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Grande Fratello. Calci ai cani, taglio di coda e orecchie, l’Enpa contro Filippo Contri: sono reati, attivato l’ufficio legale. Appello agli italiani, cambiate canale.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha dato mandato al proprio ufficio legale di assumere ogni iniziativa utile e opportuna in merito alle parole pronunciate dal concorrente del Grande Fratello, Filippo Contri, il quale – davanti a milioni di italiani – ha fatto una vera apologia dei reati contro gli animali e deve per questo essere squalificato.
Contri, infatti, non solo ha detto che per educare i quattro zampe è necessario prenderli a calci, il che è evidentemente maltrattamento, ma ha sottolineato l’opportunità di tagliare coda e orecchie ai doberman, è anche questo è maltrattamento.
Attenzione, però, perché non si tratta né di facezie né di un pour parler: nell’uno e nell’altro caso si tratta di delitti puniti con la reclusione e un multa. Inoltre è bene ricordate che la caudotomia e la conchectomia – così si chiamano, rispettivamente, il taglio della coda e delle orecchie – possono essere praticate soltanto in presenza di patologie veterinarie e non per motivi estetici configurando altrimenti un reato.
Ma quello dell’istigazione a delinquere non è l’unico elemento preso in considerazione dai legali di Enpa, secondo cui le parole di Contri potrebbero equivalere a un’autodenuncia.
Bisogna infatti capire se il 25enne romano, proprietario di un cane, abbia praticato il taglio delle orecchie e della coda al suo cane: in quanto caso, ove l’intervento non avesse ragioni veterinarie, potrebbe essere denunciato per maltrattamento.
Oltre al profilo possibile giudiziario delle dichiarazioni e dei comportamenti di Filippo Contri, questa edizione del Grande Fratello pone un chiaro ed evidente problema di natura sociale, etica e culturale per i contenuti di cui il programma si è fatto veicolo.
«Le donne ieri, i cani oggi: dalla crudeltà di genere alla crudeltà di specie. Sembra proprio che nell’edizione 2018 i concorrenti stiano manifestando un gusto sadico nel prendere di mira le categorie più deboli; quelle che più di tutte pagano il prezzo della violenza umana.
Questa – commenta la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi – è una inaccettabile esaltazione della violenza; uno sdoganamento di reati che nella nostra società non devono avere cittadinanza e che invece vengono rappresentati alla stregua di un gioco, di uno scherzo, di un divertissement.
Di fronte a questo c’è solo una cosa da fare: cambiare canale».