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ISTAT * CORONAVIRUS: « LE NECESSARIE MISURE DI CONTENIMENTO DEL VIRUS TRA I PAESI STANNO CAUSANDO UNO SHOCK DI NATURA REALE, IN ITALIA CONSUMI A – 9,9% »

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14.46 - martedì 7 aprile 2020

Lo scenario internazionale è dominato dall’emergenza sanitaria. Le necessarie misure di contenimento del COVID-19 stanno causando uno shock generalizzato, senza precedenti storici, che coinvolge sia l’offerta sia la domanda.

La rapida evoluzione della pandemia rende difficile rilevare l’intensità degli effetti sull’economia reale con gli indicatori congiunturali la cui diffusione avviene con un ritardo fisiologico rispetto al mese di riferimento.

Le prime indicazioni disponibili sull’impatto economico in Italia provengono dal clima di fiducia di famiglie e imprese, che a marzo ha segnato una forte e diffusa flessione, e dai dati riferiti a febbraio sul commercio estero extra Ue e le vendite al dettaglio.

Il commercio extra Ue è stato fortemente influenzato dal calo delle esportazioni verso la Cina, mentre le vendite al dettaglio hanno mostrato un deciso aumento trainato dagli acquisti di beni alimentari.

L’inflazione si è approssimata allo zero per i ribassi delle quotazioni dei beni energetici collegati al crollo di quelle del petrolio. La crescita dei prezzi al consumo nell’area euro si è confermata più elevata di quella italiana, ma anch’essa in decisa attenuazione.

La nota mensile di marzo contiene il primo approfondimento dedicato all’analisi dell’impatto economico del COVID-19. Ulteriori aggiornamenti e approfondimenti, sia in termini di lettura dei dati congiunturali sia di simulazioni di impatti e scenari, verranno presentati nelle prossime edizioni.

Lo scenario internazionale delle ultime settimane è stato caratterizzato esclusivamente dagli effetti dell’epidemia di COVID -19 che a partire da gennaio si è rapidamente diffusa in tutto il mondo. Le necessarie misure di conte- nimento del virus adottate con tempistiche eterogenee tra i paesi stanno causando uno shock di natura reale che investe contemporaneamente l’offerta (chiusura di attività e interruzione delle catene del valore) e la domanda (crollo dei consumi, riduzione dei redditi) e la cui rapidità e intensità non ha precedenti storici. Questo contesto ha determinato significative revisioni al ribasso delle previsioni del Pil mondiale che è atteso registrare nel 2020, senza eccezioni, una flessione.

I mercati finanziari hanno reagito con un forte calo delle quotazioni degli asset e un deciso aumento della volatilità. Le prospettive per il commercio mondiale, già in calo a gennaio, sono peggiorate drasticamente come indicato dalla caduta del PMI globale sui nuovi ordini all’export di febbraio e marzo (Figura 1). Per contrastare gli effetti del lockdown sull’economia, le banche centrali sono intervenute ripetutamente con misure straordinarie a sostegno della domanda e immettendo liquidità nel sistema economico.

 

Contestualmente, molti Governi hanno annunciato provvedimenti fi- scali espansivi mirati al supporto dei redditi dei cittadini e delle attività pro- duttive. In particolare, negli Stati Uniti è stato approvato un pacchetto di mi- sure di stimolo da 2.200 miliardi di dollari. Nell’area euro, lo stimolo fi- scale sta avvenendo principalmente a livello nazionale e la Bce offre co- pertura monetaria allo sforzo fiscale degli Stati membri con programmi di acquisto dei titoli pubblici. La Com- missione europea, negli ultimi giorni, ha proposto l’attivazione di un fondo contro la disoccupazione (Support to mitigate unemployment risks in emergency) che dovrebbe finanziare gli schemi di protezione dei posti di lavoro.

Sul fronte dei dati macroeconomici, che rilevano ancora solo in parte gli effetti della pandemia, in Cina, nel primo bimestre dell’anno, si è registrato un calo congiunturale del 13,5% della produzione industriale e del 20,5% delle vendite al dettaglio. Le prospettive economiche però (la diffusione del contagio nel paese si sta riducendo e le misure di contenimento sono state allentate) sono in miglioramento. Dopo una caduta verticale a febbraio, i PMI Markit dei servizi e del manifatturiero cinese di marzo sono inaspettatamente rimbalzati sopra la soglia di espan- sione (rispettivamente 52 da 35,7 e 52,3 da 29,6).

Negli Stati Uniti, il mercato del lavoro ha reagito immediatamente alla diffusione della pandemia. L’employment report di marzo ha registrato un rialzo del tasso di disoccupazione a 4,4% da 3,5% di febbraio, segnando la varia- zione mensile più ampia dal 1975. I nuovi sussidi di disoccupazione, nella settimana conclusa il 28 marzo, sono saliti esponenzialmente a livelli record (6,648 milioni).

Nell’area dell’euro, gli indici qualitativi di marzo, i primi a cogliere almeno parzialmente l’impatto economico delle misure di contenimento dell’epidemia, hanno registrato un forte calo. L’€-coin, influenzato dagli effetti del crollo dei corsi azionari e del clima di fiducia di consumatori e imprese, ha segnato un deciso peggioramento. Nello stesso mese, l’Economic sentiment indicator (ESI, Figura 2) elaborato dalla Commissione europea, per cui buona parte della raccolta dati per molti Stati membri è antecedente alla messa in atto delle misure di contenimento più restrittive, ha registrato un crollo di 8,9 punti diffuso a consumatori e imprese. Il calo è stato particolarmente forte per i servizi e il commercio al dettaglio. A livello nazionale, l’indice ha registrato le diminuzioni più significative in Italia (-17,6) e Germania (-9,8), scendendo in misura minore in Francia (-4,9) e Spagna (-3,4).

 

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