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FONDAZIONE VRT * COVID-19: « L’IMPEGNO DELLA RICERCA TRENTINA PER ELABORARE LE PROIEZIONI DI STIMA DEL CONTAGIO, PARTNER DEL PROGETTO L’EPIDEMIOLOGO FBK STEFANO MERLER »

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12.48 - martedì 1 settembre 2020

Covid-19 per la ripartenza. Fondazione VRT sostiene la ricerca trentina che porta le stime del rischio di sviluppare sintomi clinici a seguito dell’infezione da SARS-COV-2.

I numeri non sono certo incoraggianti, perché se parliamo di epidemie quella da Covid-19 è la settima emergenza globale di questo secolo. Quello che conforta, invece, è che la ricerca sta facendo passi avanti. È il caso dell’analisi finanziata dalla Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina e condotta dai ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento. L’epidemiologo Stefano Merler e il suo team di ricerca hanno ora sotto gli occhi un quadro più delineato sul rischio calcolato da infezione di Covid-19. Ciò dimostra che il supporto alla ricerca continuativa è di fondamentale importanza nel settore della sorveglianza epidemiologica: tra pochi mesi riaprono le scuole i dati sulla conoscenza permettono di capire come si trasmette l’infezione “nei” e “tramite” i bambini.

Non è certo un nome sconosciuto quello di Stefano Merler, l’epidemiologo della Fondazione Bruno Kessler, che qualche tempo fa in collegamento da Trento, ha partecipato alla conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità. Era la fine di aprile 2020 e l’epidemia da Covid-19 stava entrando nella cosiddetta “Fase 2”, quella della riapertura alcune attività. In quell’occasione Merler aveva illustrato al presidente dell’IIS Silvio Brusaferro e a tutta la task force per la ripresa, qual era il modello previsionale funzionale a supporto dell’individuazione di scenari possibili per le fasi epidemiche in Italia, e come era stato costituito.

Oggi, a più tre mesi di distanza, le ricerche sono proseguite anche grazie al supporto della Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina – ente strumentale di Fondazione Caritro – che investe nella valorizzazione dei migliori progetti di ricerca in Trentino, per facilitare l’avvio, la diffusione, lo sviluppo e la valorizzazione di tecnologie ad alto potenziale di sviluppo e con forti ricadute sulla comunità e sul territorio. Un prezioso supporto che fa leva anche sulle modalità snelle e veloci di selezione dei progetti destinatari di finanziamento. Stefano Merler, insieme agli altri studiosi della Fondazione Bruno Kessler, ed in collaborazione con istituzioni sanitarie lombarde e atenei milanesi e USA, hanno calcolato la probabilità di sviluppare sintomi più o meno gravi in seguito all’infezione del virus SARS-CoV-2, tramite uno studio condotto su 4,326 persone in Lombardia.

«Questo lavoro» – sottolinea Stefano Merler, che opera insieme al team di ricerca di 9 persone, di cui 7 tra ricercatrici e ricercatori e 2 dottorande – «permette di dimostrare chiaramente le difficoltà di individuare le infezioni con la sola sorveglianza, visto che la maggioranza di queste non sono associate a sintomi respiratori o febbre. Non da meno, l’indagine rappresenta un utile tassello per capire meglio il ruolo dei bambini nell’epidemiologia di COVID-19, ma ci sono ancora molti punti da chiarire per avere un quadro più chiaro. Quanto trasmettono i bambini rispetto agli adulti? E ancora più importante, in che modo eventualmente il virus può trasmettersi nella comunità, a partire da focolai in ambiente scolastico?».

È noto a tutti che sono stati identificati pochi bambini positivi durante la pandemia, ma questo ultimo studio permette di distinguere il contributo di una possibile minor suscettibilità all’infezione dei bambini rispetto appunto alla probabilità di sviluppare sintomi clinici una volta infetti. Non è ancora chiara, però, la modalità con cui si trasmette l’infezione attraverso i più piccoli “portatori sani”.

Dall’analisi, disponibile online nell’archivio arXiv (https://arxiv.org/abs/2006.08471), in attesa di pubblicazione su rivista scientifica, è emerso che il 69,1 % di tutti i soggetti con meno di 60 anni che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 non ha sviluppato sintomi clinici (definiti in questa analisi come sintomi respiratori o febbre sopra i 37,5 gradi). Il 6,9% degli infetti con più di 60 anni ha avuto sintomi critici, tali cioè da richiedere cure intensive o da poter causare il decesso. In generale, il rischio di avere sintomi cresce con l’età mentre è sostanzialmente uguale negli uomini e nelle donne. In queste ultime è inferiore, del 53,5%, il rischio di avere sintomi critici.

Lo studio permette quindi di evidenziare la percentuale degli infetti sintomatici nelle diverse fasce d’età, e cioè individui infetti dal virus SARS-CoV-2 che mostrano sintomi clinici. Ad esempio gli individui sotto i 20 anni nell’81,4% dei casi appaiono senza sintomi clinici anche se hanno sviluppato l’infezione. Le infezioni senza sintomi clinici negli individui con più di 80 anni scendono al 33,1%.

Video intervista dei risultati del progetto di ricerca Covid 19:

 

LINK

 

– Tre domande a Stefano Merler

 

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BACKGROUND DI MALATTIE INFETTIVE
Nota metodologica: Lo studio è stato svolto seguendo una coorte di individui, definita dai contatti dei casi accertati nelle operazioni di investigazione epidemiologica in Lombardia. In particolare, tutti questi contatti dei casi sono stati testati per presenza di SARS-CoV-2 (con tampone) o per presenza di anticorpi (indagine sierologica). Il 54% dei contatti si è infettato e sono stati monitorati i sintomi nel tempo.

 

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IL RUOLO DELLA FONDAZIONE VALORIZZAZIONE RICERCA TRENTINA

Aiutiamo la ricerca che aiuta le persone è lo slogan che accomuna l’azione concreta della Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina, che opera dal 2018 come ente strumentale di Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto per facilitare l’avvio, la diffusione, lo sviluppo e la valorizzazione di tecnologie ad alto potenziale di sviluppo. La Fondazione ha un patrimonio di 2,5 milioni di euro da investire per la valorizzazione dei migliori progetti di ricerca in Trentino. Un’opportunità per dare risposte concrete ai bisogni concreti delle persone garantendo ricadute positive per il Trentino.

«La sfida che ci troviamo ad affrontare è quella di aiutare ad attivare un meccanismo virtuoso che consenta di valorizzare, accelerare e mettere a fattor comune tutte le conoscenze oggi a disposizione – spiega il Presidente di Fondazione VRT Stefano Milani – Un’opportunità che dà risposte concrete ai bisogni concreti delle persone garantendo ricadute positive per il Trentino. Ad oggi sosteniamo molti progetti nella ricerca continua Covid-19: grazie a questi investimenti, i ricercatori hanno la possibilità di non abbandonare progetti ma di continuare a trovare potenziali risultati e ricadute in grado di favorire la crescita della comunità locale.».

La Fondazione programma annualmente la pubblicazione dei bandi nei quattro settori di intervento (ricerca, formazione, cultura e sociale). Gli interventi di sono volti a sostenere progetti che, senza il contributo, non sarebbero realizzabili o che, grazie al contributo medesimo, permettano collaborazioni di soggetti e convergenze di co-finanziamenti.

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