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ISTAT * CENSIMENTO ISTITUZIONI PUBBLICHE 2020: « VALLE D’AOSTA – TRENTINO – ALTO ADIGE LE UNICHE REGIONI CON PIÙ DI 8 DIPENDENTI PUBBLICI OGNI 100 ABITANTI »

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11.42 - mercoledì 28 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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L’Istat approfondisce con questo report il quadro informativo dell’edizione 2020 del Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche, la cui diffusione è stata avviata a dicembre 2021, a soli tre mesi dalla chiusura della rilevazione. Con successivi rilasci la pubblicazione dei dati definitivi verrà completata.

Struttura e dimensione delle istituzioni pubbliche – Unità istituzionali e unità locali. Al 31 dicembre 2020 risultano attive 12.780 istituzioni pubbliche, presso le quali prestano servizio 3.601.709 unità di personale, di cui 3.396.289 dipendenti (pari al 94,3% del personale) e più di 205mila (il restante 5,7%) occupati con altre forme contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporanei).

L’evoluzione strutturale delle istituzioni pubbliche nel periodo 2011-2020. Tra il 2011 e il 2020, a parità di campo di osservazione , il numero di unità istituzionali aumenta del 4,9%, da un lato per le modifiche introdotte dal Regolamento europeo sul sistema dei conti SEC 2010 , che hanno ridefinito i criteri di inclusione delle unità istituzionali nel perimetro delle Amministrazioni pubbliche (settore istituzionale S13) adottando definizioni e classificazioni più inclusive rispetto al precedente Regolamento; dall’altro per il perfezionamento del processo statistico di utilizzo e integrazione delle fonti amministrative che ha migliorato la capacità di individuazione e rilevazione delle unità istituzionali. Se si considerano invece le unità locali (luoghi di lavoro) afferenti alle istituzioni pubbliche, nell’arco dell’ultimo decennio si registra una diminuzione di oltre 5.800 unità locali (-5,4%), in conseguenza sia dell’attuazione di politiche di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica sia del miglioramento della qualità della rilevazione . Nel periodo 2017-2020 il numero di istituzioni pubbliche si riduce dello 0,5%, quello delle unità locali del 2.2%.

Le politiche di contenimento della spesa pubblica e di limitazione del turnover dei dipendenti, che hanno caratterizzato quasi per intero l’ultimo decennio, hanno determinato modifiche al livello e alla composizione dell’occupazione. Tra il 2011 e il 2020 i dipendenti aumentano complessivamente del 2,5% in conseguenza del notevole incremento del numero di contratti a tempo determinato (+58,9%, +145 mila unità circa), a fronte di un calo del 2,8% dei dipendenti a tempo indeterminato (-73 mila unità circa). Nel periodo intercensuario 2011-2017, il numero dei dipendenti pubblici resta nel complesso quasi invariato (-0,1%) ed è sintesi di una lieve flessione del personale a tempo indeterminato (-0,8%) e di un aumento di quello a tempo determinato (+7,3%).

Nei tre anni successivi (2017-2020) l’occupazione dipendente aumenta complessivamente del 2,6%, con il personale a tempo indeterminato in ulteriore calo (-2,1%) mentre quello a tempo determinato registra un forte aumento (+48%), dovuto principalmente alle assunzioni effettuate nel comparto scuola e negli enti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) per far fronte alla pandemia da Covid-19.

L’occupazione femminile cresce del 7,1% rispetto al 2011 e del 5,2% tra 2020 e 2017. Non risente di flessioni tra il personale a tempo indeterminato (+1,6% rispetto al 2011 e stabile nel periodo 2017-2020 ) ed è in continua crescita nei contratti a tempo determinato, con incrementi superiori al 50% (+59,4% rispetto al 2011 e +52,3% nel periodo 2017-2020). Rispetto al 2011, sono in forte aumento i lavoratori non dipendenti (+59,1%, quasi 76mila), prevalentemente collaboratori e altri atipici, che crescono di un ulteriore 5,6% negli ultimi tre anni.

Complessivamente tra il 2011 e il 2020 il personale in servizio nella pubblica amministrazione aumenta del +5% (+2,8% nel triennio 2017-2020).
Sul territorio, le unità locali registrano un graduale calo rispetto al 2011 (-5,4%), più marcato nelle regioni del Nord-ovest (-8,7%) (Prospetto 7).
Dal lato occupazione, i dipendenti crescono in particolare nelle ripartizioni del Nord-est (+6,9%) e del Nord-ovest (+4,2%); più limitato l’aumento al Sud (+0,9%) a fronte di una media nazionale del +2,5%. Il confronto con il 2011 evidenzia il forte incremento del ricorso a tipologie di lavoro non dipendente nelle regioni del Nord (+86,5% nel Nord-ovest e +83,4% nel Nord-est); più vicine al valore medio nazionale del +59,1% le regioni del Centro, mentre le ripartizioni Sud e Isole si attestano su incrementi importanti ma decisamente inferiori (rispettivamente +23,4% e +35,5%).

L’indice dato dal rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione residente rimane pressoché stabile tra il 2011 e il 2020, passando da 4,8 a 4,9 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti a livello nazionale. In entrambe le tornate censuarie, la maggiore concentrazione di dipendenti pubblici si registra nei territori del Nord a Statuto speciale: la regione Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano sono le uniche con più di 8 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti. Le quote più basse di dipendenti pubblici sulla popolazione residente si registrano in Lombardia (3,9), Veneto, Campania e Puglia (4,5).

 

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