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LANCIO D'AGENZIA

LE IENE – “ STRAGE DI ERBA “ * ARRIVA UNA NUOVA SEGNALAZIONE – IL LEGALE DEI CONIUGI ROMANO: « ROSA È POSITIVA AL COVID, APPUNTAMENTO QUESTA SERA MARTEDÌ 1° DICEMBRE »

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15.40 - martedì 1 dicembre 2020

“Ho conosciuto una signora che mi ha detto che abitava proprio lì. Lei ha visto la scena di come si sono comportati Rosa e Olindo: sono entrati per curiosità, poi la moglie gli ha detto «andiamo via», ecco perché dicono che hanno trovato la traccia di sangue nella macchina”

UN INQUILINO CONFERMA CHE QUELLA CHE SAREBBE LA TESTIMONE OCULARE ABITAVA NELLA CORTE DI VIA DIAZ:
“Se quella donna che stai cercando abitava qui? Sì l’appartamento sopra di me” (Affaccia sulla corte ndr.)

IL LEGALE DEI CONIUGI IN CARCERE, FABIO SCHEMBRI:
“Rosa è in quarantena: positiva ma asintomatica. Appena sarà possibile vederla o sentirla le chiederemo di questa ultima segnalazione”

“Se c’è una persona che quella sera ha visto qualcosa che venga fuori”

Strage di Erba: arriva una nuova segnalazione, quella di una donna che racconta di aver ricevuto le confidenze di una presunta testimone oculare che sostiene di aver visto i coniugi Romano all’interno della corte di via Diaz, ad Erba, proprio il giorno della strage. I contenuti di questa segnalazione, se fossero confermati, potrebbero portare ad una conseguenza davvero clamorosa, cioè quella di far riaprire uno dei casi più noti d’Italia, che ha portato all’ergastolo Rosa Bazzi e suo marito Olindo Romano, condannati come i mostri della Strage di Erba.

In esclusiva ai microfoni di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti – in onda stasera, martedì 1° dicembre, a “Le Iene”, in prima serata su Italia1 – oltre alle dichiarazioni inedite della donna, i pareri, su questa nuova testimonianza, del legale dei coniugi in carcere, Fabio Schembri, e del giornalista d’inchiesta Felice Manti.

Iena: “Cosa ci voleva segnalare?”
Donna: “Sì guardi io ieri stavo guardando il servizio sulla strage di Erba io per caso, quest’estate mi sono trovata a fare un fine settimana al mare e ho conosciuto una signora che in poche parole, mi ha detto che abitava lì. E quindi mi ha spiegato che alla fine i due coniugi sono comunque innocenti. Lei (si riferisce alla confidenza della presunta testimone oculare, ndr.) ha proprio visto la scena di come si sono comportati loro (Rosa e Olindo, ndr.). E alla fine sono entrati per curiosità. La curiosità il marito l’ha portato dentro diciamo. Poi mi ha spiegato, che la moglie dopo gli ha detto andiamo «andiamo via». Ecco perché allora poi dopo dicono che hanno trovato la traccia di sangue nella macchina del signore. Io poi ho seguito il servizio”.

La donna racconta: “Mi spiegava che ha visto tutta la scena ecco, che loro sono entrati per curiosità per sapere cosa era successo, poi sono usciti ecco perché adesso tutti dicono che sono colpevoli quando non è così”.
Donna: “Vabbè ci abitava proprio lì, adesso abita da un’altra parte a Milano, però mi spiegava che ha visto tutta la scena. Che loro sono entrati per curiosità per sapere cosa era successo, poi sono usciti”.
Iena: “Quindi Rosa e Olindo si sarebbero affacciati nella casa della strage e poi sarebbero andati via?”
Donna: “Sì questa cosa me l’ha spiegata a metà luglio”.
Iena: “Ma lei ha contatti con questa signora?”.
Donna: “Eh mmh devo andare a vedere se ce l’ho perché mi ha segnato un numero su un foglietto. Ma ci siamo conosciuti per poco, eravamo a Igea Marina. Lei adesso abita a Milano con la figlia però mi diceva che prima abitava lì, per quello che mi ha raccontato che ha visto il marito entrare perché voleva sapere cosa era successo?”.
Iena: “Quindi lei l’avrebbe visto Olindo entrare nella casa dopo?”
Donna: “Sì sì sì sì, mi ha detto che l’ha visto entrare e la moglie gli avrebbe detto «cosa fai andiamo via, cioè andiamo nei guai no?», però alla fine se già il piede ce l’aveva messo dentro è normale che poi dopo si sono trovate le tracce del sangue nella macchina lì… del signore”.
Iena: “E quindi anche la vicina che aveva parlato con lei aveva sentito che c’era qualcosa che non andava?”
Donna: “Sì, mi aveva detto che aveva sentito qualcosa però ovviamente lei non è andata a indagare, cioè, si è fatta gli affari suoi, però affacciandosi ha visto proprio i coniugi che entravano e poi sono usciti. Cioè quello mi ha detto, quello sicuro, però ovviamente poi dopo si è fatta i fatti suoi”.

