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GIORNATA AUTONOMIA TRENTINO: VIOLA, TRADIZIONE CHE SA STARE AL PASSO CON I TEMPI

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17.31 - venerdì 1 settembre 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consiglio Pat) – Il saluto del vicepresidente del Consiglio Viola al primo evento della Giornata dell’autonomia.

La cultura dell’autonomia deve servire alla ricorstruzione della nostra comunità e del senso civico Walter Viola Il vicepresidente del Consiglio provinciale Walter Viola ha portato oggi il saluto dell’assemblea legisaltiva all’inizio dei lavori dell seminario che ha aperto oggi gli eventi programmati per la Giornata dell’autonomia 2017. Ecco il testo del suo intervento.

“Porto volentieri il saluto del Consiglio Provinciale e mio personale agli autorevoli relatori, alle autorità intervenute e tutti i presenti. Il tema del seminario è di sicura attualità e merita una brevissima riflessione. Parlare di Cultura dell’autonomia in questa sala non è scontato.

Non è a caso che chi ha avviato il percorso delle istituzioni autonomistiche abbia voluto affidare all’arte di Fortunato Depero la prima aula consigliare.

L’espressione del bello è forma alta di cultura e qui ne abbiamo una grande testimonianza. Ma non solo: le varie rappresentazioni dell’artista ben sintetizzano le fondamenta storiche e culturali del nostro speciale sistema di convivenza.

Fondamenta che oggi siamo chiamati a rileggere, reinterpretare, a rilanciare all’interno di un contesto che oggettivamente ha subito mutamenti epocali.

Proprio un anno fa, in occasione della festa dell’Autonomia, si è dato avvio al lavoro della Consulta Provinciale per il Terzo Statuto.

Lavoro che dopo la predisposizione del documento preliminare, steso con il concorso di tutti e con un percorso di sostanziale condivisione al suo interno, ha visto nei mesi scorsi il concretizzarsi delle varie modalità di partecipazione diretta e a breve si avvierà all’ultima e più importante tappa, la stesura della relazione finale.

E mi auguro che anche quanto emergerà dall’attuale appuntamento possa essere utile in tale prospettiva.

Approfondire il tema della cultura dell’autonomia anche con il contributo di autorevoli esperienze europee è sicuramente importante anche perché è un argomento delicatissimo, che troppo spesso si tratta con una certa superficialità. Tanto che si è rischiato di creare un’ideologia dell’autonomia a scapito della cultura dell’autonomia.

Una cultura che, a mio avviso, deve porre le sue fondamenta sulla valorizzazione e anche sulla ricostruzione della nostra comunità. La cultura è generata da una comunità.

Un passaggio culturalmente e politicamente indispensabile perché la comunità implica valori condivisi, una peculiare storia comune conosciuta e condivisa, una tradizione con radici forti nel passato ma che sa stare al passo con i tempi, uno stile di vita e, soprattutto, la coscienza di avere dei doveri verso gli altri, verso chi ci ha preceduto e le nuove e future generazioni.

Implica, in sintesi, senso civico, quindi l’adesione a principi di civiltà che costituiscono l’humus sul quale mettono radici le norme e l’azione amministrativa.

Non possiamo insomma solo ripetere ciò che è stato. Come ci ammonisce Romano Guardini “Nella monotonia del puro proseguire, noi soffocheremmo”. Solo una comunità viva può reinterpretare, aggiornare, attualizzare rendere forti oggi le fondamenta culturali dell’autonomia.

Oggi va quindi recuperata la dimensione comunitaria, la costruzione di un’identità che si fondi su valori civili e il senso di responsabilità e indipendenza.

E le istituzioni della Provincia in tale prospettiva devono riconsiderare il proprio ruolo e le proprie responsdabilità. Grazie dell’attenzione e buon lavoro”.

 

 

 

 

 

Foto: archivio Consiglio Pat

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