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ISTITUTO CATTANEO * POST VOTO 4 MARZO: IL DIFFICILE REBUS DELLA FORMAZIONE DEL GOVERNO, MOVIMENTO 5 STELLE COME PARTITO CENTRALE E MEDIANO IN PARLAMENTO

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14.51 - mercoledì 14 marzo 2018

Il difficile rebus della formazione del governo. Movimento 5 stelle come partito centrale e mediano in parlamento. Tre agende per il dopo-voto: istituzionale, progressista, sovranista.

Qual è il partito centrale nel parlamento uscito dalle urne del 4 marzo? Quali sono le possibilità di convergenza programmatica tra le attuali forze politiche?

Per rispondere a queste domande, l’Istituto Cattaneo ha analizzato i programmi dei partiti politici su tre dimensioni di competizione:

1) l’asse sinistra-destra;

2) la divisione tra i favorevoli e i contrari ad un approfondimento del processo di integrazione europea;

3) l’asse che separa i conservatori dai progressisti sul piano dei diritti civili e sociali.

Ovviamente, questa analisi si fonda sul presupposto che esista una congruenza fra i programmi elettorali e il comportamento effettivo delle forze politiche. Sappiamo però che, passate le elezioni, intervengono altri fattori, di natura istituzionale e/o personale, a modificare le preferenze e quindi le posizioni dei partiti sulle singole tematiche.

Di conseguenza, i risultati di questa ricerca sulla compatibilità programmatica dei partiti fanno riferimento a ciò che le forze politiche hanno promesso durante la campagna elettorale e non alle trasformazioni che sono avvenute o avverranno nelle settimane successive al voto.

Per capire chi svolgerà un ruolo centrale nel parlamento di prossima formazione è importante innanzitutto individuare il partito cosiddetto «mediano», cioè quell’attore politico in grado di giocare un ruolo strategico fondamentale nella formazione del governo.

Va precisato che «partito mediano» non è sinonimo di «partito di centro». Quest’ultima definizione si applica solitamente a quei partiti ideologicamente moderati collocati a metà strada tra i principali schieramenti di sinistra e di destra.

Mentre il partito mediano è quello che – una volta posizionati i partiti lungo un determinato asse – contiene al suo interno quel votante (mediano) che, indipendentemente dalla sua posizione ideologica, divide esattamente a metà la distribuzione dei seggi in parlamento, godendo così di un potere contrattuale superiore rispetto agli altri partiti.

La prova del maggiore potere contrattuale assegnato ai partiti mediani è fornita dalla tabella 1. Come si può notare, nelle democrazie dell’Europa occidentale il partito «mediano» è stato incluso nel 77% dei governi che si sono formati dal 1945 al 2015. In pratica, tre governi su quattro hanno previsto la partecipazione del partito che controlla la posizione mediana in parlamento.

Nel caso italiano, l’inclusione al governo di questo tipo di partito – rappresentato dalla Democrazia cristiana durante quasi tutta la cosiddetta prima repubblica –.

 

 

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