Succede nel 2018, succede in Trentino, succede ancora una volta che i diritti di chi è diverso, per genere, etnia, religione, … vengano ignorati e negati
Un’azienda agricola di Levico, della quale è titolare un imprenditore del luogo, ingaggia tre ragazzi bosniaci, con regolare contratto, promettendo loro un alloggio. In realtà la paga non è quella di operaio agricolo, ma quella di raccoglitore; i contributi versati sono per 450 ore l’anno anche se ne vengono lavorate più di 2.000; l’alloggio non è un appartamento ma una vecchia e malandata ruolotte, i ragazzi sono in completa balia del titolare dell’azienda che li tiene isolati da tutto e tutti, li accompagnava una volta al mese a fare la spesa, e una sola volta in settimana fornisce loro acqua fredda per lavarsi.
Sappiamo bene che anche nel virtuoso Trentino abbondano i casi di lavoro nero, rivolto non solo agli “stranieri”, fino a generare una nuova forma di sfruttamento, senza riconoscimento di diritti, che colpisce molti e rischia di diventare sistema.
Ma in questo caso andiamo ben oltre, qui si tratta di calpestare la dignità dell’essere umano, di renderlo in schiavitù senza possibilità di riscatto.
Liberi e Uguali del Trentino non intende tacere davanti a nessuna forma di discriminazione e sfruttamento. Davanti ad un episodio di bieco razzismo e schiavismo, ci preoccupiamo di libertà, la libertà dell’individuo che passa necessariamente attraverso politiche che salvaguardino l’equità, i diritti delle persone, la giustizia sociale. Queste sono le politiche che vogliamo attuare.