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GUARDIA DI FINANZA – BOLOGNA * FONDAZIONE CARMINE DOMENICO RIZZO: « DENUNCIATE 11 PERSONE PER MANCATA ESECUZIONE DOLOSA DI UN PROVVEDIMENTO GIUDIZIARIO, SEQUESTRATI BENI PER 17 MILIONI »

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15.52 - giovedì 20 febbraio 2020

I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, Dott.sa Roberta Dioguardi, dell’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare della “Fondazione Cavaliere del Lavoro Carmine Domenico Rizzo”, con sede legale in Rende (CS) e sede operativa in Bologna, e di due società di capitali, con sede in Bologna e controllate dallo stesso ente, del valore complessivo di circa 17 milioni di euro. Sono state altresì denunciate 11 persone ritenute, a vario titolo, responsabili dei reati di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice ed appropriazione indebita.

Le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, nella persona del Sostituto Procuratore D.ssa Manuela Cavallo, hanno permesso di accertare come i soggetti che avevano amministrato nell’ultimo decennio la fondazione, dopo la morte del suo fondatore, non ne avessero titolo in ragione di una serie di sentenze emesse dall’Autorità Giudiziaria civile che ne avevano disposto la decadenza e la sostituzione.

In più, oltre a non dare esecuzione in maniera dolosa a tale provvedimenti, è stato appurato come le persone denunciate abbiano posto in essere, nel tempo, plurime azioni di depauperamento dell’ingente patrimonio dell’Ente, che veniva gestito attraverso alcune società di capitali partecipate, drenando beni e disponibilità finanziarie in loro favore anziché essere utilizzate per le finalità stabilite dallo statuto dell’istituzione filantropica.

In particolare è stato disposto il sequestro delle disponibilità finanziarie, dei beni mobili e di oltre 100 beni immobili (costituiti da appartamenti, negozi, garages, terreni, fabbricati rurali) tutti situati in Bologna la cui disponibilità da parte degli indagati avrebbe aggravato la protrazione delle condotte distrattive in atto.

Contemporaneamente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari sono state eseguite numerose perquisizioni fra Emilia Romagna, Lombardia e Calabria.

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