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ENPA – ROMA * GRANDI CARNIVORI: « LE PROVINCE DI TRENTO E BOLZANO CHIEDONO ANCORA “ MANO LIBERA ” PER POTER UCCIDERE I LUPI, DALLA PAT SOLO RICHIESTE ILLEGITTIME E FALLIMENTARI »

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17.15 - mercoledì 24 febbraio 2021

Le Province autonome di Trento e Bolzano, con il pretesto della necessità di adempiere alle direttive Europee e tutelare il comparto zootecnico, hanno presentato delle “linee guida” sulla gestione dei Lupi all’ISPRA, chiedendo come di consueto di avere “mano libera” anche sulle uccisioni. Il tutto, probabilmente, per evitare lo “scoglio” rappresentato dal ministero dell’Ambiente, l’istituzione che nel nostro Paese ha la responsabilità di tutelare la biodiversità e in particolare le specie particolarmente protette.

“Ricordiamo alle Province Autonome di Trento e Bolzano – dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali – che ad adempiere alle Direttive Europee è lo Stato, non le autonomie territoriali, e che lo Stato è rappresentato in questo caso dal ministero dell’Ambiente. Un ministero che numerose volte ha impedito il facile ricorso alle uccisioni di specie particolarmente protette come gli orsi, e che forse per questo è ritenuto scomodo da chi vorrebbe invece avere mano libera, per fini che sono puramente elettorali e propagandistici”.

Per l’Enpa non è più rinviabile l’approvazione del “Piano nazionale per la gestione del lupo”, nella versione che non contempla gli abbattimenti ma obbliga all’applicazione di tutte le misure di prevenzione le quali probabilmente eliminerebbero ogni conflitto tra attività umane e gli animali.

“Anziché impegnarsi a chiedere libertà di azione e di uccisioni su specie particolarmente protette come orsi e lupi – le quali, come tutta la fauna selvatica, non sono proprietà del Trentino Alto Adige ma di tutti i cittadini italiani ai sensi della legge 157 del 1992 – si dovrebbero mettere in atto tutte le misure di sostegno ai cittadini e alle aziende fornendo misure e strumenti di prevenzione e adeguato supporto tecnico. Le esperienze non mancano: sono noti esempi di associazioni di allevatori che con i sistemi di prevenzione hanno ridotto, se non annullato, le predazioni di animali da allevamento in contesti ben più difficili di quelli del Trentino Alto Adige”.

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