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LANCIO D'AGENZIA

FNOVI – FEDERAZIONE NAZIONALE ORDINI VETERINARI ITALIANI * RECOVERY FUND: « PREVENZIONE AGISCE IN LOGICA ONE HEALTH, CON FONDI UE INTERVENTI PER RIFORME STRUTTURALI »

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20.20 - mercoledì 20 gennaio 2021

“La pandemia ha evidenziato tutte le carenze del Sistema Sanitario Nazionale, dalla carenza di risorse umane che si è andata consolidando nel tempo, alla farraginosità dei processi gestionali, alle difficoltà di gestione dell’assistenza, al ritardo nella digitalizzazione.

Non di meno ha fatto emergere il grande senso di responsabilità e la capacità di resilienza dei singoli operatori che spesso sono stati in grado di sopperire alle mancanze del sistema. Questo vale per gli operatori di sanità pubblica compresi i Medici Veterinari pubblici e privati che mai in questi mesi hanno fatto mancare, ognuno per la propria competenza, la loro attività.

Il sistema della prevenzione agisce in logica One Health; ne segue che l’organizzazione degli assetti medico veterinari non potrà che essere relazionata a quella delle professioni che agiscono nello stesso contesto, dai medici igienisti, ai medici del lavoro, IRCCS, ARPA, ecc.

È quindi necessario ipotizzare azioni che perseguano l’obiettivo di rivedere e ridisegnare l’assetto organizzativo di una professione, la nostra, tanto centrale. E questo si può fare, in modo strutturato, ricorrendo alle opportunità che scaturiscono dal Next Generation EU”.
È quanto si legge nella relazione “La transizione ambientale e digitale – Sostenibilità e Recovery fund”, presentata al Consiglio Nazionale della FNOVI, dal Presidente Gaetano Penocchio.

Per la Federazione che riunisce tutti gli Ordini dei Medici Veterinari italiani, le aree su cui concentrare gli interventi sono sei:

– Governance del sistema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare che va consolidata, in una catena che dal centro arriva negli ambiti locali. Sono Autorità competenti il Ministero della Salute che conta sul supporto tecnico scientifico della rete degli IIZZSS e dell’ISS, le Regioni e le Aziende Sanitarie.

Presso gli Assessorati alla Salute Regionali è indispensabile vengano strutturati Servizi veterinari con una Direzione affidata ad un medico veterinario, e dovrebbe essere potenziata anche la struttura di supporto al Dirigente regionale con personale stabile e competente. Nei Dipartimenti di prevenzione e nei Dipartimenti veterinari delle Aziende sanitarie va strutturata una Direzione veterinaria in modo che l’albero possa contare sul un ramo terminale con caratteristiche tecniche in grado di fornire risposte immediate ai bisogni.

Le scelte che riguardano la Sanità pubblica veterinaria devono essere guidate dai medici veterinari e non subite da questi. La politica deve riconoscerci il ruolo di tutori della salute del cittadino e strutturare un’Autorità che sia veramente competente e capace di orientare le decisioni in questo settore strategico per il rilancio del sistema paese.
Serve rafforzare la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e implementare le garanzie sanitarie per il commercio e l’export degli animali vivi, dei loro prodotti ed alimenti di origine animale. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile ricostituire gli organici dei servizi veterinari (dirigenti e convenzionati).

Vanno potenziati controlli e gestione dei focolai delle malattie esotiche in ambito veterinario, il monitoraggio sanitario e della gestione di focolai di malattie negli animali selvatici, serve potenziare gli osservatori di epidemiosorveglianza regionali, mediante l’integrazione di diversi profili professionali quali biologi, medici, statistici.
Servirà potenziare gli uffici del Ministero della Salute e delle Regioni, che eseguono gli Audit, in particolare a livello regionale per disporre di strumenti operativi che possano evidenziare tempestivamente situazioni locali critiche.
Servirà garantire un aggiornamento costante del personale impiegato nelle attività di controllo a garanzia di un sistema efficace a tutela della salute del cittadino.

– La transizione ambientale e la sostenibilità̀.
L’allevamento sarà fra i settori guida del Green Deal, e della relativa transizione con la previsione di 2 road map, una per il benessere animale e l’altra per ridurre del 50% le vendite di antibiotici.

