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GUARDIA DI FINANZA – TRENTO * INCONTRI ON-LINE: « 50ENNE TRENTINO RIMANE VITTIMA DI UN RICATTO SESSUALE E CONSEGNA 100 MILA EURO, ARRESTATI IN FLAGRANZA DI REATO TRE ESTORSORI »

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05.01 - martedì 9 febbraio 2021

Un cinquantenne trentino, vittima di un ricatto sessuale online, ha consegnato circa 100 mila euro. L’indagine ha avuto avvio grazie alla collaborazione con lo Sportello Sicurezza nell’ambito del Protocollo Legalità firmato nel luglio scorso.

La Guardia di Finanza di Trento, all’esito di un’indagine coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Trento, ha arrestato, in flagranza del reato di estorsione, E.C. di 41 anni, E.V. di 27 anni e C.L. di 20 anni.

Tutto ha avuto inizio dal web, e precisamente da un sito di incontri on line, ove una giovane ed attraente donna ha adescato un signore trentino di mezza età con cui ha iniziato uno scambio di messaggi, lasciando intendere di nutrire interesse all’avvio di una relazione sentimentale.

Passato un po’ di tempo, dopo averne acquisito la fiducia, ha coinvolto l’uomo in un frenetico scambio di foto in atteggiamenti sessuali espliciti.

Tuttavia, dopo i primi entusiasmi, ecco l’incubo, sotto forma di un ricatto sessuale per evitare la diffusione delle immagini con conseguente angosciosa violazione della privacy.

La minaccia estorsiva è iniziata nel 2016 ed è consistita in continue e reiterate richieste di denaro (tramite ricariche su PostePay e bonifici bancari indirizzati alla donna con cui la vittima credeva fosse nato un sentimento, sebbene quest’ultima si fosse sempre sottratta agli incontri di persona), in cambio della promessa di non divulgare le foto.

Tormentato dal rischio del paventato “scandalo”, il malcapitato trentino ha sempre assecondato le continue richieste, versando nel tempo una cifra complessiva pari a circa 100 mila euro.

Gli estorsori, via via sempre più minacciosi, hanno infine richiesto un ultimo versamento di 8 mila euro in contanti, “per chiudere la faccenda” e con la promessa di sparire definitivamente.

Sebbene in forte stato di disagio psicologico, l’uomo, vittima del ricatto, ma stremato anche finanziariamente, ha deciso di confidarsi con lo Sportello Sicurezza di Confcommercio che, subito dopo, lo ha messo in contatto, per la formale denuncia alle Fiamme Gialle trentine, con la Cabina di Regia, istituita presso il Comando Regionale della Guardia di Finanza di Trento nell’ambito del Protocollo d’Intesa a tutela dell’economia legale, siglato lo scorso luglio da 23 attori istituzionali nazionali e locali, un vero e proprio “patto comune per la sicurezza” che, proprio domani, 9 febbraio, verrà “rafforzato” con la firma, a Palazzo Roccabruna, di un accordo bilaterale più specifico fra la Guardia di Finanza regionale e la Camera di Commercio di Trento.

I membri della banda criminale, convinti di poter estorcere ancora un’ultima tranche di denaro all’uomo, sono giunti a Trento per riscuotere personalmente la somma richiesta e, per nulla appagati, hanno anche preteso il rimborso delle spese di viaggio e la sistemazione in hotel a spese della vittima.

All’incontro previsto per la consegna del contante – luogo che i malfattori hanno modificato per ben due volte per timore di una trappola -, i militari della Guardia di Finanza, opportunamente dissimulati, hanno atteso il momento della consegna della busta con i soldi. Quindi sono intervenuti procedendo all’arresto degli estorsori in flagranza di reato, ponendo finalmente termine all’incubo che da tempo opprimeva la vittima trentina.

La Autorità Giudiziaria di Trento ha convalidato gli arresti e sono state avviate approfondite indagini sui conti correnti bancari e su ogni disponibilità finanziaria dei sodali, comprese le carte ricaricabili, per risalire anche ad eventuali altri complici.

L’attività di servizio conferma, ancora una volta, il costante presidio attuato dalla Guardia di Finanza sul territorio trentino a tutela della collettività, non solo come polizia economico-finanziaria per il contrasto delle frodi e dell’evasione fiscale, ma anche nei confronti dei privati cittadini che subiscono truffe, raggiri o, come nell’odioso caso citato, reati ben più gravi come ricatti ed estorsioni, tutelando i soggetti più deboli che ne possono risultare facili vittime.

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