La nuova testimone con cui l’inviato è al telefono non ha dubbi su cosa avrebbe sentito riferire e, visto che si tratta della libertà di due ergastolani che si proclamano innocenti, la trasmissione di Italia1 ritiene sia il caso di approfondire questa segnalazione.

Donna: “Poi dopo ci pensavo e dicevo, però non è giusto, poi questa signora ha visto, cavolo, proprio i coniugi che sono entrati e sono usciti… allora è vero quando dicono che sono innocenti no?”

Se fosse andata esattamente come viene raccontata, Rosa e Olindo avrebbero avuto delle gravissime responsabilità per non essere intervenuti e non aver chiamato né forze dell’ordine, né soccorsi.
Donna: “Ah beh guardi io questo non lo so, però io ripeto dico quello che so, mi hanno detto che li hanno visti entrare che hanno sentito proprio la moglie dire andiamo via che sennò andiamo nei guai”.
Iena: “La signora che le ha detto questa cosa abitava lì nella corte di via Diaz, nella corte della strage?”
Donna: “Sì, no vicino, ha detto che abitava lì”.
Iena: “E perché questa cosa non l’avrebbe detta in tutti questi anni?”
Donna: “Forse voleva per farsi i fatti suoi, aveva paura, non lo so sinceramente”. La signora mi sembra che si chiami Giusi”.
Iena: “Che età avrà avuto?”
Donna: “Avrà avuto… sulle 60-70 anni una cosa così ecco, io l’ho vista così”.
Iena: “Questa cosa che ci ha raccontato le andrebbe di raccontarcela davanti a una telecamera?”
Donna: “No va beh io dico la verità io vorrei anche io rimanere anonima eh”.
Iena: Perché una testimonianza del genere potrebbe pure riaprire il processo no?
Donna: “Eh lo so, se ci sono due persone innocenti che stanno pagando per niente a me spiace”
Iena: “Ma questa signora Giusi con la quale lei avrebbe parlato, che tipo era, era una di quelle molto chiacchierone, un po’ mitomani che si inventano le storie, mi faccia capire”.
Donna: “Eh guarda, allora, parlare parlava molto, però all’apparenza non mi è sembrata una persona che sparava cavolate, ecco, sì, mi è sembrata una persona abbastanza con la testa sulle spalle nel senso che dice una cosa, pensa che sia vera, non penso che dica bugie. A me è sembrata così all’apparenza”.

La donna preferisce rimanere anonima, il giorno dopo aver parlato con Le Iene, invia alla redazione questo messaggio:

“Buongiorno, senta io ci ho pensato… Non ci voglio centrare niente in questa storia, perché io, non riesco a rintracciare la signora, e poi mi è arrivata una chiamata… Da una persona che non conosco oltretutto… Dicendomi di farmi gli affari miei, altrimenti avrò una denuncia. Mi spiace, pensavo di poter fare una cosa giusta, ma siccome non la riesco a rintracciare la signora, non posso aiutarvi e non voglio fare niente. Mi spiace, ma non voglio nè più essere contattata e nè cercata da voi. Saluti.”

Dice di aver ricevuto una misteriosa telefonata: qualcuno le avrebbe consigliato di farsi gli affari propri ma conferma fino all’ultima virgola quello che ha raccontato all’inviato.
Donna: “A me dispiace con tutto il cuore però non mi sento di andare avanti con sta cosa qua”.
Iena: “Ma possiamo andare avanti noi per te? Dobbiamo fare questo appello per trovare questa Giusi”.
Donna: “Eh fatelo, cosa vi devo dire, fatelo ovviamente”.
Iena: “Se tu ci assicuri che questa persona esiste e non perdiamo tempo se la cerchiamo”.
Donna: “Allora questa persona esiste, c’è davvero in realtà, ma dopo bisogna vedere se è realmente così”.