La richiesta da parte dei consumatori di filiere più corte è aumentata durante la pandemia da Covid -19 ed ha reso tutti consapevoli della forte relazione tra la nostra salute, gli ecosistemi, le catene di approvvigionamento, i modelli di consumo e i limiti del pianeta. Questa richiesta si aggiunge alla domanda di prodotti freschi e meno lavorati provenienti da fonti sostenibili richieste già da tempo dai consumatori. L’obiettivo di promuovere un allevamento resiliente e rinnovato, non solo ci deve far riflettere sulla paventata chiusura del 20-30% degli allevamenti, ma sull’opportunità professionale rappresentata dalle tecnologie innovative.
La professione dovrà promuovere un’analisi dei sistemi produttivi, per l’agricoltura la riduzione del 50% in 10 anni dell’uso dei fitosanitari, e la diffusione delle tecnologie di biocontrollo in quanto soluzioni di origine naturale, per la sanità soprattutto allevamento e trasformazione e verificare la possibilità di una transizione verso sistemi sostenibili.
Il piano d’azione su cui si fonda lo sviluppo dell’agroecologia vede i medici veterinari parte attiva, in quanto prevede tra le altre misure: – l’applicazione della legislazione alimentare adattandola ai piccoli produttori con una certa flessibilità̀ per le produzioni su piccola scala, come pure per i requisiti in materia di etichettatura ecc.; – l’istituzione e il rafforzamento di servizi di educazione e di consulenza adeguati per la trasformazione, la vendita diretta e l’agroecologia.

Come medici veterinari abbiamo un importante capitolo da scrivere dedicato alla “medicina ambientale”. Non è difficile individuare tematiche ambientali specifiche, dato che lo scopo finale delle attività dei medici veterinari è la salute pubblica. Da tempo viene invocata una norma che possa definire la sinergia ambiente-salute attraverso l’interazione delle istituzioni ambientali affidate all’ARPA con quelle sanitarie. Le competenze della sanità in materia ambientale devono essere ridefinite, in modo da legare la difesa delle matrici ambientali alla tutela della salute dei cittadini in forma preventiva (Arpa + Asl) anche perché la maggior parte dei problemi ambientali irrisolti (rifiuti, diossine, eccetera), nascono dal fallimento provocato dalla separazione della protezione ambientale da quella sanitaria. Per cambiare le regole del gioco, sarebbe sufficiente definire il ruolo giuridico di tutto il personale dei dipartimenti di prevenzione, medici veterinari compresi.

– La transizione digitale
In medicina veterinaria l’obiettivo è quello di rafforzare l’infrastruttura tecnologica del Ministero della Salute deputata alla raccolta, elaborazione, validazione ed analisi dei dati sanitari, nonché implementare nuovi flussi informativi sanitari, integrandoli ai flussi esistenti. Servirà una reingegnerizzazione dei Sistemi Informativi che dovrà partire dall’analisi dei bisogni informativi a livello nazionale e internazionale, per rafforzare i sistemi esistenti, ampliarli ed integrarli in un unico sistema.
L’esperienza è quella del big data Classyfarm che già riassume ed elabora, oltre alle banche dati esistenti, dati sul farmaco, biosicurezza, benessere animale, lesioni al macello, alimentazione, dati produttivi e zootecnici. Per rendere il sistema più accessibile e fruibile servirà acquisire in modo automatico dati dalle banche dati regionali, risolvere i problemi informatici di queste relazioni, oltre a predisporre l’interfaccia per le certificazioni. Classyfarm dovrà essere reso più accessibile e fruibile ed a questo fine andrà implementata oltre che la tecnologia, l’assistenza.
Il sistema Classyfarm potrà essere ampliato e migliorato ad esempio prevedendo una apposita sezione destinata a rilievi epidemiologici al momento non previsti, ad esempio la gestione di sistemi di sorveglianza sanitaria nelle patologie degli animali d’affezione e/o del registro tumori cui possano accedere tutti i medici veterinari (che si occupano di animali di interesse zootecnico e d’affezione).

