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FONDAZIONE EINAUDI * COVID: « IL TAR LAZIO DÀ RAGIONE AI NOSTRI GIURISTI, VIA IL SEGRETO DI STATO SUL VIRUS »

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08.59 - giovedì 23 luglio 2020

Il TAR Lazio, con provvedimento n.8615/2020 del 22 luglio 2020, ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo, avverso il diniego di accesso agli atti, opposto dal Governo sui verbali del comitato tecnico scientifico, di cui i tre avvocati avevano chiesto copia.

Gli avvocati Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo hanno chiesto che il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte rendesse disponibili i verbali del comitato tecnico scientifico, utilizzati a supporto dell’emanazione dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) dell’1.3.2020, dell’8.3.2020, dell’1.4.2020 e del 10.4.2020.

In tali DPCM, le misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale, imposte agli italiani, risulterebbero motivate sulla scorta delle valutazioni operate dal Comitato Tecnico Scientifico. I verbali che contengono quelle valutazioni, nonostante siano riportate in tutti i DDPCM come motivazione e giustificazione di quegli atti, non sono mai stati pubblicati dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

I tre giuristi di matrice liberale, tutti aderenti con diversi ruoli alla Fondazione Luigi Einaudi Onlus di Roma (Pruiti Ciarello è anche il Coordinatore Nazionale dei Comitati noiNO, contro il taglio dei parlamentari), hanno ritenuto necessario chiedere la copia di quei verbali, attraverso l’accesso generalizzato agli atti amministrativi, al fine di consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni per le quali, durante l’epidemia da Covid-19 sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione ma il Governo, e per esso il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, si è rifiutato di consegnare quei verbali.

A questo punto gli avvocati Rocco Todero, Andrea Pruiti Ciarello ed Enzo Palumbo hanno costituito un comitato, al quale hanno aderito anche i colleghi avvocati Federico Tedeschini, Ezechia Paolo Reale e Nicola Galati, assieme ai quali hanno promosso ricorso al TAR Lazio, contro il provvedimento con il quale era stato negato l’accesso agli atti.
Il provvedimento del tribunale amministrativo, che aderisce completamente alle tesi dei ricorrenti, ha stabilito che l’accesso a quei verbali del comitato tecnico scientifico va consentito poiché “se l’ordinamento giuridico riconosce, ormai, la più ampia trasparenza alla conoscibilità anche di tutti gli atti presupposti all’adozione di provvedimenti individuali o atti caratterizzati da un ben minore impatto sociale, a maggior ragione deve essere consentito l’accesso ad atti, come i verbali in esame, che indicando i presupposti fattuali per l’adozione dei descritti DDPCM, si connotano per un particolare impatto sociale, sui territori e sulla collettività”.

Gli avvocati Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo hanno sostenuto che la conoscenza di quei verbali deve essere garantita a tutti i cittadini, perché necessaria all’esercizio dell’ordinario controllo politico-democratico. Il TAR, aderendo a quanto richiesto, ha stabilito che l’accesso agli atti richiesto dai ricorrenti “oltre a favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche, ha anche la finalità di promuovere, come nel caso in esame, la partecipazione al dibattito pubblico”.

“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto – dichiarano gli avvocati Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo – perché adesso possiamo, come cittadini italiani, conoscere le motivazioni in base alle quali il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha così fortemente compresso i diritti costituzionali di milioni di persone. Non appena il Governo ci consegnerà quei documenti, li renderemo pubblici, perché in una matura democrazia liberale i cittadini hanno il diritto di conoscere gli atti dei loro governanti e il diritto/dovere di giudicarli politicamente. Solo chi ha paura del giudizio dei cittadini si può opporre a che questi siamo informati e consapevoli”.

 

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Fondazione Einaudi

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