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GHEZZI E COPPOLA (FUTURA) – INTERROGAZIONE * RUSPE A PANEVEGGIO: « UNO SCEMPIO STRADALE E UN ATTENTATO AL GALLO CEDRONE CON LA “SCUSA” NORMATIVA DELLA TEMPESTA VAIA? »

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06.51 - venerdì 8 maggio 2020

Uno sfregio alla natura nel Parco di Paneveggio. Come denuncia oggi il giornale “Trentino” con un reportage di Mauro Fattor (titolo: “Le ruspe nel parco, ecco lo scempio di Paneveggio”) sta accadendo una cosa grave e assurda: in piena area protetta, in zona di doppio vincolo ai sensi della direttiva europea “Habitat”, è in via di realizzazione una strada forestale camionabile che devasterà una delle zone più vocate per la conservazione del gallo cedrone, specie animale pregiata e protetta. Si tratta del versante boscoso sulla destra orografica della Val Cismon.

Quattro chilometri di foresta tra Fiera e San Martino di Castrozza che costituiscono un habitat ideale per il gallo cedrone, oltretutto con un disturbo antropico ridottissimo. Su quel versante si trova una straordinaria arena di canto con oltre dieci galli. Sulle Alpi Orientali i posti così sono molto rari. Sempre su quel versante le femmine nidificano e allevano la prole. Tutta l’area ricade nelle zone di vincolo di Natura 2000 ed è classificata sia come ZSC, ovvero Zona Speciale di Conservazione, sia come ZPS, ovvero Zona di Protezione Speciale. Insomma, una blindatura apparentemente inattaccabile.

I fatti purtroppo raccontano un’altra storia: un angolo di Trentino, sopravvissuto alla violenza di Vaia, che ora rischia di sparire per le conseguenze della tempesta. La strada in questione è quella che, passando per un bosco chiuso, dovrebbe unire malga Crel, a quota 1577 metri, a malga Scanaiol a quota 1745. “Quando affermiamo che la strada, oltre ad aprire come una ferita il versante, distruggerà l’arena di canto che si trova a 1700 metri di quota, non è una metafora”, denuncia il giornale Trentino. Significa che dove oggi cantano i galli, fisicamente, domani ci sarà una strada camionabile. Tutto accade palesemente in contrasto con quanto sta scritto nell’ultima pubblicazione scientifica del Parco di Paneveggio, dedicata al cedrone, specie-bandiera dell’area protetta: “In caso di costruzione di nuove strade forestali la loro progettazione non dovrebbe interessare in alcun modo le arene di canto, mantenendosi ad una distanza di almeno 300 metri e non attraversare pianori e dossi. Inoltre non dovrebbero interessare le aree maggiormente vocate per la cova e l’allevamento dei pulli”.

Purtroppo quanto sta accadendo oggi non tiene conto di quelle raccomandazioni, anzi fa esattamente il contrario.

È accaduto che in sede di revisione del piano di assestamento forestale aziendale dell’ex Comune di Fiera di Primiero per il periodo 2015-2024, l’Ufficio Distrettuale forestale del Primiero, venendo incontro alle richieste del Comune, abbia utilizzato l’escamotage della legislazione in deroga del post-Vaia, per riproporre il collegamento stradale tra malga Crel e malga Scanaiol, evitando di dover sottoporre il progetto a valutazione d’incidenza ambientale.

Già in precedenza, vigente la legislazione ordinaria, lo stesso progetto era stato bocciato e stralciato dal piano di assestamento per l’opposizione del Parco, vista la totale incompatibilità con il regime di vincolo dell’area. Il Parco nuovamente si era opposto al progetto, con una dettagliatissima relazione tecnica in cui si rilevava l’incompletezza della documentazione e quindi la superficialità della progettazione, l’incompatibilità giuridica con il regime di vincolo dell’area, l’illegittimità del ricorso alla legislazione straordinaria, proprio facendo riferimento al decreto Fugatti del dicembre 2018, mancando i presupposti per una sua applicazione. Quella legislazione si applica solo per accedere alle aree boschive danneggiate, mentre in questo caso – rileva il Parco – “la strada in oggetto risulta avere tali caratteristiche per il primo tratto (poche centinaia di metri dopo malga Crel) ma non per il secondo, in cui le aree schiantate sono del tutto marginali”.

Ma poi la giunta esecutiva del Parco, che è un organo politico-amministativo, senza smentire la relazione tecnica ma senza neppure farla propria, il 17 gennaio 2020, con 4 voti a favore e un astenuto, ha dichiarato la propria incompetenza in tema di interventi in regime straordinario: prendendo atto della relazione istruttoria redatta dalla Direzione dell’Ente in ordine alla compatibilita con il piano del Parco delle indicazioni gestionali in materia agro-silvo-pastorale del piano di gestione forestale aziendale dell’ex Comune di Fiera di Primiero per il periodo 2015-2024, ma decidendo di “non esprimere, in questa fase emergenziale e straordinaria, alcun parere in merito al piano di gestione forestale aziendale dell’ex Comune di Fiera di Primiero per il periodo 2015-2024, in quanto una parte sostanziale di tale piano contiene la previsione di interventi sia selvicolturali sia infrastrutturali da eseguirsi in emergenza, nell’ambito di quanto stabilito dall’Ordinanza di Protezione Civile provinciale n. 787288 del 28/12/2018 e relativo Piano d’Azione, definiti sulla base quindi di una situazione di emergenza e di atti sovraordinati che esulano dalla ordinaria pianificazione e di conseguenza dall’ambito entro il quale questo Ente deve esprimere il proprio parere ai sensi degli articoli 39 e 57 della legge provinciale 23 maggio 2007, n. 11”.

Con la “scusa” della tempesta Vaia, insomma, che ha fatto scempio delle nostre foreste, a Paneveggio si rischia uno scempio “stradale” irreversibile.

 

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Tutto ciò premesso, si interrogano il presidente della Provincia e l’assessore provinciale all’ambiente per sapere:

1. quale sia stata l’istruttoria svolta dal Servizio Foreste e Fauna e dal Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette della Provincia autonoma di Trento, per la assunzione dei provvedimenti di competenza, dopo aver ricevuto la delibera della giunta esecutiva dell’Ente Parco “Paneveggio – Pale di San Martino”;

2. in base a quali considerazioni si sia ritenuto di autorizzare un progetto, già precedentemente bocciato per le finalità di tutela del patrimonio faunistico ed in particolare dei tetraonidi, specie tutelata anche dalla normativa europea, essendo considerata a rischio estinzione nelle Alpi;

3. come giustificano l’estensione ad un area scarsamente interessata dai danni forestali provocati dalla tempesta Vaia dell’applicazione di norme straordinarie di carattere provinciale, eccezionali e derogatorie dalla legislazione ordinaria a tutela delle aree protette (parchi, riserve, biotopi, ecc.);

4. se sia stata fatta una valutazione costi/benefici dell’intera operazione, tenendo conto dei danni ambientali, del costo di realizzazione della strada e del valore del legname recuperato.

5. come pensano di evitare uno scempio ambientale e un danno irreversibile all’area di canto del gallo cedrone, specie protetta, nel Parco di Paneveggio – Pale di San Martino.

 

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Paolo Ghezzi

Lucia Coppola

consiglieri provinciali Futura 2018

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