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FONDAZIONE VRT * RICERCA APPLICATA: « BANDO 2022 IMPRENDITORIALITÀ FEMMINILE, SEI I PROGETTI SELEZIONATI TRA 22 PERVENUTI (FINANZIAMENTI PER 130 MILA EURO) »

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11.50 - domenica 11 dicembre 2022
Fondazione Vrt si conferma tra le realtà italiane più attente e vicine alla ricerca applicata e ad alto impatto sulla vita delle persone. Il bando 2022, dedicato all’imprenditorialità femminile ha registrato 22 domande di finanziamento per altrettanti progetti di ricerca e un totale di 528 mila euro di contributi richiesti. Al termine della selezione, effettuata come da tradizione entro 72 ore, il consiglio di amministrazione di fondazione ha scelto sei progetti, garantendo un finanziamento di oltre 130 mila euro.

I progetti selezionati riguardano i polimeri naturali per lo studio dei tumori (Università degli Studi di Trento), le sonde cardio per monitorare gli effetti del Covid (Asclepio), la app per prevenire le allergie da pollini (Fondazione Mach), il test per la diagnosi precoce delle demenze (Cibio), le protesi per problemi al seno (Onebra) e il cerotto biotecnologico per rimuovere i tatuaggi (Yore). “Il 9° bando di Fondazione Vrt – afferma il presidente Stefano Milani – è rivolto a sostenere l’imprenditorialità femminile.

La scelta è stata premiata dal numero di adesioni e dalla qualità dei progetti candidati. Lo scorso anno abbiamo garantito un contributo importante, finanziando progetti di ricerca in risposta all’emergenza Covid. Nel 2022 investiamo su una delle questioni ancora aperte del mondo del lavoro”. Il bando vede la partecipazione di Angels4Women (A4W), associazione di Business Angel con focus sull’imprenditoria femminile innovativa, promossa da AXA Italia e da Impact Hub SB.

 

Il bando 2022: Imprenditorialità femminile.

Fondazione Vrt torna a finanziare le persone (donne imprenditrici, in questo caso) e i progetti con l’obiettivo di intercettare i grandi temi della nostra contemporaneità, e di incentivare l’applicazione di tecnologie, brevetti, invenzioni, know-how e competenze sviluppate o valorizzate in Trentino. Un concetto ribadito anche dagli altri due componenti del cda di Fondazione Vrt, il rettore dell’Università degli Studi di Trento, Flavio Deflorian, e Davide Tinazzi, ceo di Energy, azienda di Rovereto che ha debuttato alla Borsa italiana lo scorso agosto: “Il mondo della ricerca e delle aziende ha bisogno di risposte certe, in grado di sviluppare da subito un percorso di crescita misurabile. Il valore del bando cresce perché affronta una questione concreta e trasversale, ovvero il ruolo della donna all’interno del mondo del lavoro e dell’impresa. Oltre a contribuire al successo dei progetti di ricerca, offriamo il nostro contributo per la nuova cultura d’impresa”.

 

I progetti finanziati.

Alla scadenza del bando, il 28 novembre scorso, sono stati presentati 22 progetti di ricerca da parte di 11 Centri di ricerca e Dipartimenti dell’Università degli Studi di Trento e di 11 start up, enti no profit o microimprese trentine.
Le candidature per i progetti a sostegno dell’imprenditorialità femminile hanno riguardato ambiti diversi per complessivi 528 mila euro di contributi richiesti. Nel dettaglio, 12 riguardavano la salute dell’uomo, 1 l’energia, 5 l’ambiente, 2 la cultura e la didattica, e 2 lo sport e il turismo montano. “La selezione – spiega il presidente Stefano Milani – segue l’approccio innovativo al finanziamento della ricerca scientifica di Fondazione Vrt, ovvero velocità di esecuzione e trasparenza nel processo decisionale. Così come, garantiremo il finanziamento in maniera rapida, valutando nel tempo requisiti quali la continuità e l’impatto dei progetti stessi”.

 

In ordine alfabetico, le realtà ammesse al finanziamento.

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1. Cibio, Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata, Università degli Studi di Trento. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, i disturbi cardiovascolari sono tra le patologie che hanno un maggior effetto sulla riduzione delle aspettative di vita. “Nei prossimi anni – osserva Flavia Ravelli, curatrice del progetto Asclepio – avremo un ulteriore aumento della loro incidenza, essendo questi disturbi, effetti collaterali del COVID. Il nostro progetto ha finora creato sonde in grado di legare specificamente SARS- CoV-2 e pianifichiamo in un breve periodo di testare il loro effetto sull’infettività virale ed aiutare la lotta contro il COVID. I risultati ottenuti saranno applicati per creare anche nuove sonde che avranno come target siti ischemici, quali l’infarto, o favorire importanti scoperte per la riduzione degli effetti collaterali di trattamenti dannosi, quali la chemioterapia”.

