13.07 - giovedì 25 luglio 2019
La stagione turistica invernale 2018/2019.
- La stagione invernale 2018/2019, che comprende i mesi da dicembre ad aprile, chiude con numeri in generale flessione. I settori alberghiero ed extralberghiero evidenziano un andamento contrapposto: in diminuzione il primo negli arrivi (-3,2%) e nelle presenze (-2,7%) mentre il secondo presenta variazioni positive negli arrivi dell’1,3% e nelle presenze del 2,7%. Nel complesso delle strutture si rileva un calo degli arrivi del 2,5% e delle presenze dell’1,8%.
- I pernottamenti registrati si attestano sopra ai 7 milioni; il 55,9% del movimento è composto da presenze italiane.
- Le presenze alberghiere, che rappresentano l’81,4% del totale dei pernottamenti rilevati nel complesso delle strutture ricettive (escludendo alloggi privati e seconde case), pur in diminuzione rispetto alla stagione precedente, si inseriscono comunque in un trend di costante crescita osservata nelle dinamiche delle ultime stagioni. Il risultato dell’inverno 2018/2019 costituisce il secondo miglior risultato degli ultimi 10 anni.
- I mesi centrali dell’inverno sono caratterizzati da variazioni negative, mentre i periodi di coda mostrano dati in crescita: nello specifico, dicembre chiude con un +2,2% e aprile con un +9,7%. I risultati di aprile sono chiaramente influenzati dal posizionamento della Pasqua. Il mese di febbraio si conferma il periodo con il maggior numero di pernottamenti (oltre un milione e ottocentomila).
- Per le presenze italiane si osserva una diminuzione del 4,7%, più marcata nel settore alberghiero. Le principali regioni di provenienza si confermano essere Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Toscana.
- In crescita invece le presenze straniere che si incrementano rispetto alla stagione invernale precedente del 2,2% e consolidano così la loro quota di mercato nel complesso del movimento turistico provinciale (44,1% del totale delle presenze). Si confermano ai primi posti i turisti polacchi, tedeschi, cechi, inglesi e belgi.
- L’andamento nei singoli territori è generalmente negativo; in contrapposta crescita le zone di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Valsugana-Tesino, Valli di Sole, Peio e Rabbi e Altopiano di Pinè e Valle di Cembra.
- Il numero di alberghi aperti è stato pari a 1.454 per un totale di 90.349 posti letto disponibili. Il grado di utilizzo dei posti letto è migliore negli alberghi a 4 stelle superior e 5 stelle (76,7%). In queste categorie si rileva la permanenza media più alta (4,4 giorni).
- Positivi i risultati nel settore extralberghiero (+2,7%) che rappresenta il 18,6% delle presenze invernali complessive; buona, anche in questo caso, la performance degli stranieri che riescono a compensare l’andamento negativo degli italiani. Il numero di strutture aperte è stato pari a 1.663, per un totale di 64.507 posti letto.
- Le presenze in affittacamere, case appartamenti vacanze e Bed&Breakfast rappresentano il 59,1% del totale del movimento nell’extralberghiero.
- Applicando il valore della spesa media giornaliera pro-capite alle presenze si stima che il movimento turistico nelle strutture alberghiere ed extralberghiere abbia generato un fatturato intorno al miliardo di euro, di cui il 69% circa derivante dalle località collocate nelle vallate a maggior intensità turistica1 (alta montagna a sviluppo intensivo).
- Considerando anche la stima del movimento in alloggi privati e seconde case, il bilancio della stagione si conferma negativo con un -2,1% negli arrivi e un -1,3% nelle presenze. Valori in crescita per il movimento dei soli alloggi privati.
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