– Il veterinario aziendale. Le attribuzioni pubbliche di controllo devono rimanere in capo all’Autorità̀ competente (ovvero al medico veterinario del SSN) ed il ruolo di consulente dell’allevatore e clinico della mandria deve restare in capo al veterinario aziendale. Ne segue che va promossa l’attività̀ del veterinario aziendale, presidio di salute, anello di congiunzione tra produttori e Autorità̀ competente, che compartecipa al sistema di classificazione del rischio delle aziende zootecniche e al sistema di epidemiosorveglianza.
È questo il presupposto per la certificazione dei prodotti della filiera agro- zootecnico-alimentare, una volta archiviati gli attuali sistemi di certificazione gestiti dai produttori con disciplinari diversi e qualche volta con modalità̀ che non ne garantiscono il risultato. I risultati attesi sono il miglioramento del livello di benessere animale, la classificazione aziendale articolata su livelli obbligatori di condizionalità̀ e livelli significativamente superiori alle «base line», certificazione di qualità̀, riduzione della diffusione dell’antibiotico resistenza e riduzione impatto su suolo, acqua e aria, oltre al miglioramento qualità̀ agroalimentare.
Un modello di integrazione, di collaborazione, di “filiera” da promuovere e che ha dimostrato i risultati nel controllo della Salmonellosi nella filiera agricola.

– Sistema di qualità̀ nazionale per il benessere animale, ovvero un sistema che conta su un insieme di requisiti di salute e di benessere animale superiori a quelli previsti dalle norme europee e nazionali, in conformità̀ a regole tecniche relative all’intero sistema di gestione del processo di allevamento degli animali destinati alla produzione alimentare, compresa la gestione delle emissioni nell’ambiente, distinti per specie, orientamento produttivo e metodo di allevamento.

– Istruzione. Scuola di specializzazione in sanità pubblica veterinaria e esame di stato
È tempo di rivedere organizzazione e modalità di erogazione dei percorsi specialistici in medicina veterinaria. Serve un adeguato investimento di risorse per garantire il numero di medici veterinari preparati di cui nei prossimi anni il SSN avrà bisogno.
Come in medicina umana serve pensare ad una certificazione ed al monitoraggio della qualità formativa delle Scuole di Specializzazione. In medicina umana esiste l’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica che verifica la piena attuazione dei sistemi di accreditamento contenuti nel DIM 402/2017. L’introduzione di un aggiuntivo accreditamento didattico-formativo, permette di valutare le Scuole non soltanto dal punto di vista dei volumi di attività, ma anche dal punto di vista dell’effettiva certificazione delle competenze nei confronti degli specializzandi.

Come per le scuole di specialità in medicina umana va valutata la realizzazione di un concorso nazionale di accesso alle specializzazioni, l’introduzione di una o poche macro-sedi concorsuali e la piena garanzia dei controlli.

Da tempo si chiede al Ministero della Salute e al Ministero dell’Università e della Ricerca che venga attivata una Scuola di specializzazione in sanità pubblica veterinaria prevedendo a carico degli specializzandi un impiego nelle Asl e negli IIZZSS. Si tratta di estendere agli specializzandi medici veterinari il modello riguardante il teaching hospital, valorizzando la loro attività negli IIZZSS, che sono enti di formazione e didattica presso i quali possono svolgere parte della formazione, e nelle ASL nelle quali gli specializzandi già compiono parte del tirocinio pratico e presso le quali deve essere implementata la Formazione Sul Campo training field.
Mur e Ministero della Salute, sentite le Regioni, con proprio decreto individuano le scuole per i medici veterinari di sanità pubblica e il contingente di specializzandi necessari al fabbisogno delle 3 aree disciplinari. L’accesso degli specializzandi è previa stipulazione di contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca per le specializzazioni veterinarie, inseriti nei programmi obiettivo competitività regionale e occupazione.
I

l Ministero della Salute stipula protocolli d’intesa con le Regioni e le Università per disciplinare le specifiche del modulo formativo, le modalità di frequenza del corso (con la parte teorica svolta presso l’università e la parte pratica presso gli IIZZSS e le ASL. I contratti potrebbero essere stipulati dagli IIZZSS e dalle ASL e i candidati posti in sovrannumero rispetto alla spesa per il personale già autorizzata dalle Regioni.

Esame di Stato. Nel DL Milleproroghe trasmesso alla Camera in attesa di calendarizzazione si prevede la proroga al 31 dicembre 2021 dell’applicazione c.d. DL Scuola che riconosce al Ministro dell’Università e della ricerca la facoltà di individuare modalità in deroga all’esecuzione di prove abilitanti comprese modalità a distanza.
La definizione della Procedura di abilitazione non è unilaterale, e FNOVI deve avere voce. Servirà trasformare il tirocinio in un percorso formativo abilitante, cosa possibile solo insieme agli Ordini che, con un regolamento da definire, dovranno allestire un elenco di professionisti e strutture accreditate in cui svolgere tirocini pesati in almeno 20 CFU. La valutazione finale dovrà essere congiunta Università – Ordine.

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