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GRUPPO ” DIRITTI IN UNA SCUOLA REALE ” * SCUOLE TRENTINO – COVID: BROCCHIERI, « NESSUNO PUÒ PENSARE DI FARE LEZIONE PER QUATTRO ORE CON UNA MASCHERINA DAVANTI ALLA BOCCA »

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18.30 - domenica 30 agosto 2020

Come far iniziare la scuola disintegrandola subito dopo. Venerdì il dirigente del Dipartimento Istruzione, dott. Ceccato, ha presentato ai sindacati l’aggiornamento del “protocollo sicurezza” per le scuole. Nel frattempo la Giunta provinciale approvava le “Linee guida per la Didattica digitale integrata”.

Nel primo documento, ancora in corso di discussione con i sindacati, si introduce l’obbligo per gli insegnanti di indossare le mascherine in aula e si prevedono termoscanner agli ingressi di tutte le scuole.

Sull’uso delle mascherine i sindacati hanno mostrato contrarietà. In effetti nessuno può pensare di fare lezione per quattro ore con una mascherina davanti alla bocca. Se non altro perché attutisce fortemente il suono della voce, come sappiamo tutti quando dobbiamo far sentire alla barista che il caffè lo vorremmo macchiato o capire quanto dovremmo pagare alla cassa del supermercato. Ma anche parlare per un quarto d’ora, con un tono di voce ancora più forte di quanto ogni insegnante normalmente usa, crea difficoltà respiratorie non sopportabili per chiunque.

Riflettiamo anche sul ruolo essenziale del volto nelle relazioni umane, com’è stato segnalato così tante volte in questi mesi. “Essenziale” vuol dire che non si può eliminare, non sostituibile se non per un’emergenza assoluta. Tutto cancellato in un attimo, e senza una giustificazione evidente.

Il primo sospetto che viene in mente è che si sia voluto semplicemente compiere un gesto di autonomia provinciale. Se perfino il tremebondo ministro Speranza non chiede le mascherine, Fugatti vuole essere eroicamente tremebondo.

Il secondo sospetto è che, per mancanza di visione d’insieme o per calcolo interessato, si stia imponendo alle scuole un insieme di misure che all’atto pratico creeranno così tanti problemi da dover ripiegare quanto prima su prolungate chiusure parziali o totali. Questo effetto disastroso si produrrà indipendentemente dal reale andamento dell’epidemia ma solo perché sistemi complessi come le scuole non possono funzionare togliendo qui e là, ora sì e ora no, qualche pezzo del meccanismo.

Una scuola fortunata e virtuosa della città ha individuato cinque ingressi per i suoi 500 studenti; le saranno forniti cinque termoscanner (dubitiamo) o gli studenti che entrano per cinque porte diverse dovranno poi confluire verso il paio di strumenti che saranno consegnati alla scuola? Ma questo è il meno.

Cosa succederà quando l’autunno e l’inverno provocheranno raffreddori e le normali forme di influenza si diffonderanno? Coloro che avranno un pochino di febbre dovrebbero essere isolati nella scuola; se saranno un paio si troveranno gli spazi, ma se fossero anche solo una decina? E in classe si aspetterà chi non arriva (ammesso che sia potuto salire sull’autobus). Vi immaginate il “chi l’ha visto” quotidiano? dov’è finita la tale studentessa, la maestra arriva o non arriva? e chi sorveglia i bambini nel frattempo? I supplenti non si trovano dietro l’angolo, e se non si trovano?

Infatti la Giunta provinciale ha approvato venerdì un documento con “linee guida per la didattica a distanza”. L’hanno chiamata “integrata” perché prevedono già che dovrà integrare o sostituire la didattica in presenza.

Ma è ridicolo e tragico che, disintegrando la scuola con provvedimenti scritti da chi la scuola evidentemente non la conosce, si pensi di reintegrarla a distanza. Si deve capire che la scuola non può essere oggetto di misure preventive così invasive senza venirne scardinata. Dunque ci si attrezzi per curare i casi che eventualmente ne avessero bisogno e si riservino per le emergenze reali i provvedimenti emergenziali. O almeno ci dicano i nomi dei presunti “esperti” che, in splendido isolamento, hanno scritto protocolli e linee guida, poiché li dovremo denunciare con una class action di massa per procurata interruzione di servizio pubblico.

 

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Gruppo “Diritti in una scuola reale”- Trento

Mauro Aldighieri, Andrea Andreotti, Andrea Brocchieri, Lucio Gerlin, Tania Melchiori

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