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KASWALDER * AGITU IDEO GUDETA: ” LA MIA TOTALE SOLIDARIETÀ ALL’ALLEVATRICE PER I I REITERATI ED INQUALIFICABILI GESTI DI VIOLENZA ED INTOLLERANZA A SFONDO RAZZIALE “

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15.57 - lunedì 27 agosto 2018

Esprimo la mia totale solidarietà alla dott.ssa Agitu Ideo Gudeta più conosciuta come Agi. Allevatrice di origine etiope operante a Frassilongo, nel cuore della Valle dei Mocheni. Solidarietà completa anche alla Comunità mochena che il vile delinquente, persecutore di Agi non rappresenta, e Comunità che da tale comportamento corre il rischio purtroppo di trarre una falsa immagine di sé.

I reiterati ed inqualificabili gesti di violenza ed intolleranza a sfondo razziale di cui la donna etiope è stata vittima, confermano la gravità dei tempi nei quali viviamo. Questi richiedono fermezza repressiva, nessuna generalizzazione, specifica individuazione delle responsabilità.

E’ il signore resosi colpevole di tutto ciò persona sgradita, non la signora vittima di queste angherie. Il Signore in questione si è reso già protagonista nel tempo di diversi atti assolutamente non compatibili con il vivere civile di una piccola comunità, entrando in rotta di collisione e da anni con la popolazione.

Diversi e circostanziati atti mi sono stati in tal senso comunicati, e prego pertanto l’ottima Stazione dei Carabinieri di Sant’Orsola di valutarli con profonda attenzione. Lo chiedo perchè informato su questi in maniera angosciata e preoccupata, prima che succeda davvero l’irreparabile.

La Valle dei Mocheni è Terra di grande tolleranza, è Terra di contaminazione con culture e lingue diverse. La Valle dei Mocheni è stato la Heimat di “Optanti” costretti ad abbandonare nella seconda Guerra Mondiale affetti, famiglia e tutto quanto costruito in anni di sacrifici per terre lontane, sconosciute ed a volte ostili.

La famiglia mochena di tipo matriarcale, viveva del capo famiglia “krumer”, una sorta di venditore ambulante che partiva a piedi per commerciare nei masi del sud ed alto Tirolo, stando distante da casa per mesi e delegando la gestione della famiglia alla donna che gestiva il modesto guadagno del marito governando per tutti la famiglia.

Questa valle ha conosciuto fatica e lavoro, isolamento fisico e culturale, e li porta dentro con il ricordo di ferite ancora aperte: la comunità mochena conosce perfettamente le difficoltà della convivenza e della integrazione ed è paradossale che sia proprio essa a vivere in questi giorni la notorietà naturale quanto non gradita di una decadenza xenofoba che non le appartiene.

Il ringhio maligno della delinquenza razzista ha azzannato casualmente e vile a Frassilongo una donna modello, colpevole di rappresentare al meglio quell’integrazione di cui a Frassilongo Agi è certamente un’ icona.

 

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Walter Kaswalder

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