia e che – nel gestirla – riusciamo a guadagnarci la fiducia dei nostri cittadini e la stima della pubblica opinione italiana, magari perché riusciamo a fare cose nuove, a sperimentare soluzioni altrove ancora non possibili, a gestire bene il nostro patrimonio culturale, sociale e ambientale. Ma questo è un altro discorso.
E sopratutto, manteniamoci in stretta sinergia con Bolzano e rivendichiamo la natura strettamente bilaterale dei rapporti con lo Stato. La nostra Autonomia – ivi compresa la materia finanziaria – non può avere nulla a che vedere con i processi che lo Stato intende adottare a riguardo delle altre Regioni.

 

Lorenzo Dellai (*)

Trento

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Nota di redazione (*): Già Presidente della Provincia autonoma di Trento e già Presidente della Regione Trentino Alto Adige (LINK WIKIPEDIA)

 

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