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FONDAZIONE GIMBE * COVID / 30 MARZO-5 APRILE: « NELL’ULTIMA SETTIMANA LIEVE CALO DI CONTAGI (-6,9%) E TERAPIE INTENSIVE (-3,3%), MA CRESCONO ANCORA I RICOVERI ORDINARI (+5,2%) »

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11.07 - giovedì 7 aprile 2022

l monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 30 marzo-5 aprile 2022, rispetto alla precedente, una lieve diminuzione di nuovi casi (469.479 vs 504.487) (figura 1) e un aumento dei decessi (1.049 vs 953) (figura 2). Crescono anche i casi attualmente positivi (1.274.388 vs 1.266.878), le persone in isolamento domiciliare (1.263.671 vs 1.256.651) e i ricoveri con sintomi (10.246 vs 9.740), mentre diminuiscono i pazienti in terapia intensiva (471 vs 487) (figura 3). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

• Decessi: 1.049 (+10,1%), di cui 104 riferiti a periodi precedenti
• Terapia intensiva: -16 (-3,3%)
• Ricoverati con sintomi: +506 (+5,2%)
• Isolamento domiciliare: +7.020 (+0,6%)
• Nuovi casi: 469.479 (-6,9%)
• Casi attualmente positivi: +7.510 (+0,6%)

Nuovi casi. «Dopo la stabilizzazione della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali si attestano a quota 469 mila, con una riduzione del 6,9% e una media mobile a 7 giorni che scende intorno ai 68 mila casi. Rimane tuttavia molto difficile fare previsioni, sia per l’eterogeneità delle situazioni regionali, sia perché in alcune grandi Regioni del Nord iniziano ad intravedersi segnali di risalita» (figura 4). Infatti, nella settimana 30 marzo-5 aprile si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 4 Regioni (dal +1,3% del Veneto al +10,4% dell’Emilia-Romagna) e un decremento in 17 (dal -1,3% della Lombardia al -18,2% dell’Umbria) (tabella 1). Rispetto alla settimana precedente, in 38 Province i nuovi casi registrano un incremento percentuale, in 69 una diminuzione. Scendono da 34 a 21 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti: Avellino (1.374), Lecce (1.342), Messina (1.256), Teramo (1.250), Bari (1.200), Ascoli Piceno (1.174), Potenza (1.166), Brindisi (1.145), Benevento (1.130), Perugia (1.115), Reggio di Calabria (1.104), Chieti (1.084), Vibo Valentia (1.083), Fermo (1.080), Padova (1.069), Frosinone (1.057), Ancona (1.048), Crotone (1.040), Latina (1.031), Rieti (1.031) e Taranto (1.018) (tabella 2).

Testing. Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-4,7%): da 3.323.770 della settimana 23-29 marzo a 3.167.782 della settimana 30 marzo-5 aprile. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 4,3% (-113.175) mentre quelli molecolari del 6,1% (-42.813) (figura 5). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi rimane sostanzialmente stabile: dal 13,4% al 13,6% per i tamponi molecolari e dal 15,7% al 15,5% per gli antigenici rapidi (figura 6).

 

Ospedalizzazioni. «Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – torna a scendere il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (-3,3%), mentre continuano ad aumentare, seppur in misura minore rispetto alla scorsa settimana, quelli in area medica (+5,2%)». Al 5 aprile il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID rimane sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente: 15,8% in area medica e 5% in area critica. 14 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con l’Umbria che arriva al 42,4%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva (figura 7). «In lieve aumento – puntualizza Mosti – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 50 ingressi/die rispetto ai 45 della settimana precedente» (figura 8).

«È importante rilevare – commenta Cartabellotta – che il quadro dei pazienti ospedalizzati è notevolmente mutato negli ultimi 6 mesi, sia per effetto delle coperture vaccinali e relativi booster, sia per la progressiva sostituzione della variante delta con quella omicron, più contagiosa, ma meno severa». In particolare, se a fine ottobre veniva ricoverato il 3,22% degli attualmente positivi in area medica e lo 0,47% in terapia intensiva, oggi queste percentuali sono crollate rispettivamente allo 0,78% ed allo 0,04%. Inoltre, se il recente rialzo dei casi ha determinato in tre settimane un incremento di oltre 2.000 posti letto in area medica, in area critica al momento si osserva un plateau. «Questo dimostra che si è ridotto in maniera rilevante il numero di pazienti COVID-19 ospedalizzati per polmonite severa che richiedono un ricovero in terapia intensiva – continua il Presidente – mentre vengono ospedalizzati soprattutto anziani con patologie multiple che possono essere assistiti nei reparti ordinari».

 

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