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GDF – RIMINI * CONTRASTO LAVORO SOMMERSO: « 56 ENNE DI NAZIONALITÀ ROMENA IMPIEGAVA IN UN ALBERGO 9 LAVORATORI “IN NERO” »

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08.29 - martedì 31 maggio 2022

Prosegue l’azione di controllo economico del territorio predisposto ed attuato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini nel settore del sommerso da lavoro per tutelare gli operatori corretti dalla concorrenza sleale esercitata dalle imprese che non rispettano le regole.

In particolare i Finanzieri del Gruppo di Rimini, a pochi giorni dall’operazione “FREE JOB” che ha permesso di smascherare la somministrazione abusiva di centinaia di lavoratori a favore di alcuni alberghi riminesi e trentini, hanno eseguito un ulteriore accesso ispettivo nei confronti di un albergo a 3 stelle, ubicato sul litorale di Rimini nord, laddove erano in corso le pulizie generali della struttura per accogliere i clienti in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini.

Il controllo ha consentito di accertare che il datore di lavoro, una 56 enne di nazionalità romena, legale rappresentante della società gerente l’albergo in questione, impiegava 9 lavoratori “in nero” senza aver effettuato la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro entro le 24 ore del giorno antecedente.

Inoltre, gli approfonditi accertamenti svolti dai militari sul conto dei lavoratori, hanno fatto emergere che 2 di loro beneficiavano del reddito di cittadinanza di 1.050 euro al mese. Di conseguenza, è stata inviata apposita segnalazione all’INPS di Rimini per l’attivazione della procedura di decadenza dal beneficio economico. Ne consegue che l’attività ispettiva ha prodotto, nel caso di specie, un risparmio per l’Erario pari a 10.500 euro che i lavoratori, qualora non scoperti, avrebbero potuto percepire indebitamente.

Nei confronti del datore di lavoro inadempiente, invece, è stata inoltrata immediata comunicazione al locale Ispettorato Territoriale del Lavoro ai fini della sospensione dell’attività imprenditoriale, avendo impiegato lavoratori “in nero” nella misura pari e/o superiore al 10% di tutto il personale presente all’atto dell’accesso, nonché, avviata la procedura di irrogazione di una “maxi-sanzione” amministrativa aggravata dall’aver impiegato “in nero” personale già percettore di reddito di cittadinanza che può arrivare, nel massimo, a oltre 100 mila euro.

L’attività testimonia l’impegno profuso dalla Guardia di Finanza quale polizia economico – finanziaria a forte vocazione sociale a contrasto del lavoro sommerso e a favore del corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

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