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GHEZZI (FUTURA) * FEMMINICIDIO ALBA CHIARA – MOSTRA A PALAZZO TRENTINI: « DAI POLITICI SI ATTENDONO PAROLE GIUSTE, DA BISESTI NULLA DI TUTTO QUESTO »

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10.05 - domenica 22 settembre 2019

“Di Alba Chiara e per Alba Chiara, si è aperta a Palazzo Trentini la bella mostra “Luce negli occhi, gioia nel cuore”, a cura di Maddalena Tomasi.

Un sacco di gente attorno a papà, mamma e sorella. Massimo Baroni, Loredana e Aurora hanno detto pochissime parole: buone e giuste.

Dai politici ci si potrebbe attendere o il silenzio rispettoso o poche parole giuste.

E invece… E invece, nei tre minuti che ci ha inflitto l’assessore provinciale all’istruzione e alla cultura – che dovrebbe insegnare l’arte del parlare chiaro – nulla di tutto questo.

Cito testualmente un pezzo del discorso (registrato): «Mi ha colpito prima parlando con la mamma… mi ha detto, se non ricordo male, il sogno di Alba Chiara dev’essere il nostro futuro perciò penso che queste parole sul fatto che il sogno di Alba Chiara sia il nostro futuro, grazie ovviamente al presidente Walter Kaswalder per aver ospitato e dato spazio a quel futuro, quel futuro che però si rifà non solo ad immagini, a quello che voleva trasmettere. Ma proprio al sentimento, ai sentimenti, ai valori a quello che Alba Chiara poteva e doveva dare alla vita, che poteva dare alla sua comunità, ai suoi amici, alla sua famiglia, ma sui quali ovviamente tutti ne avremmo potuto beneficiare».

Insomma: c’è la vita, c’è il sogno, c’è il futuro, ci sono i sentimenti, ci sono i valori, c’è la famiglia. “Chiacchiere e distintivo” direbbe De Niro/Capone.

Non c’è nulla di quel che Alba Chiara era e rappresenta. Una ragazza che voleva fare l’artista. Una ragazza che amava la natura e i colori. Una ragazza che amava l’amore. E che l’amore trasformato in violenza, in omicidio, in femminicidio, l’amore trasmutato in furore del “suo” ragazzo ha reciso violentemente, ha tagliato irrimediabilmente.

Decontestualizzare una morte così, come se Alba Chiara fosse vittima di un incidente stradale o di una brutta malattia, vuol dire alzare una cortina fumogena, vuol dire creare nebbia con la confusione delle parole.

E invece il femminicidio esige le parole precise per dirlo”.

 

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Paolo Ghezzi

Presidente del gruppo provinciale e regionale Futura 2018

 

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