 

2. Cibio, Università degli Studi di Trento. Il dipartimento firma, grazie al progetto “MicroSpie”, un test innovativo per la diagnosi precoce e non invasiva delle demenze. La presentazione è della professoressa Michela Denti: “C’è un estremo bisogno di biomarcatori per la diagnosi precoce delle demenze. La diagnosi è attualmente basata sulla misurazione delle capacità cognitive. I biomarcatori disponibili sono invasivi, di misurazione laboriosa e richiedono attrezzature complesse, oltre a personale specializzato. Abbiamo scoperto tre marcatori (microRNA), la cui misurazione nel plasma permette la diagnosi differenziale di demenza frontotemporale o di Alzheimer, e li stiamo brevettando con l’Università di Trento. Il progetto MicroSpie sviluppa un innovativo test point-of-care, in grado di misurare i biomarcatori da noi individuati, in maniera rapida, sensibile, semplice ed accurata. Il dispositivo, a disposizione del neurologo nel suo studio, gli consentirà, da una goccia di sangue, una diagnosi rapida, esatta e precoce, a vantaggio dei pazienti, delle loro famiglie, e di tutta la società”.

 

3. Dipartimento Ingegneria Industriale, Università degli Studi di Trento. Il progetto NextNewNaturale, guidato da Annalisa Tirella, utilizza nuovi polimeri naturali per lo studio dei tumori e il loro trattamento. “Negli ultimi 10 anni – racconta la professoressa Tirella -, i polimeri naturali di precisione sono stati usati per mimare le proprietà dei tessuti umani e supportare la crescita di cellule. Attualmente, nella ricerca biotecnologica si usano materiali di derivazione animale, con alti costi, bassa riproducibilità e talvolta scarsa disponibilità. Il progetto NextNewNatural (3Ns) vuole promuovere l’uso di polimeri naturali modificati con chimica verde per ottenere nuovi biopolimeri sostenibili e di alta qualità. I risultati ottenuti da alcune ricercatrici del team, hanno dimostrato che polimeri naturali, derivati da alghe, supportano la crescita cellulare e permettono di studiare come i tumori solidi cambiano nel tempo e invadono altri tessuti per formare metastasi”.

 

4. Fondazione Edmund Mach. Il progetto promuove la realizzazione di un’app mobile per gestire le allergie da pollini, con allerte personalizzate, ed informazioni aggiornate, utili a migliorare la qualità di vita di cittadini allergici. “Il 20% della popolazione trentina – spiega Antonella Cristofori, ricercatrice del progetto, completamente al femminile – soffre di allergia ai pollini e la percentuale sale al 40% nei bambini. Le allergie da polline sono caratterizzate da stagionalità e ricorrenza nel tempo, definita dalla presenza di pollini allergenici in aria. Inoltre, hanno seri effetti sulla qualità di vita e sullo stato di salute, con alti costi sanitari e sociali. Il progetto vuole migliorare la possibilità di diagnosi, prevenzione e cura dei sintomi, aumentando l’efficienza e la specificità delle informazioni sui pollini allergenici presenti in aria, al fine di renderle facilmente accessibili ai medici ed alla popolazione allergica”.

 

5. Onebra Srl. L’azienda nasce con il programma Start Up Lab del CLab e cresce con il programma Trentino Start Up Valley. ”Onebra – esordisce Silvia Chiera – realizza coppe personalizzate, per donne operate di mastectomia, con l’obiettivo di garantire la simmetria dei seni e la sensazione di sentirsi nuovamente libere con il proprio corpo. Le coppe vengono prodotte partendo da una scansione 3D del seno grazie ad un’applicazione di scansione scaricabile direttamente dal proprio cellulare, che consente di inviare il file, nel rispetto della normativa sulla privacy, alla nostra azienda. Il file viene quindi elaborato tramite software di proprietà e stampato con tecnologia 3D. La coppa, inserita all’interno di un reggiseno, viene inviata alla cliente finale”. La startup ha creato una community a sostegno delle donne e di tutte quelle persone a loro vicine per favorire lo scambio di informazioni e supporto.

 

6. YoreSrl. L’azienda si ripromette di sviluppare un cerotto biotecnologico per rimuovere i tatuaggi in maniera efficace, rapida e indolore. “Il principio attivo da noi ideato – spiega Elisa Moretti, ideatrice del progetto – mira a non lasciare cicatrici ed è progettato per agire in un’unica e semplice applicazione. Il mercato è vasto ed in costante crescita: il numero di persone che dichiara di voler rimuovere almeno un tatuaggio è di 24 milioni fra Europa e Stati Uniti. Solamente in Italia questi sono 1.2 milioni, dei quali però appena il 4% ha effettivamente rimosso un tatuaggio bloccati dall’inefficacia delle soluzioni disponibili”. Yore intende offrire un prodotto, che a parità di prezzo del trattamento laser (la tecnica più praticata ad oggi), sia più efficace, più rapido ed indolore.

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Nella foto: il Presidente dott. Stefano Milani
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