Mentre a Verona si svolge il discusso Congresso sulle famiglie, che promette di aggredire anche la 194, Estreme Conseguenze raccoglie i primi risultati della ricerca ‘Europe Abortion Access’, coordinato dall’antropologa Italiana Silvia De Zordo, ricercatrice presso l’Università di Barcellona, autrice di ricerche pionieristiche sull’interruzione di gravidanza e sull’obiezione di coscienza in Europa, e che studia il fenomeno dei viaggi intrapresi per accedere a questo servizio.
Sono ancora centinaia le donne donne italiane ed europee che viaggiano all’estero o entro i confini nazionali dei loro paesi di residenza per ottenere assistenza all’aborto: 48 le italiane che hanno abortito in Inghilterra, 535 quelle di “altri paesi” che hanno interrotto la gravidanza in Olanda. 474 le richieste di aiuto arrivate dal nostro paese all’associazione “Women on web”.
Commenta Silvio Viale, ginecologo non obiettore del Sant’Anna di Torino: “L’obiezione non è il vero problema, l’aborto va considerato come una qualsiasi altra prestazione sanitaria, i tabù ci sono invece anche quando l’aborto è un fatto naturale. In Italia una donna fa in media 1,3 figli, una su tre farà un aborto e una su quattro o cinque lo farà spontaneo”.