La donna non vuole apparire ma ha dato all’inviato degli elementi su cui lavorare: la testimone oculare si chiamerebbe Giusi, sarebbe stata a metà luglio in vacanza al mare a Igea Marina e avrebbe abitato nella corte o lì vicino l’anno della strage, per poi trasferirsi a Milano con la figlia. Monteleone compie un tentativo andando ad Erba e provando a chiedere notizie a chi abita in quella zona.

Delle tante persone incontrate presso la corte di via Diaz nessuno si ricorda di una Giusi, ma un inquilino di via Diaz, sembra essere d’aiuto.

Iena: “È tanto che abiti qua?”
Inquilino di via Diaz: “Sì sì”
Iena: “Da quanti anni?
Inquilino di via Diaz: “Più di 30 anni”
Iena: “Veramente? Volevo salutare una mia amica ma non l’ho trovata”.
Inquilino di via Diaz: “Chi stai cercando?”
Iena: “Si chiama Giusi”.
Inquilino di via Diaz: “Giusi?”
Iena: “Forse Giuseppina, io ricordavo Giusi”.
Inquilino di via Diaz: “Ma era sposata? Aveva una bimba?”
Iena: “Bravo”.
Inquilino di via Diaz: “XXX”
Iena: “Bravo, ti ricordi il cognome?”
Inquilino di via Diaz: “No il cognome saranno più di 8-9 anni che se n’è andata”
Iena: “A saperlo te lo chiedevo prima, scusami lei si chiamava proprio Giusi?”
Inquilino di via Diaz: “Sì, la figlia XXX”
Iena: “E il marito come si chiamava?”
Inquilino di via Diaz: “Guardi mi sembrava fosse divorziata”
Iena: “Ah ok perfetto e loro abitavano qua?”
Inquilino di via Diaz: “Sì l’appartamento sopra da me qua”
Iena: “Ok e che lavoro faceva questa Giusi?”
Inquilino di via Diaz: “Sinceramente non lo so, usciva la mattina, veniva al pomeriggio, non lo so sinceramente”
Iena: “Ma da quanti anni è che se n’è andata?”
Inquilino di via Diaz: “Ma saranno 9 anni 10 anni che se n’è andata”
Iena: “Sì? Tu sei sicuro che si chiamava Giusi? O magari Giuseppina?”
Inquilino di via Diaz: “La chiamavano Giusi, poi non lo so”
Iena: “E dove si sono trasferiti che tu abbia saputo?”
Inquilino di via Diaz: “Io so che andavano a Milano, perché non so se con il marito o con un altro, non lo so sinceramente, so che si sono trasferiti a Milano, infatti hanno lasciato tutto l’arredamento che hanno venduto, dopo”.

Negli scorsi servizi dedicati alla vicenda e andati in onda, non è la prima volta che qualcuno ipotizza uno scenario del genere.

Anche nelle intercettazioni ambientali fatte in carcere a Como, prima che i due confessassero, si sente Rosa chiedere a Olindo:

Rosa: “Ma che cosa c’è da confessare, non siamo stati noi!”
Olindo: “Lo so, però aspetta…per tagliare le gambe al toro, metti che sono stato io…”
Rosa: “Ma… ma quando sei andato su Olli?!”
Olindo: “Non lo so”
Rosa: “Dimmi, quando sei andato su?!”
Olindo: “Lo so Rosa ma è per finire questa storia qui”
Rosa: “Ma perchè devi dire che non è! Non è vero niente Olli, sai che non è vero niente, tutta questa cosa! Ancora adesso io dico e torno sempre a ripetere”
Olindo: “Se facciamo così prendiamo anche dei benefici e qualche cosa e te ne vai a casa”.
Rosa: “Ma cosa vado a casa a fare Olli? Vuoi che esco di qui e mi butto sotto un treno?”

È lecito chiedersi il perchè Rosa dovrebbe dire “tu non sei andato su” a Olindo se Olindo non c’è mai andato? E – visto che quella sera i coniugi Romano raccontano di essere stati a cena in un McDonald’s di Como alle 21.40 – Monteleone cerca di capire se siano andati in città alla ricerca di un alibi, come sostiene l’accusa, o se siano andati via di fretta da quella corte dopo aver percepito che stava succedendo qualcosa di brutto.

Che i coniugi Romano si fossero accorti che stesse succedendo qualcosa nella palazzina della strage è una teoria formulata anche nel libro “Il Grande Abbaglio”, di Felice Manti ed Edoardo Montolli e che tiene conto della versione dei fatti data dai due coniugi.

