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LAVORO TRENTINO: CIVETTINI, ACCETTABILI PER UN PADRE DI FAMIGLIA 6,39 € LORDI ALL’ORA?

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11.36 - lunedì 18 settembre 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Interrogazione. «Intervento 19». Dignità dei lavori e soluzioni lavorative sottopagate? 6,39 euro lordi all’ora, sono oggi accettabili per un padre di famiglia? Interventi da ripensare con formule che garantiscano la sopravvivenza ai cittadini trentini!

Si dia la possibilità per ogni azienda produttiva, industriale, commerciale, artigiana o agricola di affiancare uno di questi lavoratori defiscalizzandone totalmente i costi!

In questi giorni si fa un gran parlare di qualche extracomunitario che sarebbe impiegato in lavori agricoli a circa 4 euro all’ora, mentre ci si glorifica, parlando di occupazione in sviluppo e di welfare efficiente, quando si illustrano progetti quali “Azione 19”, che in verità, sta occupando nella stragrande maggioranza trentini in difficoltà lavorative, a 6,39 euro orario, senza ferie, senza Tfr e con una stagionalità inaccettabile.

Persone impegnate con tempi diversi, dove le formule partono dal part-time a 17 ora, per poi aumentare alle 25 fino alle 35 ore, dove gli addetti, sono dedicati sostanzialmente alla manutenzione del verde pubblico.

Persone, provenienti da disperazioni diverse, dove sono presenti ex imprenditori artigiani, un tempo coccolati, fino a persone meno giovani, spurgate dal mondo del lavoro che, dal fallimento dei propri percorsi, hanno trovato-è vero-una speranza in questi percorsi ma che di giorno in giorno, diventa un cappio stringente, per l’impossibilità di sostenere la propria Famiglia con cifre miserevoli e umilianti.

Lavori, che vengono delegati attraverso un sistema cooperativo dove, a fronte di ogni richiesta di ragionamento sui salari da fame, sembrerebbe che la risposta sia ormai collaudata e che invita i soggetti deboli e sfruttati a rinunciare, visto che molti altri sarebbero in lista d’attesa.

Risposte assolutamente umilianti, che non lasciano spazio che alla rabbia, per una schiavizzazione dovuta allo stato di necessità, cui la politica provinciale si trastulla ma non troverebbe risposte adeguate, per quelle persone che, avendo carichi familiari importanti, non possono sopravvivere a questo tipo di salario.

Strano anche il silenzio e l’assenso delle forze sociali, che ,nei fatti, parrebbero coordinatori di queste scelte, ma che non rispondono nei fatti alle esigenze di persone che hanno il diritto di sopravvivere con dignità mentre a Roma si parla di reddito di cittadinanza, addirittura esteso a tutti quelli che hanno anche domicilio in Italia, in Trentino, si attivano guerre tra poveri che innescano, oltre ad una anomala calmierazione nelle assunzioni, anche una sorta di caporalato pubblico, seppur regolamentato e codificato, ma che alla dignità della persona riserva ben poco.

Un progetto, che nella sua concezione va apprezzato, ma che oggi necessita di correttivi puntuali che garantiscano un minimo vitale coerente con le enunciazioni che incidono nei dati occupazionali in termini di statistiche ma che non riescono ad essere sufficienti alla sopravvivenza minima.

Un progetto che-ahinoi-sappiamo non essere semplice per la complessità del mondo del disagio lavorativo che ha colpiti massicciamente anche l’occupazione locale ma al quale dobbiamo dare risposte credibili e non quelle che mettono a posto la coscienza di pochi.

Proprio per tutto questo, ci sentiamo di dover mettere in discussione la situazione esistente, affinché si possano rimettere in pista i fondi necessari per poter dare a questi lavoratori, un reddito decoroso legato al loro impegno, nella continuità dello stesso, non legato all’occupazione stagionale, poiché le Famiglie, vivono e pagano affitto e bollette, per 12 mesi all’anno.

Tutto ciò dunque, senza polemiche, ma con l’obiettivo dichiarato di superare gli ostacoli in questo campo, spronando l’assessore a il comparto competente, a sfidarsi in nuove soluzioni, anche occupazionali ma anche sotto la forma organizzativa.

Una sfida, senza critiche a quanto già c’è, nella volontà di aggiornare meccanismi e collegarli al sistema produttivo, senza cristallizzare percorsi che sarebbero considerati marginali-anche se indispensabili-della cura del verde pubblico.

 

 

 

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Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere interroga il Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente per sapere:

• Se si conferma o si smentisca che la paga oraria nel “Progetto 19” sia pari a 6,39 euro orari lordi e che i cosiddetti lavori socialmente utili, si declinano nell’occupazione oraria delle 17,25 e 35 ore settimanali e, in caso di conferma, quali i criteri per l’assegnazione ai diversi orari lavorativi/occupazionali;

• Se si conferma o si smentisca che, per contratto, tale corresponsione oraria sia omnicomprensiva di tredicesima, quattordicesima, Tfr e ferie e nel caso, quali le osservazioni delle forze sociali in merito al rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori;

• Quanti siano i dipendenti o collaboratori della cooperativa Aurora, quale sia la sede operativa, come sia strutturata, quali gli accordi con la Provincia autonoma di Trento e, se, sotto qualsiasi forma, abbia accesso a benefici fiscali o contributivi pubblici e se la stessa, sia emanazione di qualche Gruppo sociale o cooperativo;

• Se corrisponda al vero che, in ogni modo, ai dipendenti/collaboratori del cosiddetto “Progetto 19”, venga corrisposto quanto per Legge per i periodi di disoccupazione in una sola liquidazione, lasciandoli sguarniti finanziariamente, ad esempio, duranti i mesi invernali;

• Se si ritenga oggidì doveroso e necessario, aggiornare le paghe orarie corrisposte, ad un minimo vitale indispensabile affinché queste famiglie possano onorare affitti, bollette e spese di sopravvivenza o, in alternativa, se sia possibile ipotizzare che ad esempio coloro che vivono in alloggi pubblici, possano godere di una riduzione sensibile dell’affitto, quale contribuzione materiale all’integrazione di stipendio;

• Se sia ipotizzabile -o solo illusori- che ad ogni azienda produttiva, industriale, artigiana e commerciale presente in Trentino, possa essere affiancato, valutando capacità e professionalità, almeno un soggetto disagiato come le persone presenti in “Progetto 19”, con una Totale defiscalizzazione dei costi, affinché si possano anche trasformare in opportunità, i disagi che in questi anni hanno disseminato il Trentino;

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

 

 

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Consigliere Claudio Civettini
Lista Civica Trentina

 

 

 

Foto: archivio Pat

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