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ISTAT * AGRITURISMI: « NEL 2021 LE AZIENDE ATTIVE ERANO 25.390 (+1,3% / PERFORMANCE POSITIVE IN FRIULI-VENEZIA GIULIA (+4,3%) E NELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO (+3,3) »

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11.08 - martedì 22 novembre 2022

Le aziende agrituristiche tra pandemia e resilienza. Nel 2021 le aziende agrituristiche attive sono 25.390 (+1,3% rispetto al 2020). la crescita maggiore è nelle Isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%). Le aziende agrituristiche multifunzionali (che offrono almeno tre servizi) sono il 38% (+21,3% rispetto al 2011) e ancora una volta sono le Isole a registrare l’incremento più elevato (+51,5% rispetto al 2011).

Il 63,3% dei comuni italiani ne ospita almeno una ma si arriva a oltre il 98% in Toscana e Umbria. Le strutture condotte da donne sono 8.762 (34,5% del totale), in aumento dell’1,3% rispetto al 2020.

 

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Territorializzazione e crescita della rete di strutture agrituristiche

La crescita del numero di aziende agrituristiche si attesta a +1,3% a livello nazionale rispetto al 2020, con differenze nelle diverse ripartizioni geografiche.

Come nel 2020 l’aumento maggiore riguarda il Mezzogiorno (+3,7% rispetto all’anno precedente) e in particolare la Sicilia (+16,1%). il numero di aziende è sostanzialmente stabile al Centro (+0,3%) con l’eccezione delle Marche dove la crescita è molto più consistente (+3,1%). Al Nord la dinamica è positiva e in linea con la media nazionale (+1,1%) con performance particolarmente positive in Friuli-Venezia Giulia (+4,3%) e nella Provincia autonoma di Trento (+3,3).

Stabile la distribuzione di queste strutture per zona altimetrica, il 53,3% è ubicato in zona collinare (53,3%). La Toscana, con 4.292 aziende agrituristiche, detiene il 32% delle 13.525 strutture collinari.

Il 30% delle aziende agrituristiche si trova invece in zone montuose: spicca in particolare la Provincia autonoma di Bolzano con le sue 3.253 aziende, che coprono il 42% del totale delle 7.788 strutture ubicate in montagna.

Il restante 16,1% delle strutture si situa in pianura (4.076 in totale), con Puglia ed Emilia-Romagna in testa (rispettivamente 559 e 467 aziende agrituristiche).

La densità delle strutture sull’intera superfice italiana è di 8,3 strutture per 100 km2 (era 6,7 nel 2011).  I comuni con una densità maggiore di 100 aziende per 100 km2 sono 42.

La densità è particolarmente elevata nel Centro (16 aziende agrituristiche per 100 km2) dove è ancora una volta la Toscana, con ben 23 aziende per 100km2, a detenere il primato. Segue il Nord-est, con una densità di circa 12 strutture ogni 100 km2, dove la regione con più alta densità è il Trentino Alto-Adige (28 aziende agrituristiche per 100 km2).

 

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Agriturismo, un settore in costante crescita
L’agriturismo(i), indipendentemente dalla sua ubicazione geografica, rappresenta da sempre un “luogo” dove è possibile scoprire “sapori”, usi e costumi delle tradizioni locali che per molti versi rappresentano l’intelaiatura della storia nazionale. In tale ottica, l’agriturismo alimenta, ed è a sua volta alimentato, da uno specifico modello culturale che fa della “sicurezza” e della “sostenibilità” due delle parole d’ordine che, ancora di più dopo la crisi sanitaria dovuta alla pandemia, fanno da guida alle strategie degli imprenditori che operano in questo settore.

I dati del 2021 danno infatti conto della ripresa di questo settore sia in termini di una positiva dinamica demografica delle aziende, sia in relazione al numero di agrituristi ospitati nelle strutture, sia infine per la crescita del valore economico delle aziende stesse. Per una migliore lettura del “fenomeno agriturismi” sembra opportuno comparare i dati del 2021 sia con quelli dell’anno precedente, che consentono di valutare la “capacità” di resilienza di queste strutture, sia con quelli di lungo periodo, che descrivono la “lunga marcia” compiuta dagli operatori di questo settore nell’ultimo decennio.

L’importanza della rete agrituristica all’interno del mondo rurale è evidente non solo in termini di crescita del numero di strutture, ma anche per la loro diffusione e densità territoriale a livello comunale. Tra il 2011 e il 2021, le strutture agrituristiche sono aumentate del 24,4%. Il tasso medio annuo di crescita è del 2,0% e varia dall’1,3% del Nord-est al 2,6% del Centro. Rispetto allo scorso anno le nuove aziende sono 330. Se si considerano solo le strutture con alloggio che, per numero e importanza economica, formano il core di questo settore, la crescita rispetto al 2011 è del 23,2%, con un tasso medio annuo di crescita dell’1,9%.

Infine, le aziende agrituristiche che svolgono anche attività di fattoria didattica, una funzione socio- pedagogica che nel tempo ha acquisito grande importanza, sono aumentate del 76,6%, con un tasso medio annuo di crescita del 5,3%. Degli 8.092 Comuni del 2011, il 58% di questi ospitava almeno una struttura agrituristica; nel 2021 i comuni si riducono a 7.904 e di questi il 63,3% ne ha almeno una nel proprio territorio.

Questa dinamica territoriale interessa tutte le macro-aree geografiche. Nel 2021 i comuni del Centro che ospitano almeno una struttura sono l’84,7% (erano il 77% nel 2011), quelli del Nord-est sono il 78,6% (74,2% nel 2011), seguono le isole con il 62,6% (58,5%), il Sud con il 56,9% (53,4%) e il Nord-ovest con il 52,5% (46,5%).

Nel 2021 i comuni con una sola azienda agrituristica sono 2.483 (pari al 35,3% del totale), di cui 38 sono “nuovi comuni agrituristici”. Nel 54,7% dei comuni si localizzano da 2 a 10 aziende, nell’8,9% da 11 a 50, nel 2% più di 50. I comuni con almeno 100 di queste strutture sono 11 (Appiano sulla strada del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto, Cortona, Grosseto, Manciano, Montalcino, Montepulciano, Noto, San Gimignano).

 

 

 

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