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FRANCESCA PAROLARI * RSA TRENTINO: “ MODIFICA PARAMETRO INFERMIERISTICO, SCELTA SBAGLIATA E AL ‘RIBASSO CON EFFETTI NEGATIVI SULLA QUALITÀ DELLE CURE “

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14.01 - sabato 9 luglio 2022

Modifica parametro infermieristico in RSA: una scelta sbagliata. La decisione di modificare “al ribasso” il parametro infermieristico in RSA, evidentemente assunta per soccorrere alcune RSA in difficoltà, è una scelta sbagliata e pericolosa con effetti negativi sulla qualità complessiva delle cure.

Pur nella consapevolezza della estrema difficoltà di reperire personale infermieristico, specie nelle valli, la decisione di incidere sensibilmente sul parametro senza inserire questa modifica, seppur temporanea, in un quadro di interventi più ampio e coraggioso, non può che condurre ad un’unica ed ineluttabile conseguenza: l’abbassamento del livello di sicurezza e qualità delle cure sanitarie e assistenziali offerte ai nostri anziani.

Da tempo viene segnalato come l’attuale parametro infermieristico di un infermiere ogni 10 pazienti sia ben al di sotto dei livelli considerati adeguati, a livello europeo e internazionale, per un’assistenza sicura e di qualità. Ridurlo ulteriormente, portandolo addirittura a un infermiere ogni 15 pazienti, non può che destare allarme e preoccupazione.
Crediamo che una criticità complessa come quella della carenza di infermieri, che non è certamente momentanea ma strutturale e che ha radici lontane che affondano in clamorosi errori di programmazione e altrettante superficialità e sottovalutazioni, vada affrontata con tutt’altro approccio, coinvolgendo tutte le parti interessate a partire dagli anziani e dai loro familiari che sono i diretti beneficiari del servizio. La “Carta dei Servizi” delle nostre strutture pone al centro, giustamente, il rapporto con l’anziano e con la famiglia, che diventa strategico nell’elaborazione condivisa del Piano Assistenziale Individuale (PAI). Ora, con una decisione che somiglia molto all’ultima carta della disperazione, si cambiano unilateralmente le condizioni di questo patto. In una concezione di servizio pubblico moderna tutto ciò non può trovare alcuna legittimazione.

Di fronte all’attuale carenza di infermieri, cosa che i tecnici avevano ampiamente previsto e che quindi avrebbe richiesto ben prima misure adeguate e incisive, non si può davvero rispondere unicamente con una revisione al ribasso del parametro infermieristico, fotografando e legittimando, di fatto, l’attuale situazione. Altrimenti, si fa come coloro che, in passato, per rendere potabile l’acqua inquinata, ritoccavano le percentuali di tolleranza delle sostanze inquinanti e l’acqua avvelenata ritornava magicamente potabile. Crediamo che, nell’immediato, siano necessari interventi, incisivi e coordinati, che consentano, innanzitutto, di rivedere complessivamente l’organizzazione dell’assistenza e l’ambiente di lavoro prevedendo, tra le altre cose, la valorizzazione delle diverse professionalità a partire dal riconoscimento di competenze avanzate per infermieri e OSS con la possibilità di percorsi di carriera e stipendi in linea con quelli europei: deve aumentare l’attrattività della professione.

Va implementata una diversa programmazione dei fabbisogni formativi, ad oggi clamorosamente inadeguata, prevedendo anche l’abolizione del numero chiuso per i corsi di laurea in Scienze Infermieristiche. La capacità produttiva degli Atenei deve essere riportata in linea con la necessità di rispondere alle esigenze delle strutture assistenziali e quindi, in ultima analisi, dei cittadini. Vanno rivisti i modelli organizzativi al fine di conciliare sempre più i tempi di vita con i tempi di lavoro superando gli attuali modelli organizzativi basati su turnistiche rigide e piani di lavoro tayloristici, da catena di montaggio, che generano insoddisfazione e frustrazione.

Nell’immediato va mitigato il vincolo di esclusività degli infermieri, in modo da consentire una maggiore mobilità della prestazione professionale a favore delle RSA. Quello che serve, con urgenza, è la costruzione condivisa di un nuovo orizzonte per le RSA che riporti al centro la qualità e la sicurezza dei servizi, la capacità di implementare nuovi modelli organizzativi, di pianificazione del lavoro e di valorizzazione delle professionalità a partire da quelle infermieristiche: serve innovare. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’occasione unica per innescare il cambiamento verso le RSA del futuro che possono e devono essere il presidio cardine dell’assistenza territoriale: è necessario che le nostre strutture siano aperte al cambiamento, all’introduzione di nuove tecnologie assistive che grande impatto positivo potrebbero avere sul lavoro degli infermieri attraverso la digitalizzazione dei processi di gestione e monitoraggio degli ospiti nelle RSA.

Spiace constatare come, oggi, il rapporto tra i problemi dell’assistenza agli anziani in RSA e la capacità di immaginare un orizzonte progettuale per le nostre strutture, esperisca uno scarto oggettivamente abissale. Il problema, oggi, non è quello di capire cosa non ha funzionato (lo sappiamo molto bene), ma è quello dell’urgenza di dare risposte immediate che siano all’altezza delle sfide e dei problemi che ci troviamo di fronte.

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Francesca Parolari
Presidente APSP Opera Romani di Nomi (Tn)

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