L’inviato chiede se la versione dei fatti avanzata dall’incredibile racconto della donna sia compatibile con ciò che di certo sappiamo della strage. La risposta di Felice Manti: “Noi sappiamo che la mattanza è iniziata qualche minuto prima delle 20 perché Frigerio dirà di aver sentito i titoli del tg5, non sia ancora conclusa alle 20:22, perché sappiamo che la Cherubini, la moglie di Frigerio, viene sentita gridare distintamente “aiuto aiuto” dal soccorritore Bartesaghi, quindi in questi 22-27 minuti, sono state uccise quattro persone, ne è stata ferita una quinta ed è stato dato il fuoco all’appartamento.

In questi 22-27 minuti è chiaro che in questa mattanza si sono sentiti dei rumori tremendi di persone che stavano per essere ammazzate, con corpi contundenti e armi da taglio. Dicevamo, Rosa Bazzi ha sentito dei rumori o ha visto, non lo sappiamo, probabilmente ha invitato il marito a uscire, perché il marito stava sonnecchiando sul divano e quindi è chiaro che loro sono usciti dalla palazzina prima che la strage fosse conclusa. Questo perché sappiamo che dopo che arriva Bartesaghi, la corte di via Diaz nel giro di pochissimi minuti si riempie di persone, di mezzi della Polizia, di macchine dei Vigili del fuoco, per cui sarebbe stato impossibile per Olindo Romano e Rosa Bazzi uscire con la loro vettura da quella corte dopo la fine della mattanza.

Ecco perché penso che il racconto di questa signora, che riferisce di una terza persona che avrebbe visto Rosa Bazzi uscire dalla casa prima che ovviamente finisse la mattanza è perfettamente compatibile con una dinamica della strage che non può essere quella che viene fuori dalle carte e dalle confessioni per il semplice motivo che non collima con le prove scientifiche raccolte dai Ris e soprattutto non torna con l’eventualità che Olindo e Rosa in questo frangente si siano potuti cambiare nel proprio appartamento senza proiettare nella stanza dove si sono cambiati alcuna macchia di sangue, siano usciti senza farsi vedere neanche da Bartesaghi perché Bartesaghi se ne sarebbe accorto, ecco perché le prove non tornano, il problema è che se abbiamo ragione noi, se hanno ragione le prove scientifiche, se la logica diciamo ha ancora un senso nel raccontare una strage di questo tipo è evidente che abbiamo a che fare con due persone innocenti, condannate ingiustamente, è evidente che anche la più piccola testimonianza che possa in qualche modo scagionarli con certezza e con nettezza non può che essere ben accetta, nonostante la mole di prove che dimostrano più di un ragionevole dubbio rispetto alla loro colpevolezza tutti questi dubbi sono stati ignorati e accantonati in nome di una verità processuale che ancora oggi a distanza di 12 anni, ce lo dimostrano anche queste testimonianze, grida vendetta”.

Secondo il giornalista Manti non ci sono dubbi, la testimonianza indiretta raccolta è perfettamente compatibile con ciò che si sa con certezza della strage.

“Era addirittura uscito un libro, “Il grande abbaglio”, che riportava proprio questo, la possibilità che Rosa o Olindo avessero sentito o visto qualcosa. – dichiara Fabio Schembri legale dei coniugi Romano a proposito di questa ipotesi – Le prime domande che vennero poste da parte nostra sia a Olindo, sia a Rosa, furono proprio queste. Però sia Olindo sia Rosa ci hanno sempre fornito quella versione, cioè Olindo era sul divano che dormiva, Rosa ad un certo punto l’ha svegliato, dopo qualche minuto sono usciti e sono andati a Como in macchina insomma. Quindi era una domanda, un quesito che avevamo posto ad entrambi all’epoca. Parlo naturalmente del 2007 di 13 anni fa…sì”.

A questo punto l’inviato chiede all’avvocato dei condannati se è possibile informare Rosa e Olindo su quest’ultima segnalazione:
Schembri risponde: “Certamente glielo chiederemo, purtroppo non nel breve termine perché attualmente Rosa è in quarantena perché è risultata positiva anche se sta bene e allo stato è asintomatica e quindi non ci sarà possibile diciamo a breve chiederlo. Però certamente lo faremo non appena sarà possibile farlo insomma”
Quando la Iena chiede se Rosa è positiva al Covid, Schembri risponde: “Sì da qualche giorno, ha avuto l’esito del tampone al quale era stata sottoposta. È positiva ma asintomatica e sta bene. Lo faremo certamente non appena sarà possibile vederla o sentirla. Se c’è una persona che ha visto qualcosa quella sera, che venga fuori. Perché come voi ben sapete, riteniamo i coniugi del tutto estranei ai fatti accaduti in Erba”.

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